In un’intervista a Ernesto Navarro di RT, il fratello del Comandante Hugo Chavez e neo-eletto costituente in Venezuela, Adán Chávez, commenta la decisione degli Stati Uniti di sanzionare lui e tutti gli altri eletti nella storica elezione di domenica 30 luglio, quando oltre otto milioni di venezuelani hanno sfidato terrorismo e violenze per esercitare il loro diritto al voto.
Il fratello del Comandante Hugo Chavez: “Gli Usa parlano di democrazia, ma agiscono da fascisti”
In un’intervista a Ernesto Navarro di RT, il fratello del Comandante Hugo Chavez e neo-eletto costituente in Venezuela, Adán Chávez, commenta la decisione degli Stati Uniti di sanzionare lui e tutti gli altri eletti nella storica elezione di domenica 30 luglio, quando oltre otto milioni di venezuelani hanno sfidato terrorismo e violenze per esercitare il loro diritto al voto. “Questi ultimi assalti dell’Impero nord-americano rafforzano solo il nostro impegno per la libertà, la sovranità e la nostra lealtà all’eredità di Hugo Chávez”, ha proseguito.
“Questo tipo di aggressioni”, prosegue, avvengono nel mezzo “di una guerra mediatica che presenta un mondo alla rovescia”. Secondo Adàn “coloro che governano negli Stati Uniti parlano di democrazia, ma agiscono da fascisti”.
La decisione del Dipartimento del Tesoro di sanzionare tutti i costituenti viene motivata sulla base della “non democraticità” della decisione presa dal Presidente Maduro. Adán Chávez risponde come in Venezuela “si agisce in modo rigoroso seguendo il dettame della nostra Costituzione: una vera democrazia partecipativa e protagonica”.
Rivolgendosi poi a tutti i popoli del mondo, sottolinea come “l’Assemblea Nazionale Costituente, non c’è alcun dubbio, ha un’origine sovrana e assolutamente costituzionale. Il governo di Maduro è veramente democratico e per questo oltre otto milioni di venezuelani sono andati a votare il 30 luglio: per la Costituente, per la pace e per la sovranità della nostra Patria”.
Washington non deve intromettersi negli affari interni dei venezuelani. “A loro dico quello che grida il nostro popolo nelle strade:’Yankee, go home'”, conclude.