Sul X Congresso di PRC

Nei giorni del 30 e 31 marzo e del 1 aprile, a Spoleto (PG) si è concluso il X Congresso Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista (PRC) che ha sancito l’elezione a segretario nazionale di Maurizio Acerbo, esponente della mozione “Per un nuovo umanesimo, per il socialismo del XXI secolo”, espressione del gruppo dirigente del PRC dal 2008 ad oggi.

 

Newsletter n. 19/2017 – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo.

 

Questa settimana ti consigliamo:

Sul X Congresso di PRC

 

L’esito del X Congresso PRC. Nei giorni del 30 e 31 marzo e del 1 aprile, a Spoleto (PG) si è concluso il X Congresso Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista (PRC) che ha sancito l’elezione a segretario nazionale di Maurizio Acerbo, esponente della mozione “Per un nuovo umanesimo, per il socialismo del XXI secolo”, espressione del gruppo dirigente del PRC dal 2008 ad oggi. Il tratto distintivo di questa mozione è l’elettoralismo, l’elevazione del rientro del PRC nelle assemblee elettive, da cui nel corso degli anni è stato progressivamente estromesso, a via maestra della rinascita dei comunisti e della sinistra (borghese) in Italia. Ha invece ottenuto appena il 28,5% dei consensi la mozione “Rifondazione e rivoluzione. Il Partito che vogliamo”, che aggrega al suo interno anime diverse accomunate dalla critica all’elettoralismo e dalla proposta di mettere al centro dell’azione del PRC la promozione e il sostegno delle lotte rivendicative dei lavoratori e delle masse popolari. E’ questa la mozione che ha raccolto il sostegno della parte del PRC che è più stanca degli inciuci opportunisti, dello spostamento a destra in nome dell’ “unità della sinistra”, del declino a cui l’elettoralismo ha condotto il PRC (all’ultimo congresso hanno votato poco più di 7000 iscritti, quasi la metà dei votanti al IX Congresso).

Due deviazioni non fanno una prospettiva. Lo scontro tra i promotori della linea dell’ “unità della sinistra” e i promotori dell’ “unità dei conflitti” è essenzialmente scontro tra due deviazioni del movimento comunista:

– l’elettoralismo (ridurre i compiti politici dei comunisti all’intervento nelle assemblee elettive borghesi, elevato ad obiettivo strategico),

– l’economicismo (ridurre i compiti politici dei comunisti alla promozione e al sostegno delle lotte rivendicative dei lavoratori e delle masse popolari anziché dirigere la lotta politica per la conquista del potere).

Sono le due tare storiche del movimento comunista nei paesi imperialisti in cui, nel corso della prima ondata, è rimasto impantanato anche il movimento comunista del nostro paese, passando dal primo PSI al PCI dei revisionisti moderni Togliatti, Longo, Berlinguer.

Due tare di cui il PRC (capofila della sinistra borghese sorta sulle ceneri del vecchio PCI revisionista) è stato continuatore e su cui oggi si divide tra i fautori dell’una e dell’altra tara… ma è come elevare a soluzione dei problemi del movimento comunista ciò che è stata la sua malattia degenerativa. D’altra parte la soggezione della dirigenza del PRC alla cultura borghese di sinistra e il suo ruolo attivo nella rimozione e denigrazione dei punti più alti raggiunti dalla prima ondata della rivoluzione proletaria (l’esperienza dei primi paesi socialisti che per i promotori di entrambe le mozioni è ancora la “storia di errori e orrori” di bertinottiana memoria) rende loro inconcepibili soluzioni all’attuale disastroso corso delle cose che vadano oltre l’orizzonte della società borghese. E’ per questo che lo scontro tra i dirigenti

 PRC su “unità della sinistra” o “unità dei conflitti” se è lungi dall’arrestare il declino del PRC, lo è ancor di più dalle aspirazioni di quei compagni che sinceramente e con dedizione sperano che dai capo-fila dell’una e dell’altra tendenza nasca qualcosa di positivo per le sorti del movimento comunista e della rivoluzione socialista nel nostro paese. (Continua a leggere…)

 

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[Italia] Cosa spinge una banca in attivo a licenziare 1569 persone

[Italia] Lavoro utile e dignitoso o assistenza a familiari in difficoltà? Tutte e due se attuiamo la Costituzione!

[Napoli] Rompere con il decreto Minniti si può

[Francia] Se la classe operaia è disposta a tutto

[Francia] Manifestazioni contro Macron: il fronte interno è il punto debole della borghesia imperialista

 

Centro di Formazione P. Carc e Commissione Rinascita Gramsci

Il rapper Salmo, Antonio Gramsci e il (nuovo)Partito comunista italiano

Identità di pensiero tra Stalin e Gramsci su Trotzky

Il (nuovo)Partito comunista italiano riprende il lavoro avviato da Gramsci e dal primo Partito comunista italiano per fare dell’Italia un nuovo paese socialista

 

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Da Resistenza n. 5/2017

Scarica qui il numero del mese di Maggio!

 

Intervista a Stefania Fantauzzi della FCA di Termoli

Stefania Fantauzzi è una compagna operaia alla FCA di Termoli dell’USB che durante un’assemblea sindacale è stata aggredita fisicamente da un altro operaio iscritto alla FIM-CISL. Il 12 aprile il P.CARC ha emesso un comunicato in sua solidarietà e la Redazione di Resistenza l’ha contattata per rinnovare la solidarietà e sapere se c’erano stati sviluppi della vicenda. Al netto della rabbia per l’aggressione subita, in poche battute emerge bene che Stefania pensa come un’operaia avanzata e agisce di conseguenza, in particolare non si lascia intimidire da quella che è una dimostrazione di debolezza del famigerato “metodo Marchionne”. (Leggi tutto)

 

A chi giova la tesi che siamo in un regime di moderno fascismo?

Nel numero 4/2017 di Resistenza abbiamo trattato il tema del moderno fascismo, torniamo sull’argomento in questo numero con un “taglio diverso”, dando risposta a tre domande che i promotori e i sostenitori della tesi che viviamo in un regime di moderno fascismo dovrebbero considerare, soprattutto quanti si definiscono comunisti: a. da dove viene questa tesi? b. Come influenza la classe operaia e le masse popolari? c. Quanto è utile alla causa del socialismo? (leggi tutto)

 

 

 

Nessun lavoratore è solo: da Brescia un esempio di organizzazione operaia

Per il clima di repressione e intimidazione che si vive nella fabbrica di Brescia (un centinaio di dipendenti, soprattutto donne) dove lavorano queste operaie, pubblichiamo l’intervista in forma anonima. A qualcuno sembrerà un eccesso di “paranoia”, ma si moltiplicano i casi di provvedimenti disciplinari – anche licenziamenti – per ciò che un lavoratore scrive su Facebook o comunque comunica all’esterno dell’azienda e per quello che fa sul posto di lavoro, anche se è nel suo pieno diritto. Pertanto, che sembri eccessivo o meno, anche questa precauzione è esemplificativa di una situazione come probabilmente, anzi sicuramente, ce ne sono tante altre, nascoste dietro i cancelli e i muri delle fabbriche, degli uffici, dei supermercati. Fra i compiti dei comunisti c’è anche quello di “scovarle”, conoscerle e imparare a leggervi i germi del nuovo che nasce sulle rovine del vecchio e sostenerli. Quello che segue è un esempio utile a tanti, ma in particolare a chi vuole darsi da fare e iniziare, dal suo “piccolo”, a organizzare la riscossa che parte dalle aziende e investirà tutto il paese. (Leggi tutto)

 

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Devolvi il 5×1000 della tua dichiarazione dei redditi all’Associazione Resistenza

Il cinque per mille è una forma di finanziamento che non comporta oneri aggiuntivi al contribuente, dal momento che questi, tramite la compilazione dell’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi, sceglie semplicemente la destinazione di una quota della propria IRPEF.

Se presenti il Modello 730  o Modello Unico Persone Fisiche:

1.      Compila la scheda sul modello 730 o Modello Unico Persone Fisiche;

2.      firma nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…”;

3.      indica nel riquadro il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;

Anche se non devi presentare la dichiarazione dei redditi puoi devolvere il 5 per mille:

1.      Compila la scheda fornita insieme al CU dal tuo datore di lavoro o dall’ente erogatore della pensione, firmando nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…” e indicando il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;

2.      inserisci la scheda in una busta chiusa;

3.      scrivi sulla busta “DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE IRPEF” e indica il tuo cognome, nome e il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;

4.      consegnala a un ufficio postale o a uno sportello bancario (che le ricevono gratuitamente) o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti, ecc.).

 

Promuovi il 5×1000 all’Associazione Resistenza SCARICA E DIFFONDI IL VOLANTINO  Fronte Retro

Associazione Promozione Sociale – Codice Fiscale: 97439540150 –

Via Tanaro 7, 20128 Milano, Tel: 02.26.30.64.54, Email: ass.resistenza@libero.it, Facebook: Associazione Resistenza

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