“La diplomazia della Nonviolenza Attiva”

Nesly Lizarazo, presidente dell’agenzia di stampa internazionale Pressenza, ha affermato che “l’Ecuador potrebbe dare un segnale di identità alla sua diplomazia approfondendo l’orientamento che ha sviluppato e avanzando verso una diplomazia della nonviolenza attiva”. Il presente articolo è un tentativo di abbozzare quel concetto in modo più dettagliato.

 

Notizie:

.

Seguici:

 

Verso una nuova modalità di relazione tra le nazioni: la diplomazia della Nonviolenza Attiva

Condividi
Tweet
Condividi

Nesly Lizarazo, presidente dell’agenzia di stampa internazionale Pressenza, durante la sua recente partecipazione al Tavolo di discussione “Costruzione della Pace” organizzato dal Ministero delle Relazioni Estere e della Mobilità Umana ecuadoriano, ha affermato che “l’Ecuador potrebbe dare un segnale di identità alla sua diplomazia approfondendo l’orientamento che ha sviluppato e avanzando verso una diplomazia della nonviolenza attiva”.

Il presente articolo è un tentativo di abbozzare quel concetto in modo più dettagliato.

Leggere di più

 
 

Santiago Maldonado scomparso da tre settimane in Argentina

Condividi
Tweet
Condividi

Oggi sono passate tre settimane dalla sparizione forzata di Santiago Maldonado a Chubut, la Patagonia argentina, quando la comunità mapuche Lof de Resistencia a Cushamen è stata perquisita dalla gendarmeria e gli uomini presenti si sono visti obbligati a fuggire per salvare le proprie vite.

Maldonado, che non conosceva molto bene il posto, non ha potuto trovare rifugio come hanno fatto gli abitanti del luogo ed è stato arrestato dai gendarmi, benché la ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, continui a negarlo. Come fa anche il ministro della Giustizia, Germán Garavano, che insiste a negare l’intervento della gendarmeria nella sparizione del giovane.

Leggere di più

 
 

Manifestazione trasferenziale a Barcellona: “Non abbiamo paura”

Condividi
Tweet
Condividi
Dopo l’attacco terroristico del 17 agosto a Barcellona e Cambrils, il 26 agosto si è tenuta a Barcellona una manifestazione di circa mezzo milione di persone con lo slogan “Non abbiamo paura”, caratterizzata anche da proteste, appelli e particolarità che vanno al di là degli eventi in sé.

Le proteste contro le politiche di propaganda bellica che costituiscono lo scenario degli attacchi terroristici, hanno superato e sfumato quello che poteva diventare un atteggiamento islamofobico, un attacco a una religione, a una cultura o a un paese. La società catalana però non è caduta in questa trappola: la colpa non è della religione, ma piuttosto delle politiche al servizio del militarismo, direttamente connesse alla globalizzazione della paura. Le informazioni che circolavano tra i partecipanti accusavano gente come il re Felipe VI di vendere armi all’Arabia Saudita.

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *