L’uscita del senatore Vincenzo D’Anna, a proposito degli stupri avvenuti recentemente nelle nostre città – “la donna porta con sé l’idea della preda” -, che tradotta volgarmente suona “se la sono cercata”, non è solo meno peregrina di quanto si pensi, ma ha anche parentele ideologiche, filosofiche, scientifiche, in alto loco.
NEWSLETTER DI COMUNE
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI
LA CAMPAGNA 2017 DI COMUNE
APRIRE CREPE NEI MURI [ALESSANDRA MECOZZI]
«Aderisco alla campagna 2017, mettendocela tutta per aprire crepe nei muri che, prima o poi, ne sono sicura, crolleranno. Intanto facciamoli crollare nelle teste e nella vita quotidiana di ognun@ …»
CI PIACE [COOPERATIVA MAG4 DI TORINO]
«Comune ci piace così come è …»
DEGNE O INDEGNE. MA AGLI OCCHI DI CHI?
L’uscita del senatore Vincenzo D’Anna ha parentele ideologiche, filosofiche, scientifiche in alto loco e molti precedenti. “Sante” o “puttane”, degne o spudorate, è con il dominio dello sguardo dell’uomo che si è costruita la “natura” femminile
LEA MELANDRI
CI STAVANO
Ci stavano. Questa è la linea difensiva dei due carabinieri di Firenze accusati di stupro. Ci stava. Questa è la linea difensiva del 26enne israeliano accusato da una turista belga di aver tentato di violentarla. In tutto il mondo, gli uomini stuprano e uccidono donne in qualsiasi scenario. Le donne possono evitare, come è loro consigliato, le aree poco illuminate, di uscire la sera, di bere qualcosa in pubblico, di indossare gonne corte. Scrive Maria G. Di Rienzo: “Sino a che non mettiamo in questione il collegamento diretto fra la mascolinità costruita socialmente e la violenza, l’unico mondo in cui le donne non saranno più assalite può essere solo un mondo in cui le donne non esistono più…”
MARIA G. D I RIENZO
NON SIAMO LE VOSTRE DONNE
«Dovremmo poter dire alle nostre figlie: siate libere! Invece dobbiamo dir loro: state attente! Non vestitevi in un certo modo. Non guardate in un certo modo… Finché qualcuno penserà che ci dovranno proteggere, nulla potrà cambiare. Sappiate che io non dirò alle mie figlie come vestirsi – scrive Penny, madre e insegnante – Né di abbassare lo sguardo. Parlerò di diritti. Di necessità. Parlerò di una ragazza di sedici anni morta per mano di quello che veniva chiamato amore, per futili motivi. Di un’altra per delle briciole sul tavolo. Un’altra abusata sulla spiaggia. Di due ragazze che a Firenze erano vittime, e sono state vessate da parole di uomini stolti. Di una ragazzina di quindici anni stuprata dal branco per mesi e di un sindaco c he dice convinto: “È stata una bravata!”. Racconterò fino a che non avrò fiato…»
PENNY
INSEGNANTI PER LA CITTADINANZA
Se adottiamo lo sguardo del lungo periodo, l’unico che consente di cogliere i processi poco visibili che cambiano la società in profondità, possiamo già dire che quella che comincia il 3 ottobre dentro e intorno a molte scuole di tutta Italia sarà una splendida pagina di “cittadinanza attiva”, di “democrazia dal basso”, un seme di speranza che contribuisce sul serio a creare un mondo nuovo. Dal 3 ottobre al 3 novembre, infatti, insegnanti ed educatori che aderiscono a “Insegnanti per la cittadinanza. Appello di docenti ed educatori per lo ius soli e lo ius culturae” (tra i primi firmatari Franco Lorenzoni, Giuseppe Bagni, Giancarlo Cavinato, Eraldo Affinati, Roberta Passoni, Alessandra Smerilli) si impegnano a promuovere le più diverse iniziative – inevitabilmente insieme a bambini e ragazzi, famiglie, territori intorno alle scuole – per affrontare il tema dello ius soli nelle scuole. Su Comune accompagneremo passo passo la mobilitazione, che ha tutti i presupposti per rivelarsi più importante perfino del risultato che emergerà in parlamento. Qui il testo dell’appello da firmare subito e le informazioni sulla mobilitazione
FIRMA SUBITO L’APPELLO
IUS SOLI E UNA POCO DIVINA COMMEDIA
Come si può spiegare a a Gabriele e Jasmine che non sono bambini come gli altri, che non avranno la cittadinanza?
FRANCESCA DE CAROLIS
CREDO NEI BAMBINI
“Credo nei bambini. In ciò che sanno fare… nel loro essere mutanti. Trasformisti. Giocolieri. Nella potenza delle loro parole inventate. Credo nel loro stupore da bocca aperta…
Credo ai loro pianti, dentro cui crescono…
Nei loro silenzi che parlano…
Credo nella loro capacità di fare pace. In un attimo…
Credo nei loro sogni. Così impossibili da diventare possibili.
Nelle loro assurde certezze, così vicine alla verità. Tipo che le differenze non contano e siamo tutti figli del mondo…
Nei loro mille perché…
Nella loro capacità di amare. Amano se amano. Un animale. Un amico. Una madre. Un padre. Un fratello. Una cosa. Non importa chi e come…
Nella capacità di farti sentire bene. Una c arezza. Un sorriso. Mille cuori su fogli di carta. Questo è per te.
Credo nei bambini. Tutti. Nessuno escluso. Se ne perdo uno, non è lo stesso. È questo il mio mestiere…”
PENNY
QUANDO IL GESTO SI FA SEGNO
La Lingua dei Segni (Lis), non tutti lo sanno, non è un metodo ma una lingua in senso pieno, dotata di un storia, un vocabolario, una grammatica. Per altro, alcune interessanti sperimentazioni nella scuole hanno dimostrato che gli udenti godono, grazie all’apprendimento della Lis, di un effetto di precocizzazione di altri apprendimenti. Soprattutto, acquisiscono, come accade quando in età infantile si impara una lingua seconda, uno sguardo più acuto, una competenza e un uso migliori della propria lingua madre. Tuttavia, non essendo mai stata riconosciuta come lingua minoritaria – il parlamento ha sempre altre priorità – non dispone di uno statuto univoco rispetto alla metodologia e alla autorevolezza epistemologica con cui viene insegnata. Per questo, tra le altr e cose, non costituisce titolo per entrare nella graduatoria per l’insegnamento curricolare. “Mi faceva notare una dirigente scolastica – scrive Renata Puleo – che, nella famosa e famigerata chiamata diretta dei docenti voluta dalla legge 107/15, anche in scuole con presenza di alunni sordi la sua competenza non è stata considerata titolo valutabile nel curriculum di presentazione al dirigente…”
RENATA PULEO
ALEX CORLAZZOLI
L’ALTRA FACCIA DELLA GUERRA
La società greca, che coniò il termine democrazia, era misogina, sessista ed escludente. Come lo era quella statunitense, ancora schiavista, che diede una forma moderna alla democrazia. Niente di tutto questo appartiene al passato. Ma forse, più che nel passato recente, siamo indotti a vedere il nemico fra di noi (basta pensare ai migranti) invece di occuparci di un sistema dominante che ci opprime e spoglia di quel poco che siamo riusciti ancora a difendere: la terra, i diritti, le pensioni. Lo scontento dilaga, i partiti e lo stesso regime dominante perdono legittimità e credibilità ma i suoi manovratori incentivano o provocano artificialmente scontri fra settori diversi della popolazione. È l’altra faccia della guerra contemporanea. Eppure, nessuna ev idenza del carattere reale del regime riesce a convincere tutti della necessità di abbandonarlo. Si direbbe che spingendo all’estremo la critica si produce un’angosciante sensazione di vuoto, che induce poi a tornare alle consuete sicurezze. C’è sempre, tuttavia, quel che non raccontano i media, per esempio che stiamo facendo vedere che gli estremi a cui stanno arrivando i governi non sono anomalie contingenti o provvisorie o che, un passo dopo l’altro, tutti i giorni, riusciamo a smantellare un po’ di questo immaginario
GUSTAVO ESTEVA
L’ARTE NEL TEMPO DELLA BRUTALITÀ
Da Gorizia a Kessel, le istituzioni aggrediscono gruppi di artisti: nazionalismo, razzismo e identitarismo crescono per effetto dell’impoverimento imposto dal capitalismo finanziario. Ma l’arte resta una delle poche strade con cui immaginare e creare un mondo nuovo. Scrive Franco Berardi Bifo: “Il punto non è soltanto la libertà di espressione… L’arte è la ricerca della sensibilità, mentre la brutalità si diffonde per effetto dell’impoverimento materiale e spirituale. Gli artisti non sono più una piccola élite di professionisti della bellezza, sono lavoratori precari, e la loro azione non consiste nell’estetizzare l’orrore. La loro azione consiste nel cercare una via di uscita dall’inferno…”
FRANCO BERARDI BIFO
INTERCULTURA E CITTADINANZA DEL COMUNE
Ragionare di “intercultura”, “cittadinanza”, “cultura”, “comune” è difficile quanto importante. Si tratta, in tempi di nazionalismi, muri e identitarismi, di indagare i nessi e le differenze, e di scoprire come quei concetti trovano un senso pieno soltanto nella loro articolazione a livello globale con la possibilità di declinarsi in contesti territoriali. Vale allora la pena fare nostra un’idea di “cittadinanza” come perenne campo di tensione tra ricerca, invenzione di nuovi diritti e definizione di doveri, e di “cittadinanza del comune”, come qualcosa che, spiega Stefano Rota, “prende forma e vita all’interno degli spazi sottratti alle logiche di messa a profitto della totalità delle nostre vite&helli p;”
STEFANO ROTA
IL MONDO SULLE SPALLE
“Camicia larga colorata e sulle spalle un piccolino nello zainetto di iuta che le dorme sulle spalle. Apre un grande scialle viola e si avvolge il corpo e lo annoda, mettendo in sicurezza il piccolo bebè… Quando vengono in classe da me, a imparare l’italiano, a volte portano bambini piccoli con sé. Non hanno nessuno a cui lasciarli… Insegnare le lettere non è facile. Imparare le sillabe, è scoraggiante. Ma chi ce la fa, dopo vede dischiudersi le praterie delle parole da leggere. Un mondo nuovo, è possibile…”. Appunti da un corso di italiano per stranieri
LINO DI GIANNI
L’INCHIESTA CHE FA TREMARE IL TAP
La rete di giornalismo investigativo OCCRP ha pubblicato l’inchiesta “Azerbaijani Laundromat” con cui denuncia 16mila operazioni bancarie realizzate da 4 società registrate nel Regno Unito, ma controllate da offshore anonime, che hanno fatto transitare in Europa 2,5 miliardi di euro riconducibili a businessmen e al governo dell’Azerbaigian. Le operazioni sono avvenute tra il 2012 e il 2014, cioè mentre venivano prese le grandi decisioni sul Tap: oltre all’acquisto di beni di lusso includono il pagamento di parcelle da centinaia di migliaia di euro a giornalisti e politici europei… Del resto le 4 società sono già note per casi di corruzione internazionale. Intanto a ottobre l’Ue si prepara a decidere su due mega prestiti per il Corridoio sud (Tap e Tanap). Il governo dell’Azerbaigian – noto per le violazioni dei diritti umani – è azionista di maggioranza dei due progetti. Scrive Re:common: “Sapere che istituzioni pubbliche partecipate dal governo azero versano cifre a sei e più zeri in società anonime sospettate di essere veicoli per riciclaggio di soldi, o corruzione internazionale, non è proprio una bel biglietto da visita…”
ELENA GEREBIZZA
LA CITTÀ IDEALE PER AMAZON
Qualche giorno fa, sul sito di Amazon è apparso un bando che invita le città nord americane a candidarsi per ospitare il secondo quartier generale del gruppo. Denominato HQ2 (second headquarters). Il bando specifica che Amazon vuole avere a che fare con “comunità che pensano in grande e in modo creativo quando si tratta di localizzazioni e scelte di sviluppo”, vale a dire sono disposte ad adottare norme e regolamenti edilizie e urbani tali da non rallentare le sue attività di costruzione… Di sicuro, sarà il più grande affare immobiliare dei prossimi anni, oltre 700.000 metri quadrati di superficie. Stiamo per assistere ad “un’asta tra le città che diventerà un capitolo da manuale nella evoluzione dei rapporti tra corporations e comunità locali
PAOLA SOMMA
LUOGHI DA CONSUMARE
L’Emilia Romagna, un tempo regione di riferimento per l’urbanistica, si appresta ad approvare una legge che consegnerà il territorio agli interessi della speculazione fondiaria e toglierà la sovranità ai cittadini
ENZO SCANDURRA
CAMMINARE PER CREARE E UN MONDO NUOVO
Donne e uomini, bambine e bambini hanno scelto di camminare per ridisegnare insieme, qui e ora, città a misura di tutti e tutte. Verso la la Giornata Nazionale del Camminare dell’8 ottobre promossa da FederTrek (un articolo di Paolo Piacentini e la lettera con cui i singoli cittadini propongono ai sindaci di aderire)
PAOLO PIACENTINI
UNA STORIA DI MUCCHE E DI LIBERTÀ
Fino a dieci anni era uno dei tanti allevamenti di mucche delle Alpi realizzato con i finanziamenti Ue, ma era gestito impropriamente. Nel 2010 la magistratura ordina il sequestro delle stalle e 66 mucche sono trasferite in un altro allevamento. Nel corso dell’operazione però sette tra mucche e tori scappano e si disperdono nel bosco… Quello che accade dopo aiuta a capire coso sono la violenza istituzionalizzata e soprattutto la libertà
MARZIA CORONATI
COLTIVARE IL NON PENSIERO
Non si tratta di difendere purezze della lingua e neanche di inventarsi tabù verso la comunicazione digitale. Si tratta invece di creare le condizioni per far germogliare sempre di più pensiero critico. Per questo l’enorme, rapido e brutale impoverimento del linguaggio – dall’assorbimento di neologismi come brexit e fake news nella lingua italiana scelto dal Devoto-Oli all’utilizzo di sms e chat invece che abbracci o lettere scritte a mano per esprimere sentimenti -, è un problema sottovalutato, prima di tutto per bambini e ragazzi. “È il non pensiero facilmente imposto come gioco inoffensivo e utile – scrive Giovanna Mulas, scrittrice -, moda per non essere ritenuti diversi e in realtà, ancora e sempre, panem et circe nses…”. Insomma, è il non pensiero di cui si nutre la delega, il dominio dei pochi che sono in alto sui molti che sono in basso
GIOVANNA MULAS
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AGENDA
PITICCHIO DI ARCEVIA (AN). NASCE LA COMUNITÀ MONDO NUOVO
ROMA. LE STRADE LIBERE LE FANNO LE DONNE CHE LE ATTRAVERSANO
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