Il 25 aprile, anniversario della vittoria dei Partigiani sui nazifascisti e il 1° maggio, giornata internazionale del proletariato in lotta contro i capitalisti: ecco due occasioni importanti per promuovere la mobilitazione delle masse popolari e in primo luogo degli operai a lottare per porre fine al corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista e il suo clero impongono al mondo.
Comunicato CC 6/2017 – 22 aprile 2017
1917, anno centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità
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25 aprile e 1° maggio
Sostenere le lotte dei lavoratori contro i padroni e il loro governo!
Moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari e orientarle a costituire un loro governo d’emergenza e a imporlo ai vertici della Repubblica Pontificia!
Il 25 aprile, anniversario della vittoria dei Partigiani sui nazifascisti e il 1° maggio, giornata internazionale del proletariato in lotta contro i capitalisti: ecco due occasioni importanti per promuovere la mobilitazione delle masse popolari e in primo luogo degli operai a lottare per porre fine al corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista e il suo clero impongono al mondo. Il modo di produzione capitalista sopravvive a se stesso e trascina l’umanità nella sua rovina: bisogna togliere a tutti i costi ai capitalisti e ai loro agenti ogni potere. Per porre fine alle distruzioni in cui la borghesia imperialista trascina l’umanità bisogna instaurare il socialismo: 1. il potere dei lavoratori organizzati attorno ai partiti comunisti, 2. l’economia elevata ad attività pubblica (come già lo erano diventati l’istruzione, l’assistenza sanitaria e altri servizi necessari a una vita civile) che produce tutto e solo quello di cui gli uomini hanno bisogno per vivere al livello della civiltà più avanzata e in cui ogni adulto svolge un ruolo e ogni bambino è educato a farlo, 3. partecipazione universale e crescente di ogni persona alle attività specificamente umane e alla direzione della vita sociale.
La grande Rivoluzione d’Ottobre e i primi paesi socialisti ci hanno mostrato lungo alcuni decenni che il socialismo è possibile e cosa riescono a fare gli uomini con il socialismo. Questa lotta è internazionale e in questa lotta i proletari, le classi sfruttate e i popoli oppressi di tutto il mondo si legano tra loro, collaborano e si uniscono. In ogni paese la rivoluzione socialista è la mobilitazione e organizzazione crescente attorno ai comunisti degli operai e dei membri delle altre classi oppresse per rovesciare i rapporti di forza rispetto ai capitalisti e ai loro agenti fino ad instaurare il socialismo nel loro paese.
La rivoluzione socialista avanza in ogni paese tramite la difesa in ogni caso e su ogni terreno delle conquiste e dei diritti strappati alla borghesia nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria e tramite la lotta caso per caso di ogni gruppo delle masse popolari contro le angherie che i capitalisti, i loro governi e altre loro autorità cercano di infliggere alla ricerca forsennata e dissennata di far fruttare i loro capitali, come in epoche passate i preti fanatici angariavano l’umanità per onorare i loro dei.
Noi comunisti appoggiamo e dobbiamo promuovere queste lotte in ogni posto, in ogni caso e su ogni terreno e fare di ognuna di esse una scuola di comunismo. La concezione comunista del mondo è la scienza delle attività con le quali gli uomini hanno fatto la loro storia. Grazie ad essa abbiamo gli strumenti per comprendere il corso delle cose e appoggiare le lotte degli oppressi e degli sfruttati contro i capitalisti, promuoverle e far avanzare la rivoluzione socialista. Per questo ci organizziamo e ogni partito comunista fa studiare il marxismo-leninismo-maoismo a ogni persona di buona volontà che aspira ad arruolarsi e le insegna ad applicarlo nella lotta di classe.
È solo tramite la lotta degli sfruttati e degli oppressi contro i capitalisti e i loro agenti politici e ideologici che l’umanità può avanzare.
Dobbiamo quindi valorizzare ogni tendenza a unire i lavoratori e gli oppressi contro capitalisti e oppressori, ma proprio per questo dobbiamo contrastare con energia ogni tendenza che viene dall’alto a fare del 25 aprile e del 1° maggio la “festa di tutti gli italiani e le italiane”: sfruttati e sfruttatori, proletari e capitalisti, immigrati e razzisti … tutti a far festa insieme per impedire che chi è oppresso si sollevi contro chi opprime, per far dimenticare chi sono i responsabili delle disgrazie che soffriamo.
Dobbiamo mobilitare le masse popolari contro il degrado che i padroni e le loro autorità creano nel nostro paese. Così preveniamo la mobilitazione reazionaria delle masse popolari contro gli immigrati. I vigliacchi scimmiottatori del fascismo del secolo scorso (Casa Pound, Forza Nuova e altri), la Lega Nord e altri gruppi reazionari coprono le responsabilità dei padroni mobilitando le masse popolari indignate del degrado in cui sono costrette, ma le mobilitano non contro i responsabili, ma contro la parte più immersa nel degrado che i capitalisti provocano e di cui si giovano. Coprono le malefatte dei padroni mobilitando contro le loro vittime più oppresse, gli immigrati, che subiscono in massa condizioni di vita e di lavoro che la borghesia riesce a imporre alle masse popolari autoctone solo con fatica, isolando individui e gruppi e colpendoli uno a uno.
La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti ha portato la guerra in tutto il mondo, sovvertendo e aggredendo gli Stati (dall’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia, alla Siria, al Venezuela, alla Corea del Nord, ad altri) che non lasciano il loro paese libero alle scorrerie dei predoni imperialisti (gli Stati che la propaganda d’intossicazione degli imperialisti chiama “Stati canaglia”). Ma per raggiungere i suoi scopi questa Comunità Internazionale si è comportata come gli apprendisti stregoni di un tempo: ha fatto nascere gruppi di combattenti che ora le si rivoltano contro, portano la guerra fin nei paesi imperialisti e mobilitano alla ribellione gli immigrati di oggi e del passato che noi comunisti non arriviamo ancora a mobilitare. I responsabili veri della guerra che dilaga nel mondo (loro la chiamano “intervento umanitario”) li chiamano “terroristi” ma non riescono a fermarli e non ci riusciranno. Solo con lo sviluppo della rivoluzione socialista anch’essi concentreranno i loro colpi sui veri responsabili della miseria, dell’oppressione e della guerra.
Porre fine al catastrofico corso delle cose è possibile: basta con i disfattisti (“la rivoluzione socialista è necessaria e auspicabile, ma non abbiamo le forze per farla”); basta con gli attendisti (“la rivoluzione socialista scoppierà, prima o poi, ma non si sa dove, non si sa quando, non si sa come”). Possiamo e dobbiamo togliere la direzione del nostro paese ai capitalisti. Possiamo e dobbiamo porre fine alla Repubblica Pontificia instaurata dopo la vittoria della Resistenza nel 1945 dal Vaticano e dai suoi padroni di allora, gli imperialisti americani. Il primo paese imperialista che spezzerà la catene del sistema imperialista mondiale mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e riceverà sostegno da ogni angolo del mondo. Per farla finita con Euro, Unione Europea e NATO, occorre un governo che abbia la volontà e la forza di farlo! Per attuare le parti progressiste della Costituzione del 1948 bisogna imporre ai vertici della Repubblica Pontificia un governo che abbia la volontà e la forza di farlo.
Solo un governo creato dalle organizzazioni operaie e popolari e composto da persone di loro fiducia ha la volontà e la forza per attuare le parti progressiste della Costituzione del 1948 che i vertici della Repubblica Pontificia e i loro governi hanno violato, aggirato o accantonato. Non lo hanno fatto per caso. Lo hanno fatto perché attuarle contrastava e contrasta con gli interessi della borghesia italiana, europea e americana.
Solo un governo creato dalle organizzazioni operaie e popolari e composto da persone di loro fiducia ha la volontà e la forza per spezzare le catene dell’Euro, dell’UE e della NATO. I capitalisti italiani, i vertici della Repubblica Pontificia hanno imposto questa catena al nostro paese per tutelare i loro interessi.
Bisogna finirla con la pratica della sinistra borghese di proclamare buone intenzioni e fare promesse senza darsi i mezzi per attuarle: non funziona più neanche per raccogliere voti. Proclamare buone intenzioni e fare promesse senza darsi i mezzi per attuarle per un po’ di anni è servito alla sinistra borghese per raccogliere voti. Con il governo Prodi, D’Alema, Bertinotti (2006-2008) è finita: ora una parte crescente delle masse popolari è nauseato di questa pratica e la sinistra borghese non raccoglie più neanche voti.
Il sistema politico borghese è in crisi, nel nostro paese e in ogni paese imperialista. Il loro sistema di relazioni internazionali è sconvolto, sprofonda in uno stato di guerra sempre più diffuso: dall’Asia, all’Africa e all’America Latina è già perfino in Europa.
Il mondo non va male per caso. Va male perché comandano i capitalisti e ogni capitalista deve valorizzare il suo capitale: contro gli altri capitalisti a cui deve rubare occasioni per fare affari e contro le masse popolari che deve spremere. Il risultato è che per fare i loro interessi i capitalisti impongono in tutto il mondo l’attuale catastrofico corso delle cose. Per porci fine, bisogna mobilitare e organizzare le masse popolari contro i capitalisti. Senza lotta non c’è salvezza: o noi o loro. Ma i capitalisti senza i proletari non possono vivere. Senza i capitalisti i proletari impareranno a vivere meglio.
Nelle lotte degli operai sta il futuro del nostro paese
Chi è preoccupato per il corso catastrofico delle cose, chi ha capito che bisogna farla finita con l’Euro, l’Unione Europea e la NATO, chi vuole attuare le parti progressiste della Costituzione del 1948 finora eluse o violate, chi vuole porre fine alla deriva verso la guerra, chi vuole un futuro di civiltà e di progresso, deve appoggiare le lotte degli operai delle aziende capitaliste e pubbliche e le lotte dei dipendenti pubblici.
I proletari aggregati nelle aziende e nelle pubbliche istituzioni possono e devono costituire in ogni zona, azienda e istituzione del paese le nuove autorità pubbliche che cambieranno il corso delle cose nel nostro paese.
Per farla finita con la macelleria sociale a cui le classi e le forze dominanti sottopongono le masse popolari e al degrado sociale e ambientale con cui devastano il nostro paese, bisogna farla finita con l’Euro, con l’Unione Europea e con la NATO. Su questo non sono ammessi dubbi. Senza questo ogni promessa è un imbroglio o un’illusione. Ci vuole quindi un governo che abbia la volontà e la forza di farlo.
Nessun governo emanazione degli attuali vertici del paese, dei vertici della Repubblica Pontificia che da anni dominano e devastano il nostro paese eludendo e violando le parti progressiste della Costituzione del 1948, avrà mai la volontà di farlo: sono questi vertici che per i loro interessi hanno ridotto il nostro paese nelle condizioni attuali, sono i capitalisti italiani aggregati attorno al Vaticano e infeudati agli imperialisti americani che hanno reso l’Italia un territorio a disposizione della NATO: Marchionne, De Benedetti e Colaninno sono i loro epigoni esemplari. È per i loro interessi che fin dal 1980 hanno reso la Banca d’Italia un’agenzia finanziaria dei gruppi imperialisti italiani e internazionali. È per i loro interessi che si sono poi messi al seguito dei gruppi imperialisti franco-tedeschi e distruggono una dopo l’altra le conquiste di civiltà e di benessere che gli operai e gli altri lavoratori avevano strappato sull’onda della vittoria della Resistenza e dell’avanzata del movimento comunista nel mondo.
Contro di essi si illude chi crede di regolare i conti con una vittoria elettorale. Non è solo che le elezioni sono sempre più ingessate e l’esito precostituito con manovre di strategia della tensione e con leggi elettorali truffa. È principalmente una questione di rapporti di forza nel paese. Grillo con il M5S, De Magistris con DEMA e altri ancora fanno un utile lavoro di disgregazione del sistema politico delle Larghe Intese e rendono il paese ingovernabile dai governi emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia. Ma si illude anche Grillo, si illude anche De Magistris, come si illude chiunque altro crede di cambiare il corso delle cose (e imbroglia chiunque promette di farlo) con una semplice vittoria elettorale, se anche riuscisse a raggiungerla o, peggio ancora, con qualche dimostrazione di piazza.
Per farla finita con la NATO e gli USA, con l’Unione Europea e con l’Euro bisogna installare un governo emanazione delle masse popolari organizzate, un governo che poggi direttamente su organizzazioni operaie e popolari che capillarmente abbiano la direzione nel paese, decise a stroncare le manovre dei grandi capitalisti, dei banchieri e dei re della finanza e a resistere all’aggressione economica dei gruppi imperialisti europei e americani. Ci vuole quello che abbiamo chiamato Governo di Blocco Popolare. Per rompere le catene dell’Euro, dell’UE e della NATO che soffocano le masse popolari, bisogna quindi mettersi a mobilitare gli operai, gli altri lavoratori, tutte le classi oppresse perché gli elementi più avanzati si organizzino. È un’opera difficile ma possibile. Dipende solo da noi impegnarci. Questa è l’opera che costruirà il nostro futuro e ci farà fare un salto verso l’instaurazione del socialismo nel nostro paese.
La Rational di Massa è in questi giorni un piccolo (solo 24 operai) ma luminoso esempio di quello che dobbiamo e possiamo accendere nel nostro paese contro l’Euro, l’UE e la NATO. I lavoratori di molte altre aziende capitaliste e pubbliche affrontano proprio in questi giorni situazioni analoghe: sta a noi comunisti appoggiare la loro lotta e farne una scuola di comunismo.
A illustrazione di questo lavoro concludiamo questo appello a mobilitarsi e a combattere con la lettera che il nostro segretario generale, il compagno Ulisse, ha indirizzato in questi giorni agli operai della Rational di Massa.
19 aprile 2017
Ai lavoratori della RATIONAL di Massa
A nome del Comitato Centrale del (nuovo) Partito comunista italiano esprimo la più completa solidarietà con la lotta che dal 10 marzo state facendo per difendere il vostro posto di lavoro. Aggiungo la gratitudine per il contributo che con questa lotta state dando a tutti i lavoratori e a tutte le masse popolari che sono colpite in mille forme dalle misure dei padroni, del loro governo e delle altre istituzioni del loro regime e che sono sempre più insofferenti del catastrofico corso delle cose che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti impongono nel nostro paese e in tutto il mondo.
Voi state dimostrando che se si organizzano e resistono, anche i lavoratori di una piccola azienda capitalista come la Rational mobilitano molte forze, raccolgono molta solidarietà da parte degli altri lavoratori e danno filo da torcere ai padroni e al loro governo. State costringendo perfino sindacati, partiti e istituzioni padronali a mostrare sollecitudine per voi, perché hanno paura che facciate scuola alle migliaia di lavoratori che sono in situazioni come la vostra. È inaudito e inaccettabile che i capitalisti si reclamino dei loro diritti di proprietà per chiudere aziende che producono cose utili, cose di cui c’è bisogno. Il loro diritto di proprietà è un insulto ai diritti vostri e di tutti i lavoratori. È inaccettabile che istituzioni e governi che appoggiano simili pretese assurde e d’altri tempi, continuino a governare il nostro paese. È uno dei tanti residui delle barbarie del passato che dobbiamo cancellare dalla faccia della terra. E li cancelleremo, perché l’umanità oggi ha la forza di farlo e sempre più ha anche la coscienza del suo buon diritto di farlo. I primi paesi socialisti, con in prima fila l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin e la Repubblica Popolare Cinese di Mao Tse-tung, hanno mostrato su grande scala e per alcuni decenni che i lavoratori sono capaci di organizzarsi e costruire una società senza padroni. Anche se il primo “assalto al cielo” scatenato cento anni fa dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre e dalla creazione dell’Unione Sovietica alla lunga è stato sconfitto dalle forze della reazione padronale e clericale, proprio le pretese criminali dei capitalisti di cui voi in questi giorni siete bersaglio confermano che quella è la strada giusta da prendere: quindi i lavoratori la riprenderanno. E noi comunisti questa volta faremo tesoro anche delle lezioni delle sconfitte del passato, oltre a fare tesoro delle lezioni delle nostre grandi vittorie: tra pochi giorni celebreremo il 25 aprile, l’anniversario della vittoria della Resistenza, della vittoria dei nostri Partigiani sui nazisti e i fascisti.
Con questo messaggio lancio contemporaneamente a nome del (nuovo) PCI un appello a tutti i lavoratori e a tutti gli uomini di buon senso e di buona volontà perché siano solidali con la vostra lotta. La solidarietà dei lavoratori è una forza e i padroni ne hanno paura. Ma voi non fermatevi. Non solo dovete e potete vincere grazie alla solidarietà che sempre più raccoglierete se resistete, ma una volta che avrete vinto, non fermatevi: continuate, rafforzate ed estendete le relazioni che avete stabilito nel corso della lotta. Ricordatevi degli altri lavoratori: finché non vinciamo tutti, ogni vittoria è precaria. La lotta è tra lavoratori e capitalisti. Finché i capitalisti pretendono di essere padroni delle aziende dove lavoriamo, la vita dei lavoratori è precaria, è sospesa agli affari e ai capricci del capitalisti: nessuna vittoria è definitiva finché loro comandano. I capitalisti non hanno riguardi: non dobbiamo averne con loro. Abolire la proprietà privata delle aziende è l’inizio della civiltà del futuro, è una condizione indispensabile di ogni civiltà futura. Il mondo va male, miseria e guerra sono dappertutto, perché i capitalisti pretendono di usare le aziende per fare profitti, per arricchirsi: questa è la malattia che oggi corrode e mina tutto il mondo. Le aziende devono servire agli uomini a produrre quello che occorre. Bisogna instaurare un’economia pubblica, al servizio di tutti, come pubblici devono essere la scuola, l’assistenza sanitaria, la tutela dell’ordine, del territorio e dell’ambiente, la viabilità, i trasporti e gli altri servizi: questa è la premessa perché l’umanità possa riprendere una vita di progresso, perché a ogni individuo sia assicurato il libero sviluppo delle sue migliori doti, perché la scienza sia messa al servizio della vita. Questo è quello che noi chiamiamo comunismo. La lotta che state conducendo vi chiama e vi insegna a contribuire a questa comune battaglia che è la battaglia iniziata da Marx ed Engels nel lontano 1848 con il Manifesto del partito comunista. È la battaglia per cui il nostro Antonio Gramsci ha dato la sua vita, come la diedero tanti comunisti e tanti Partigiani. È la lotta con cui i lavoratori e i popoli oppressi di tutto il mondo strapparono tante conquiste di civiltà e di benessere, quelle che da alcuni decenni, da quando a causa dei nostri limiti e dei nostri errori la prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita, i padroni stanno togliendoci. Ma proprio da qui si vede che i padroni cercano solo di ristabilire i rapporti del passato in un mondo che è cambiato: il loro sistema non ha futuro.
Vincerete e vinceremo! Uniti nessuno ci può vincere! Che il prossimo 1° Maggio sia anche la festa della vostra vittoria!
I padroni non possono vivere senza operai, gli operai vivranno meglio senza padroni!
Il compagno Ulisse, segretario generale del (nuovo) PCI.