Da dentro di Enrique, che non voleva votare – sono più per le persone che per gli stati – ma che davanti agli abusi delle forze [di polizia] è sceso alla scuola del suo quartiere povero di Barcellona e “non c’era divisione sociale né noiosi discorsi, c’era una bella intensità”. E ha votato.
NEWSLETTER DI COMUNE
UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI
LA CAMPAGNA 2017 DI COMUNE
LA NOSTRA VOCE [GIUSEPPE BAGNI]
«Care e cari, aderisco alla campagna perché la vostra (nostra) voce è fondamentale continui a farsi sentire. Un abbraccio, Beppe Bagni, presidente Cidi»
C’È BISOGNO DI BUON PANE [DOMENICO CHIRICO]
«Sostegno Comune-info perché c’è bisogno di buon pane da mangiare ogni giorno. Di forni caldi. Di mani amiche. Di sponde sicure…»
GUSTAVO DUCH
PERCHÉ I CATALANI HANNO VOLUTO VOTARE
L’indipendentismo catalano intreccia elementi e ragioni storiche, culturali, economiche e politiche, alcune interessanti, altre molto discutibili. Quello che non si può discutere è che ci sia stata una forte repressione
FEDERICO DEMARIA
UN REFERENDUM AUTOGESTITO NEI TERRITORI
Pensare al referendum catalano soltanto in termini di rigurgito localista e nazionalista significa sottovalutare la crepa aperta dal basso con questa sorprendente, complessa e contraddittoria esperienza di massa. Le immagini delle violenze poliziesche hanno fatto il giro sui telefoni, sui computer e nelle tv di chiunque, in Catalogna e nel resto del mondo. Nei piccoli centri – come quello raccontato in questa pagina – e nei quartieri più periferici di Barcellona la partecipazione al voto è arrivata al 70-80 per cento. La resistenza nonviolenta è stata enorme. Non si sono mobilitati solo gli “attivisti” e neanche soltanto gli indipendentisti, ma persone comuni. La risposta alla repressione, cominciata da diverse settimane, è nata dal basso, è st ata diffusa quanto inaspettata. Insomma, era nato come un referendum promosso dalle istituzioni catalane ma è stato in realtà autogestito nei quartieri e nelle piccole località. Poco importa quale sarà l’indipendenza che nascerà nei prossimi mesi: con l’esperienza comunitaria di autogestione emersa dal basso, il seme gettato in questa giornata va ben oltre la rivendicazione di un nuovo Stato e a suo modo e con i suoi tempi porterà buoni frutti
F.D.
OMAGGIO ALLA CATALOGNA
L’indipendenza nazionale non appartiene ai movimenti. Ma forse ora, come ha detto Ada Colau, il problema non è più l’indipendenza, il problema è difendere la libertà contro il franchismo. Del resto come si fa a tollerare l’aggressione in corso?
FRANCO BERARDI BIFO
840 INSEGNANTI IN SCIOPERO DELLA FAME
È proprio il caso di dirlo: a livello del suolo accadono cose importanti e inaspettate. La campagna Insegnanti per la cittadinanza è un buon esempio. Un gruppo spontaneo di insegnanti comincia a far girare un appello per lo ius soli, molti aderiscono (raccolte le prime 4.400 firme) e annunciano uno sciopero della fame per il 3 ottobre (sono 840 sparsi in tutta Italia), altri propongono attività nelle scuole, nasce un gruppo facebook, diverse associazioni e reti aderiscono (Cidi, Cemea, Rete di cooperazione educativa, rete Educare alle differenze…). Alcuni senatori (tra i primi Luigi Manconi) decidono di sostenere la campagna e fanno sapere di essere pronti anche loro a uno sciopero della fame a staffetta, intellettuali e artisti potrebbero affiancarsi presto. Intanto, la rete Italiani senza cittadinanza sostiene l’appello degli insegnanti e insieme rilanciano l’appuntamento del 13 ottobre (promosso con l’Arci) davanti Montecitorio per il Cittadinanza day. Inevitabile anche intrecciare la strada con i promotori dell’appello/manifestazione del 21 ottobre Contro ogni forma di razzismo. Intanto, in decine e decine di scuole di tutte le regioni si moltiplicano le iniziative…
GIANLUCA CARMOSINO
IL RAZZISMO È UNA SCORCIATOIA
Le politiche del rifiuto sono scorciatoie ciniche e ottuse, servono soltanto a offrire un facile capro espiatorio. Ma sono queste politiche a orientare il dibattito pubblico e mediatico e a influenzare i comportamenti popolari, non il contrario. Scrive Grazia Naletto, tra i responsabili del nuovo Libro bianco sul razzismo: “Avremmo bisogno di uscire dall’ingannevole e impressionistica narrazione emotiva delle notizie di attualità; di cercare delle chiavi di lettura non semplicistiche degli eventi; di opporci alla strategia di distrazione di massa messa in campo dal ministero dell’interno; di inventare iniziative di solidarietà nuove, creative, al tempo stesso concrete e lungimiranti…”
GRAZIA NALETTO
NON DIMENTICHERÒ MAI LA MORTE DEL MIO AMICO
«Sono stato in una prigione vicino Tripoli per sei mesi ai lavori forzati. Non dimenticherò mai la morte del mio amico. Era troppo stanco per lavorare. Ha detto alle guardie che non riusciva ad alzarsi. Uno dei libici ha detto “Se non vieni ti sparo”. Io pensavo che scherzasse. L’ha pensato anche il mio amico. L’uomo libico l’ha ucciso con un colpo in testa. Poi si è girato verso di me. “Tu che fai, lavori o no?”». (M., 27 anni, dal Gambia, 29 settembre 2017, Hotspot di Pozzallo). Cosa sia la Libia oggi lo raccontano migliaia di testimonianze dei migranti. molte delle quali raccolte da Medici per i diritti umani: un grande lager dove si consumano atrocità degne dei peggiori campi di sterminio del XX secolo. Naturalmente possiamo fare finta di niente, firmare accordi con criminali e rallegrarci per la riduzione degli sbarchi. Ma nessuno, nessuno può dire di non sapere
MEDU
3 OTTOBRE
Il 3 ottobre è la giornata delle vittime dell’immigrazione. Dal 3 ottobre al 3 novembre, insegnanti ed educatori che aderiscono a “Insegnanti per la cittadinanza“, appello per lo ius soli e lo ius culturae si impegnano a promuovere iniziative per affrontare il tema dello ius soli nelle scuole. Ma il 3ottobre è stato anche il giorno in cui, nel 1936, le truppe fasciste oltrepassarono il fiume Mareb e diedero inizio alla conquista dell’Etiopia. Di quel passato coloniale pochi sono consapevoli, tanto meno del razzismo di Stato organizzato dal fascismo. Un ottimo testo di Gianluca Gabrielli, maestro, racconta in modo divulgativo alcune vicende di quel razzismo imperiale, per offrire materiali cocciutamente ignorati da media e libri sc olastici, per mettere in discussione l’immagine edulcorata degli “Italiani brava gente” e per scoprire parallelismi con il nostro tempo
GIANLUCA GABRIELLI
IL BUON SEME SI SALVA INSIEME
Quelli che sono in alto non rinunciano alle loro arroganti e deliranti cerimonie: dopo il G7 dei ministri del lavoro, il 14 e 15 ottobre si terrà a Bergamo il G7 dell’agricoltura. È giunto il tempo di rifiutare le ricette dell’agroindustria e di fare nostre le parole di Genuino clandestino: “il cibo non è una merce, la Terra non è un supermercato”. Non mancheranno a Bergamo piazze alternative alle cene dei ministri. “Noi vorremmo organizzare un grande scambio di sementi e il loro dono a quanti verranno – scrive Teodoro Margarita di Civiltà contadina – Ci siamo e ci saremo, anche dopo, a tenere laboratori, incontri, informare, un mondo il più vasto possibile. Oggi più che mai dobbiamo, è un nostro preciso dovere mescolarci, tra campagna e città, contadini e cittadini, laddove sia contadino che cittadino significano persona libera ed autodeterminata… Le sementi non appartengono alle multinazionali, non appartengono nemmeno ai contadini. Le sementi, le buone sementi, appartengono ai bambini… Il buon seme si salva stando insieme…”
TEODORO MARGARITA
DIPENDONO DA NOI. FACCIAMO CORTOCIRCUITO
La nuova legge sul consumo dell’energia elettrica mette fine al mercato tutelato e venti milioni di nuclei familiari sono costretti a scegliersi un nuovo fornitore. A chi rivolgersi? Le nostre scelte possono rafforzare chi inquina e corrompe oppure chi si ispira a criteri di rispetto sociale e ambientale. Uno straordinario dossier nato dal basso, la prima Guida all’energia critica
ROCCO ARTIFONI
OLOL, AVEVI UN CUORE TROPPO GRANDE
Ci ha lasciato Olol Jackson, fratello e compagno di mille lotte
NO DAL MOLIN
AGENDA
Roma, ¿Dónde está Santiago Maldonado?
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