Costruire muri ai confini dell’Unione Europea non significa solo negare i nostri valori fondamentali, ma violare la Convenzione sullo Status dei Rifugiati e il principio di non respingimento. Chiediamo una nuova Convenzione Europea sui diritti dei rifugiati e corridoi sicuri di accesso all’UE.
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Costruire muri ai confini dell’Unione Europea non significa solo negare i nostri valori fondamentali, ma violare la Convenzione sullo Status dei Rifugiati e il principio di non respingimento. Chiediamo una nuova Convenzione Europea sui diritti dei rifugiati e corridoi sicuri di accesso all’UE.
La costruzione di barriere fisiche ai confini dell’Unione Europea, come le recinzioni recentemente costruite in Ungheria ai confini con la Serbia e la Slovenia (o come quella annunciate al confine romeno), ma anche come le barriere da tempo esistenti in Bulgaria (al confine con la Turchia), in Grecia (lungo il fiume Evros, sempre al confine turco), in Spagna (Ceuta e Melilla) non mettono solo in discussione le radici stesse dell’identità comune europea, fondata sull’abbattimento dei muri e sull’unione fra i popoli, ma rappresentano una palese violazione della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951, fondamento del diritto europeo in tema di rifugiati, in particolare per quanto riguarda l’art.33 (principio di non respingimento).
INTERSOS, organizzazione umanitaria italiana impegnata in 19 paesi del mondo a sostegno delle popolazioni colpite da conflitti armati, catastrofi naturali e condizioni di estrema esclusione, denuncia una situazione che in questo momento impedisce a migliaia di rifugiati di godere pienamente dei propri diritti e ne mette in pericolo la vita.
Ricordiamo che, in base agli accordi internazionali e alla normativa europea, accogliere i profughi, riconoscere loro lo status di rifugiato, ed esaminare in tempi ragionevoli le richieste di asilo, non rappresenta una scelta o una concessione ma un dovere da ottemperare da parte degli Stati membri dell’Unione. L’ottemperanza di questo dovere viene oggi ripetutamente negata.
Pertanto chiediamo all’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea Federica Mogherini di promuovere presso il Consiglio d’Europa una nuova Convenzione Europea sui diritti dei rifugiati che preveda:
1. Individuazione di corridoi sicuri d’accesso all’Unione Europea per i profughi.
2. Attivazione delle procedura di protezione temporanea già previste dalla Direttiva 55/11 della Commissione Europea.
3. Definizione di percorsi di accesso agevolati e di accelerazione e semplificazione delle procedure di accoglimento delle domande per i richiedenti asilo.
4. Revisione del Regolamento di Dublino, con particolare riferimento ai criteri di determinazione dello Stato membro competente previsti dall’art.7 segg. superando l’assurdo logico e giuridico di costringere i rifugiati a presentare domanda d’asilo nel primo paese in cui vengono identificati.