Alcune tristemente note associazioni cattofasciste hanno iniziato la schedatura delle scuole della provincia di Bologna in cui si diffonderebbe “l’ideologia gender”, lista completa anche di indice dei progetti e dei libri incriminati, segnalando in rosso come “cattive” tutte le scuole che hanno messo in pratica iniziative contro l’omofobia, il razzismo.
Iniziata la schedatura delle scuole della provincia di Bologna in cui si diffonderebbe “l’ideologia gender”, lista completa anche dei progetti e dei libri incriminati
Come augurio di buon anno scolastico, alcune tristemente note associazioni cattofasciste, con l’appoggio di altrettanto tristemente noti politici della destra locale, hanno iniziato la schedatura delle scuole della provincia di Bologna in cui si diffonderebbe “l’ideologia gender”, lista completa anche di indice dei progetti e dei libri incriminati, segnalando in rosso come “cattive” tutte le scuole che hanno messo in pratica iniziative contro l’omofobia, il razzismo e a favore del rispetto e della parità di genere.
Si tratta solo dell’ultimo episodio di pressione e intimidazione che le e gli insegnanti hanno dovuto subire in questi ultimi mesi. In seguito agli inquietanti episodi dello scorso anno nelle scuole del bolognese e non solo (le intimidazioni in occasione dello spettacolo Fa‘Afafine e del festival Uscire dal guscio, la diffusione della fake-news del matrimonio gay tra bambini) abbiamo chiesto un colloquio con il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale. All’incontro ha invece partecipato il Direttore dell’Ufficio Provinciale che ci ha fornito timide rassicurazioni rispetto alla netta presa di posizione da noi sollecitata riguardo alle intimidazioni ricevute dalle scuole di sua competenza.
Evidentemente quanto fatto finora dalle istituzioni non è stato sufficiente a scoraggiare le iniziative di questi gruppi di integralisti cattolici, se oggi ci troviamo a dover stigmatizzare una lista di proscrizione di stampo fascista nei confronti di scuole che cercano di contrastare disparità e discriminazione di genere radicate nella nostra società.
In questo triste scenario una parte non secondaria di responsabilità è da attribuire anche alla Ministra Fedeli che alla fine di luglio ha ricevuto i rappresentanti delle principali associazioni cattofasciste dando così riconoscimento istituzionale alle loro deliranti pretese.
Chiediamo da parte della Ministra Fedeli un’immediata presa di posizione, non solo contro questa ultima intollerabile iniziativa nel bolognese, ma anche contro l’intera campagna diffamatoria che ha inventato l’“ideologia del gender”.
Sollecitiamo l’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna a prendere iniziative legali contro questa attività diffamatoria, basata tra l’altro su notizie false e già ampiamente smentite, e chiediamo da parte dell’Ufficio l’attivazione di iniziative volte a favorire la conoscenza e la partecipazione delle scuole ai progetti che affrontano il tema dell’educazione al rispetto delle differenze di genere.
Pensiamo sia necessario far crescere nella scuola e nella società la solidarietà verso chi subisce tali pressioni, smascherare le menzogne di integralisti cattolici e fascisti e ribadire il nostro impegno per una scuola e una società laiche e plurali.