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Quanto più si aggrava la crisi economica e la crisi del sistema politico borghese, tanto più noi comunisti dobbiamo aver chiaro noi stessi e indicare a chi raggiungiamo con la nostra propaganda e le nostre parole d’ordine, la meta verso cui andare: l’instaurazione nel nostro paese del socialismo.

 

13 luglio 2017

2017, centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità

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Impariamo dall’esperienza della rivoluzione russa e della costruzione del socialismo in Unione Sovietica per far avanzare la rivoluzione socialista fino alla vittoria: l’instaurazione del socialismo!

 

Quanto più si aggrava la crisi economica e la crisi del sistema politico borghese (ossia dell’insieme delle istituzioni politiche borghesi e delle relazioni di ognuna di esse con le altre e con le masse popolari), tanto più noi comunisti dobbiamo aver chiaro noi stessi e indicare a chi raggiungiamo con la nostra propaganda e le nostre parole d’ordine, la meta verso cui andare: l’instaurazione nel nostro paese del socialismo (il governo del paese nelle mani delle organizzazioni operaie e popolari dirette dal partito comunista, l’economia trasformata in un’attività pubblica, la partecipazione crescente delle masse popolari alla direzione della società). Oggi, nell’immediato, per far avanzare la rivoluzione socialista in corso dobbiamo 1. estendere la mobilitazione degli operai e degli altri lavoratori avanzati a costituire organizzazioni operaie e popolari in ogni azienda capitalista e in ogni azienda e istituzione pubblica per difendere i propri diritti e mantenere in vita la loro azienda e ogni posto di lavoro e 2. orientare ogni organizzazione operaia e popolare a uscire dalla propria azienda, agire da pubblica autorità e coalizzarsi con le altre fino a costituire un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia rendendo il paese ingovernabile per ogni altro governo. Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà la strada e aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi. L’Italia può essere questo paese.

Una delle più importanti differenze tra la situazione attuale e quella degli anni ’30 del secolo scorso, successivi al crollo delle Borse nel 1929, è che allora a fronte del mondo capitalista in pieno sconvolgimento c’era l’Unione Sovietica di Stalin che avanzava, aveva fatto fronte vittoriosamente a ogni aggressione, resisteva a ogni forma di sabotaggio e boicottaggio e progrediva. Essa mostrava come tutto il mondo poteva diventare, mostrava un modello anche se di per se stessa era ancora un paese economicamente arretrato rispetto ai paesi imperialisti, come i nemici del comunismo, Trotzki con più autorità di tutti, mettevano in primo piano. Allora nessuna Thatcher osava dire che non c’era alternativa (there is no alternative – TINA) allo sfacelo dei paesi capitalisti e del sistema imperialista mondiale. Ora a causa della lunga opera di corruzione e disgregazione condotta dai revisionisti moderni guidati prima da Kruscev e poi da Breznev l’Unione Sovietica è dissolta e a causa della politica di reintegrazione nel mercato mondiale dominato dai gruppi imperialisti imposta da Teng Hsiao-ping e dai suoi seguaci e successori, la Repubblica Popolare Cinese non è un modello per le masse popolari del resto del mondo: è solo un concorrente degli USA anch’essi in piena crisi economica, politica, sociale e ambientale e degli altri paesi imperialisti.

TINA, la rivoluzione socialista non è possibile, “il vecchio mondo muore, ma il nuovo non può nascere” sono le parole d’ordine della borghesia e del clero, dei loro agenti e seguaci, dei malcontenti del catastrofico corso delle cose che non osano alzare lo sguardo oltre l’orizzonte del capitalismo anche se alcuni di essi si professano e forse persino si credono  comunisti.

Il centenario della Rivoluzione d’Ottobre che diede il via alla costituzione dell’Unione Sovietica diretta prima da Lenin e poi da Stalin e sollevò nel mondo intero la prima ondata della rivoluzione proletaria, è l’occasione per imparare dall’esperienza a fare la rivoluzione socialista. Le opere dei nostri tre grandi maestri, Lenin, Stalin e Mao sono materiale di studio e fonti di insegnamenti per far avanzare la rivoluzione socialista. Esse sono disponibili in italiano.

 

Le Opere Complete di V.I. Lenin, 45 volumi, tradotti e pubblicati dagli Editori Riuniti dalla IV edizione sovietica iniziata nel 1941, sono consultabili e scaricabili in pdf nel Marxists Internet Archive:

https://www.marxists.org/italiano/lenin/lenin-opere/index.htm

Attenzione che la traduzione di alcuni passaggi travisa il pensiero di Lenin e in particolare sono poco affidabili i resoconti dei suoi discorsi (più volte lo stesso Lenin vietò la pubblicazione di resoconti di suoi discorsi): il significato dei singoli passaggi si deve ricostruire dall’insieme degli scritti di Lenin dello stesso periodo.

Singoli scritti di Lenin con appropriate annotazioni per far fronte al limite anzidetto sono disponibili in word nel sito del (n)PCI:

http://www.nuovopci.it/classic/lenin/inlenin.htm

 

Delle Opere di G.V. Stalin

– i primi cinque volumi (periodo 1901-1923) sono disponibili anche in edizione cartacea, Edizioni Rapporti Sociali, via Tanaro, 7 – 20128 Milano (ITALY) tel e fax: (+39)0226306454 edizionirapportisociali@gmail.com  –  www.carc.it

– i primi dieci volumi (periodo 1901-1927) tradotti e pubblicati dalle Edizioni Rinascita sono consultabili e scaricabili in pdf ai seguenti indirizzi Internet:

http://www.nuovopci.it/classic/instalin.html

http://ciml.250x.com/archive/stalin/italian.html

– scritti di Stalin successivi al 1927 fino a quelli del 1952 sono consultabili e scaricabili come opere singole consultando i seguenti indirizzi Internet:

http://www.nuovopci.it/voce/voce55/rivottstalin.html 

http://www.nuovopci.it/voce/voce54/StalinQdL.html

http://www.nuovopci.it/classic/instalin.html

http://ciml.250x.com/archive/stalin/italian.html 

http://www.bibliotecamarxista.org/autori/stalin.htm

Le Edizioni Rapporti Sociali pubblicheranno entro il 2017 Storia del PC(b) dell’URSS. Breve corso. Esso doveva essere il volume 15 (già pubblicato come volume a sé nel 1938) dei 16 volumi di Opere di G.V. Stalin progettato nel 1946 dall’Istituto Marx-Engels-Lenin, ma il progetto si arrestò al vol. 13: i volumi 14 e 16 (periodo 1934-1945) non vennero pubblicati a seguito dell’avvento nel 1956 dei revisionisti moderni alla direzione del PCUS e dell’Unione Sovietica. Nello stesso anno le Edizioni Rinascita arrestarono la pubblicazione della traduzione italiana, giunta al volume 10.

 

Le Opere di Mao Tse-tung (25 volumi che coprono l’intero periodo di attività politica di Mao dal 1917 al 1976) sono disponibili in edizione cartacea presso le Edizioni Rapporti Sociali, via Tanaro, 7 – 20128 Milano (ITALY) tel e fax: (+39)0226306454 edizionirapportisociali@gmail.com  –  www.carc.it

Le stesse opere sono consultabili e scaricabili in pdf al seguente indirizzo Internet:

http://www.nuovopci.it/classic/mao/indexmao.html

Le Opere di Mao sono indispensabili per imparare dall’esperienza della rivoluzione russa e dalle Opere di Lenin (periodo 1893-1923) e di Stalin (periodo 1901-1952). Gli apporti del maoismo al patrimonio scientifico del movimento comunista permettono di vedere nell’esperienza sovietica aspetti, essenziali per la rivoluzione socialista che i comunisti  oggi promuovono, che Lenin e Stalin non indicano espressamente (li praticarono ma non ne avevano ancora consapevolezza). In particolare si tratta di cinque aspetti: 1. la rivoluzione socialista non come “Ottobre che arriva” ma come guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che culmina nella vittoria di Ottobre 1917; 2. la linea di massa come principale metodo di lavoro e di direzione del partito comunista; 3. la lotta tra le due linee nel partito comunista come strumento indispensabile per difendere il partito dall’influenza della borghesia e delle altre classi dominanti e sfruttatrici; 4. la riforma intellettuale e morale che i comunisti devono compiere alla scuola del partito comunista; 5. la lotta di classe nei paesi socialisti (una volta trasformata per l’essenziale l’economia in una attività pubblica, nei paesi socialisti la borghesia è composta dai dirigenti del partito comunista, delle istituzioni sociali e delle organizzazioni di massa che si oppongono ai passi avanti verso il comunismo che è via via possibile compiere e per risolvere i problemi della società socialista adottano o propugnano l’adozione di metodi propri delle classi dominanti).

Questi cinque apporti del maoismo assieme al sesto (la rivoluzione di nuova democrazia nei paesi semifeudali con componente della rivoluzione proletaria) sono illustrati in La Voce n. 41 (luglio 2012) e n. 10 (marzo 2002).

Quelli che non vedono questi aspetti nella rivoluzione russa e nella costruzione del socialismo in Unione Sovietica, finché essa esercitò il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale, approfittano del centenario della Rivoluzione d’Ottobre per andare in giro a predicare che “l’Ottobre sta arrivando” e bisogna prepararsi a cogliere l’occasione con campagne di denunce e proteste e con rivendicazioni economico-pratiche; che “il mondo è completamente cambiato” rispetto al secolo scorso: bisognerà instaurare un imprecisato “modello economico e sociale post-capitalista” (i più audaci accennano a un imprecisato “socialismo”), non è necessario costruire il partito comunista, non occorre che il partito comunista porti la coscienza comunista al proletariato, perché le masse popolari cambieranno il corso delle cose spontaneamente, salvo poi lamentarsi e maledirle perché “poco combattive”. Esaltano Lenin per passare sotto silenzio o addirittura denigrare Stalin, Mao e la costruzione del socialismo in Unione Sovietica, nella Repubblica Popolare Cinese e negli altri paesi socialisti. Secondo loro l’eliminazione dell’Unione Sovietica era inevitabile (non osano proclamare ma condividono la vecchia solfa dei socialdemocratici: “non bisogna prendere il potere”). La loro filosofia di riduce ad affermare che è possibile solo quello che esiste, che l’essere è l’essere, mentre noi comunisti diciamo che nella realtà ogni cosa è quello che è ma gli uomini fanno la loro storia basandosi per ogni cosa anche su quello che può diventare. Quanto alle origine dell’attuale catastrofico corso delle cose, essi passano sotto silenzio gli errori e i limiti dei partiti comunisti che non sbarrarono la strada ai revisionisti moderni (Kruscev, Togliatti, Teng Hsiao-ping, ecc.) e proclamano che “il risultato più evidente delle politiche di ristrutturazione post-fordista della produzione e del mondo del lavoro e delle politiche di sostegno all’accumulazione del capitale finanziario transnazionale nella fase globale della sua espansione è sicuramente l’insieme delle condizioni di frammentazione, flessibilità, precarietà lavorativa ed esistenziale, stratificazione complessa della forza-lavoro, che costituiscono oggi la dimensione oggettiva della debolezza negoziale, organizzativa e soggettiva (in termini di identità di classe) della classe dei lavoratori salariati” (da Verso le Tesi di Aprile 2.0. L’attualità del pensiero leniniano del XXI secolo, documento politico preparatorio del primo incontro – Napoli 12 maggio – della campagna “l’Ottobre sta arrivando”). Salvo poi cadere nella contraddizione logica di proclamare che “nello stato attuale di frammentazione, stratificazione e precarizzazione della forza-lavoro funzionale e conseguente all’estensione della modalità di accumulazione flessibile dell’organizzazione post-fordista della produzione, gli obiettivi economici e sociali che possono favorire la ricomposizione oggettiva delle classi salariate, quindi l’unità di occupati e non occupati, il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro, e, più in generale, la ricostruzione delle condizioni oggettive dell’unità e della solidarietà di classe, del potere contrattuale dei lavoratori e della loro partecipazione attiva alla vita politica, sono da considerarsi tutte come possibili obiettivi immediati della lotta economica e politico-sociale dei comunisti per la riconfigurazione del conflitto capitale-lavoro” (dallo stesso documento). Secondo loro è possibile ricostruire con lotte politiche e rivendicative, addirittura solo con campagne di denuncia e protesta, le condi zioni politiche, economiche e sociali del capitalismo dal volto umano del periodo 1945-1975, che furono il risultato della prima ondata della rivoluzione proletaria, benché abbiano appena affermato che il corso attuale delle cose sarebbe il risultato di trasformazioni irreversibili del mondo, manifestazione di un mondo del tutto diverso da quello che era.

È in questo groviglio di contraddizioni logiche e di attività senza prospettive che si agitano esponenti e organismi della sinistra borghese e gruppi disfattiti e attendisti che si dicono comunisti. Noi comunisti possiamo e dobbiamo trarre profitto dalla mobilitazione che essi suscitano grazie al prestigio e alle relazioni di cui ancora godono presso le masse popolari. Se non ci mettiamo al loro seguito, possiamo giovarci della loro opera per far avanzare la rivoluzione socialista. La costituzione del Governo di Blocco Popolare e l’attuazione del suo programma costituiranno un periodo di lotte di livello superiore all’attuale e accelereranno la rinascita del movimento comunista. Prima o poi la borghesia e il suo clero si troveranno con le spalle al muro. Se allora per ristabilire pienamente il loro potere scateneranno la guerra civile, noi saremo in grado di vincere e instaureremo il socialismo. Se sicuri di essere sconfitti non oseranno scatenarla e cederanno il potere senza combattere (caso difficile e raro, ma non impossibile), comunque instaureremo il socialismo e daremo inizio a una nuova fase della nostra storia.

A compiere questo percorso con successo, con meno errori e più rapidamente, ci servono le lezioni della Rivoluzione d’Ottobre e della costruzione del socialismo in Unione Sovietica!

 

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 Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it

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