“Open fontanelle”

Acea e Comune di Roma stanno chiudendo le fontanelle di Roma. Una scelta odiosa e stupida che non fa risparmiare acqua, le perdite riguardano infatti la rete obsoleta, ma impediscono l’accesso a dieci mila senza dimora. Quali sono le fontanelle già chiuse? Quali quelle che rimarranno aperte? Come spesso accade non è facile trovare le informazioni…

 

 

NEWSLETTER DI COMUNE

 

UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI
LA CAMPAGNA 2017 DI COMUNE

GERMOGLI (ANTONIO DE LELLIS)
“L’importanza di Comune sta in questo essere spazio per ciò che è nuovo, che sta germogliando dalla società… “ SEGUE QUI
 

LA POSSIBILITÀ DI RACCONTARSI (GAIA CALLIGARIS)
“Grazie Comune-info perché riesci a farci intravvedere altri mondi possibili, grazie perché dai loro la possibilità di raccontarsi…” SEGUE QUI

 

OPEN FONTANELLE
Acea e Comune di Roma stanno chiudendo le fontanelle di Roma. Una scelta odiosa e stupida che non fa risparmiare acqua, le perdite riguardano infatti la rete obsoleta, ma impediscono l’accesso a dieci mila senza dimora. Quali sono le fontanelle già chiuse? Quali quelle che rimarranno aperte? Come spesso accade non è facile trovare le informazioni, nonostante la “moda” degli open data e la “retorica” a cinque stelle della trasparenza. Alcune risposte in una mappa preparata da una rete dal basso. Intanto la protesta cresce
LA MAPPA COMPLETA E AGGIORNATA DI RETER

NO AL DL LORENZIN. DA MARTEDÌ A ROMA
Un grande movimento spontaneo e autoconvocato sta crescendo ogni giorno e fa sentire la sua voce contro l’imposizione coercitiva dei vaccini sui bambini prevista dal Decreto Lorenzin. In molte città italiane, nel sostanziale silenzio dei media, in queste settimane sono state promosse manifestazioni e fiaccolate. A partire da martedì, in Senato si vota l’approvazione definitiva di una misura che si vuole imporre ad ogni costo inventando emergenze e schiacciando la possibilità di esprimere critiche e la libertà di scelta di chi vorrebbe anche solo capire meglio. Dopo la grande partecipazione all’iniziativa dell’8 luglio a Pesaro (vedi foto), da martedì 1 1, e per almeno tre giorni, l’appuntamento nazionale è a Piazza 5 Lune, a Roma, durante la votazione decisiva dei senatori
S.C.

IL VACCINISMO DI GUERRA II PUNTATA ALEXIK

IL VACCINISMO DI GUERRA I PUNTATA ALEXIK

VACCINI, IRRUZIONE E COSTITUZIONE BARTOLO MANCUSO

DUE O TRE COSE SULLE VERITÀ DEI VACCINI RETE SOSTENIBILITÀ E SALUTE

BENESSERE ANIMALE
Nel giro di pochi decenni tantissime cose sembrano essere cambiate: si denunciano le atrocità compiute nei macelli, nei laboratori di vivisezione, si guardano con disprezzo attività quali caccia e pesca, sagre e zoo, per legittimate che siano. Per opporsi a un dilagante movimento mondiale contro la sopraffazione dei nonumani, dalla Coop alle pubblicità di Alessandro Gassmann che si diverte a imbrogliare i bambini, il nuovo mantra è il benessere animale: la realtà della vita da prigionieri e della crudelissima morte degli animali viene oscurata. Parlare di benessere animale significa non solo imbrogliare e sostenere l’industria della carne. Anche “Guillotin, relatore della legge che prevedeva le norme per l’utilizzo della ghigliottin a in Francia – ricorda Annamaria Manzoni -, assicurava che i condannati a morire con quel marchingegno non sentivano alcun dolore… Non ci fa onore che nella nostra specie ci sia chi ha avuto bisogno di un paio di secoli per inorridire…”
ANNAMARIA MANZONI
 

IL RIFIUTO DEL LAVORO AI TEMPI DELLA PRECARIETÀ
Negli ultimi decenni, con lo sviluppo delle nuove tecnologie (pensiamo all’effetto di trasformazione della telefonia cellulare), la potenza produttiva mondiale ha aumentato la sua espansione. Si tratta di un successo del capitalismo come sostiene la vulgata dell’economia neo-liberale? Niente affatto, risponde Franco Berardi Bifo, si tratta di un effetto dell’attività cooperativa di milioni di lavoratori cognitivi, è un effetto della creatività di ingegneri, designer, artisti. In termini di valore d’uso sono loro che hanno prodotto le innovazioni che trasformano la vita. Ciononostante quell’espansione non ha rilanciato la dinamica della cresc ita. “Alcuni credono che uscire dall’epoca della crescita significhi entrare in un universo di ristrettezze, ridurre le possibilità di godimento e di comodità. Ma non è così. La crescita non è da identificare con l’espansione del mondo di esperienza potenziale”. Insomma, la prospettiva della fuoriuscita dalla depressione contemporanea coincide con l’emancipazione delle aspettative di vita dal modello della crescita e del salario…
FRANCO BERARDI BIFO
 

L’AGRICOLTURA INDUSTRIALE. PROCESSO
Il modello di coltivazione e produzione agricola che si è imposto nella prima metà del secolo scorso ha ormai dimostrato il suo fallimento sotto ogni punto di vista: un miliardo di persone patisce ancora la fame e un altro miliardo soffre di obesità. Era basato sulla ricerca ossessiva del profitto economico e, per ottenerlo, non ha esitato a devastare l’intero pianeta e a minare la salute della maggioranza degli esseri viventi. Si fondava su un ordine biblico: occupare tutta la terra e soggiogarla, esercitare il dominio su ogni essere vivente della terra e del cielo
GUSTAVO DUCH

ABBIAMO SETE MA LE DIGHE LA AGGRAVANO
Fa sempre più caldo e sappiamo perché. Gli incendi devastano territori immensi e dalle nostre parti l’estate è appena cominciata. Altrove, 160 milioni di bambini vivono in zone dove la siccità è elevata o estrema, intollerabile. Le nefaste conseguenze per la salute della terra e dei suoi abitanti, al di là dell’anonima conta dei morti, dovrebbero essere molto evidenti per tutti. Più discutibili sono invece le possibili soluzioni, anche parziali, del problema. Una delle più perseguite, perché foriera di colossali profitti, sono le dighe. Secondo la ricercatrice Ted Veldkamp, dell’Università Vrije di Amsterdam, quasi un quarto della popolazione mondiale ha avuto un access o ridotto all’acqua per colpa dell’intervento umano, che riguarda soprattutto la costruzione di dighe che prendono l’acqua per l’irrigazione, per le città, o per la produzione di energia idroelettrica. Negli ultimi decenni, il mondo ha speso circa duemila miliardi di dollari per costruire dighe, eppure, dice Veldkamp, quest’attività ha condannato il 23% della popolazione mondiale a vivere con poca acqua. La selezione di notizie curata da Alberto Castagnola nel mese di giugno
A CURA DI ALBERTO CASTAGNOLA
 

IL G20, IL G8, IL G7 E TUTTI I G DI TUTTI GLI ALTRI
C’era una volta il G20. Ma anche i G8 e i G7, tutti i G possibili e organizzabili. Financo il G1, che è poi la sintesi più credibile, ovvero un solo, compatto grumo di ottuso potere, incapace di guardare al di là dell’attuale responso della borsa. È storia vecchia, no?A
ALESSANDRO GHEBREIGXIABIHER

G20, ENERGIA. TRUMP E GLI ALTRI IPOCRITI
Ad Amburgo, al vertice dei G20, la situazione si fa incandescente. Ad accendere la miccia, però, non sono state certo le proteste. L’atteggiamento irresponsabile dei leader mondiali è impressionante. Sul piano ambientale lo testimoniano in primo luogo le cifre. Gli Stati, a cominciare da quelli europei, pronti alla levata di scudi sul mancato rispetto degli impegni sul riscaldamento del pianeta da parte di Trump, continuano a destinare come nulla fosse fiumi di denaro per l’estrazione di petrolio, gas e carbone tramite le agenzie di credito all’esportazione e le istituzioni nazionali, bilaterali e multilaterali di sviluppo. L’Italia è in prima fila, sostiene le fonti ene rgetiche più inquinanti con 2,1 miliardi di dollari l’anno, mentre alle rinnovabili destina appena 123 milioni. E pensare che al mondo fanno credere che bisogna stare col fiato sospeso per sapere se questa volta Trump ha stretto la mano alla Merkel
LUCA MANES
 

GRAVE AGGRESSIONE A BERTA ZUNIGA CÁCERES
Il primo luglio Bertita Zuniga, la figlia della dirigente indigena e ambientalista assassinata nel marzo 2016 dalla mafia delle Grandi Opere in Honduras, è sfuggita a un agguato insieme ad altri due compagni del Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari ed Indigene dell’Honduras (Copinh). Come nel caso dell’omicidio della mamma, Berta Caceres, la probabile ragione dell’attentato contro i tre ragazzi è legata all’accesso all’acqua delle comunità
INFOAUT

SONO ILARIA ALPI…
“Sono Ilaria Alpi. Io e il mio operatore Miran Hrovatin, siamo stati uccisi il 20 marzo 1994. Io ero una donna, una giornalista e una figlia. Mi hanno ammazzato, e adesso vedo che la mia morte è stata archiviata… Io sono morta perché credevo in quello che facevo… Avevo solo trentatré anni, ed ero andata in Somalia, a Bosaso, per entrare nel cuore di quella terra e raccontarla, da giornalista. Mi hanno ucciso in un agguato. Erano pronti sette killer per me. Forse ero nella pista giusta? Forse avevo capito troppo? Avevo visto malaffari che hanno visto a Bosaso traffici d’ogni genere: armi, rifiuti tossici, scorie radioattive, tangenti e riciclaggio di denaro sporco?… Io Ilaria, accuso tutti voi di non avermi cercata, di non avermi difesa, di non aver capito la mia morte…. Nessuno mai dimenticherà la mia morte. Nessuno. A parte lo Stato Italiano…”
CLAUDIA ALPI
 

LA VIE DELLE BOMBE ITALIANE SONO INFINITE
Il misterioso viaggio di un carico della Rwm Italia di Domusnovas, in Sardegna, l’azienda che produce le bombe serie MK che da due anni fanno strage di civili nello Yemen. L’intervento lungo il percorso del Ministero della Difesa italiano, rivelato dalla compagnia Moby, proprietaria del cargo che trasportava la merce da Olbia a Piombino, copre una commessa degli Stati Uniti destinata a Camp Darby, la limitrofa base logistica dello U.S. Army, che rifornisce le forze terrestri e aeree Usa nell’area mediterranea, mediorientale, africana e oltre? E quelle armi erano comunque destinate alla guerra dei sauditi nello Yemen o a qualche altra macelleria? Il quesito sarà oggetto di un’interrogazione parlamentare da p arte di chi scrive
ROBERTO COTTI

AI MARGINI PER RIPARARE IL MONDO
È ancora possibile fare politica insieme agli impoveriti e agli ultimi, ai piccoli e ai deboli, senza rimanere ingabbiati nei soliti rituali e nelle meschine dinamiche dei palazzi? Si può partecipare alla polis senza gridare, senza imporre i propri egoistici interessi, senza sollecitare i più bassi istinti (a)sociali? Chi si ricorda più, ad esempio, di Michele, il precario della vita che si è congedato da questo mondo qualche mese fa? Dopo l’emozione di un momento, tutto dimenticato, tutto finito nel tritacarne mediatico. Chi si occupa dei migranti schiavi, vittime del caporalato in Puglia come in Sicilia? E dei migranti in fuga dai cambiamenti climatici? Può esistere ancora uno spazio non devastato e avvelenato, d ove animare un tessuto sociale, politico, lontano da ogni tentazione di potere? È possibile fare politica insieme a quelli che vivono in basso e con Alex Langer?
ALESSIO DI FLORIO
 

Casco obbligatorio per i ciclisti, targhe per le bici, giubbotti catarifrangenti per i pedoni non bastano: le auto hanno bisogno di sicurezza e di spazi (in fondo in Italia occupano solo un quarto del suolo cittadino). A quando i guinzagli per i bambini?
LINDA MAGGIORI
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71 COPPIE PER STARE BENE INSIEME
Interessanti esperienze di bilinguismo arrivano a Padova dalla Catalogna e da Bolzano per favorire la convivenza tra residenti e migranti: è il progetto Cleopa, promosso dalla parrocchia di Santa Rita. Attraverso passeggiate per la città veneta, si creano spazi di scoperta, ascolto e dialogo
ANNALISA SCARPA

 

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