La nostra storia inizia parecchi anni fa quando la vecchia Birra Messina è passata nelle mani prima di Dreher e poi di Heineken, fin quando poi nel 2006 la dirigenza Heineken ci comunica ufficialmente che lo stabilimento di Messina non andrà più in produzione nel 2007, per motivi logistici, di personale e di mercato.
Newsletter n. 20/2017 – Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo
Questa settimana ti consigliamo:
[Messina] Se la classe operaia è decisa a vincere: intervista agli operai del birrificio “Messina”
Di seguito riportiamo l’intervista fatta da alcuni compagni della redazione del nostro mensile, Resistenza, a Mimmo, operaio del Birrificio Messina, storica azienda messinese che ha visto, nell’organizzazione e nella determinazione degli operai, la sua riapertura. I nostri compagni erano presenti in Sicilia per promuovere alcune presentazioni del libro “Rivoluzionaria Professionale”, autobiografia di Teresa Noce, ma anche per conoscere il contesto siciliano (in particolare Catania e Messina), incontrare contatti, stringere nuove relazioni. In questa ottica abbiamo cercato di entrare in contatto con alcune delle esperienze di lotta più importanti della regione, tra cui gli operai del Birrificio Messina che hanno condotto una storica battaglia per la riapertura dell’azienda. Dall’esperienza del Birrificio Messina impariamo che la classe operaia, se decisa e determinata, può salvare posti di lavoro, può gestire le aziende senza il padrone e farlo anche meglio. L’intervista segue il filo storico della loro mobilitazione fino ad arrivare ad oggi, e offre spunti utili di riflessione: la classe operaia ha mille risorse, è la forza portante di questa società, e se fa valere il suo ruolo (di classe) può vincere.
Ciao Mimmo, raccontaci la vostra storia e la vostra esperienza di lotta che vi ha portato fino a qui oggi.
La nostra storia inizia parecchi anni fa quando la vecchia Birra Messina è passata nelle mani prima di Dreher e poi di Heineken, fin quando poi nel 2006 la dirigenza Heineken ci comunica ufficialmente che lo stabilimento di Messina non andrà più in produzione nel 2007, per motivi logistici, di personale e di mercato. Il motivo era perchè Heineken aveva investito in due grossi stabilimenti, sia a Massafra che a Bergamo, con una superiore capacità produttiva. Noi all’epoca producevamo 600mila ettolitri, e loro ne producevano invece 5 milioni, perciò facendo i calcoli sulle spese di logistica e i flussi di mercato hanno deciso di chiudere lo stabilimento di Messina. Così noi nel 2006 ci siamo messi un pochettino in allarme, perchè è vero che Heineken voleva chiudere ma ci avrebbe trasferito comunque in altri stabilimenti. Siccome io e alcuni dei miei colleghi facciamo parte della terza generazione (i nostri nonni e padri hanno lavorato qui) che lavorava nel birrificio e nello specifico alla Birra Messina, noi non abbiamo accettato il trasferimento e per questo ci siamo messi in cerca di qualcuno che fosse disposto a rilevare il tutto. E così abbiamo trovato nel 2007 la famiglia Faranda, di cui Francesco Faranda era il figlio del primo proprietario dell’azienda (prima dell’acquisto di Dreher). Siccome ci siamo fidati appunto perchè era il figlio del vecchio proprietario e datore di lavoro, e lo conoscevamo bene per la serietà che lo contraddistingueva, abbiamo deciso di andare con lui. Così il 22 dicembre del 2007 abbiamo firmato la cessione di Heineken all’azienda Biscemi, di cui amministratore unico era proprio Francesco Faranda. Per i primi sei mesi tutto andava bene anche perchè facevamo ancora la Birra Messina per Heineken. Poi le prime difficoltà. Per le scelte sbagliate da parte della dirigenza, cominciavano ad andarci di mezzo i lavoratori, gli operai. Noi per incoraggiare l’imprenditore a restare in piedi e in produzione, abbiamo (siccome Heinken doveva darci la liquidità) immesso nelle casse dell’azienda il nostro TFR…(continua a leggere)
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[Napoli] La Sanità che si autorganizza: sostenere gli sportelli della prevenzione all’ex OPG
[Firenze] Pieno sostegno alla rivoluzione bolivariana in Venezuela!
[Centro Italia] La risposta del cratere alla futura visita di Renzi
[Italia] Artisti alla riscossa: quando il precariato fa spettacolo
Centro di Formazione P. Carc e Commissione “Gramsci”
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Da Resistenza n. 5/2017
Scarica qui il numero del mese di Maggio!
Lenin: posizioni di principio sul problema della guerra
Avvertenze. Pubblichiamo stralci di questo scritto di Lenin (scritto in tedesco nel dicembre 1916, estratto da Opere, vol. 23, traduzione rivista sull’originale – testo reperibile anche sul sito http://www.nuovopci.it – Classici del marxismo) considerando due differenze decisive: la Svizzera del 1916 non è l’Italia del 2017, nel 1916 la Prima Guerra Mondiale era già in corso e la Svizzera era neutrale, circondata da stati belligeranti. Tuttavia, differenze importanti a parte, le posizioni di principio sono questioni ideologiche decisive per il partito comunista e per il movimento rivoluzionario, nel 1916 come oggi, in Svizzera come in Italia.
Sottolineiamo qui, anche il passaggio finale sulla dialettica interna al partito socialdemocratico, esemplare sintesi dei motivi per cui nel movimento comunista la lotta ideologica è parte essenziale della lotta rivoluzionaria… (Leggi tutto)
Costituzione, guerra e rivoluzione
L’articolo 11 della Costituzione dice che l’Italia (Repubblica democratica fondata sul lavoro in cui la sovranità appartiene al popolo – articolo 1) ripudia la guerra. La Repubblica Pontificia (imperialisti USA, organizzazioni criminali, imperialisti UE e grandi capitalisti, sotto l’ala del Vaticano che è il governo occulto, irresponsabile e di ultima istanza del paese) non la ripudia affatto, anzi la sostiene… (Leggi tutto)
A chi giova la tesi che siamo in un regime di moderno fascismo?
Nel numero 4/2017 di Resistenza abbiamo trattato il tema del moderno fascismo, torniamo sull’argomento in questo numero con un “taglio diverso”, dando risposta a tre domande che i promotori e i sostenitori della tesi che viviamo in un regime di moderno fascismo dovrebbero considerare, soprattutto quanti si definiscono comunisti: a. da dove viene questa tesi? b. Come influenza la classe operaia e le masse popolari? c. Quanto è utile alla causa del socialismo? (Leggi tutto)
Lettera aperta agli operai e agli altri lavoratori che partecipano ai congressi locali dell’USB
Sono in corso i lavori congressuali dell’USB: a fine marzo sono iniziati i congressi locali, seguiranno quelli nazionali delle categorie Lavoro Privato e Pubblico Impiego (il 13 e 14 maggio) e il 9, 10 e 11 giugno a Tivoli si terrà il II Congresso nazionale confederale, con cui verrà sancita anche la strutturazione della Federazione del Sociale che raccoglie l’ASIA (diritto alla casa) e l’USB pensionati e punta a organizzare territorialmente precari, disoccupati, lavoratori autonomi, studenti, rifugiati… (Leggi tutto)
Sosteniamo Stefania e i diritti delle donne: fuori obiettori, Vaticano e fascisti dagli ospedali
Il 10 aprile, presso il Tribunale di Milano, si è svolta la prima udienza del processo a Stefania, la segretaria della sezione di Sesto San Giovanni. I fatti risalgono al 4 maggio 2013, quando fuori dalla clinica Mangiagalli di Milano si stava svolgendo una veglia di preghiera organizzata da un gruppo antiabortisti: alcune donne organizzarono un contro-presidio per contestarli e affermare la legalità dell’aborto, l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza libero anche da giudizi morali e dai tentativi di colpevolizzare la scelta di una donna sul proprio corpo… (Leggi tutto)
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Devolvi il 5×1000 della tua dichiarazione dei redditi all’Associazione Resistenza
Il cinque per mille è una forma di finanziamento che non comporta oneri aggiuntivi al contribuente, dal momento che questi, tramite la compilazione dell’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi, sceglie semplicemente la destinazione di una quota della propria IRPEF.
Se presenti il Modello 730 o Modello Unico Persone Fisiche:
1. Compila la scheda sul modello 730 o Modello Unico Persone Fisiche;
2. firma nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…”;
3. indica nel riquadro il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;
Anche se non devi presentare la dichiarazione dei redditi puoi devolvere il 5 per mille:
1. Compila la scheda fornita insieme al CU dal tuo datore di lavoro o dall’ente erogatore della pensione, firmando nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…” e indicando il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;
2. inserisci la scheda in una busta chiusa;
3. scrivi sulla busta “DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE IRPEF” e indica il tuo cognome, nome e il codice fiscale dell’Associazione Resistenza 97439540150;
4. consegnala a un ufficio postale o a uno sportello bancario (che le ricevono gratuitamente) o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti, ecc.).
Promuovi il 5×1000 all’Associazione Resistenza SCARICA E DIFFONDI IL VOLANTINO Fronte – Retro
Associazione Promozione Sociale – Codice Fiscale: 97439540150 –
Via Tanaro 7, 20128 Milano, Tel: 02.26.30.64.54, Email: ass.resistenza@libero.it, Facebook: Associazione Resistenza
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