“La fine delle società democratiche”

Il sistema di dominio che oggi determina le sorti del pianeta sta andando in pezzi, una delle conseguenze più visibili e drammatiche, dalla prospettiva latinoamericana, è la rottura delle società, la profonda e brutale polarizzazione che si vive nei principali paesi del continente. 

 

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LA FINE DELLE SOCIETÀ DEMOCRATICHE
Il sistema di dominio che oggi determina le sorti del pianeta sta andando in pezzi, una delle conseguenze più visibili e drammatiche, dalla prospettiva latinoamericana, è la rottura delle società, la profonda e brutale polarizzazione che si vive nei principali paesi del continente. La parte che sta in alto e buona parte di quella che sta in mezzo, più o meno la metà della popolazione, si trincerano nei propri privilegi e proteggono la loro sicurezza, la salute e l’istruzione che possono pagarsi. Proteggono, con ogni mezzo, soprattutto la “loro” democrazia (a cominciare da quella elettorale), la stessa che invece per gli altri, los de abajo, quelli che stanno sotto, vede erodere rapidamente ogni sua base culturale e politica. Se l’espandersi dell’estrattivismo e di quel che gli zapatisti chiamano Quarta guerra mondiale ha cancellato la società dei diritti, noi che vorremmo farla finita con quel sistema, e non sappiamo bene come fare, non dovremmo forse adattarci a questa nuova realtà e creare nuove strategie autonome?
RAÚL ZIBECHI
 

IL PRECIPIZIO
“La funzione dei governi nazionali europei è oggi essenzialmente questa: piegare la società al debito infinito, imporre un trasferimento costante di risorse collettive verso il sistema bancario. Questo ha determinato la riduzione del salario e la compressione della vita sociale, provocando l’ostilità di territori come la Catalogna (e il Veneto e altri) contro gli stati nazionali e più in generale ha indotto una reazione di tipo localista, territorialista, e l’ingigantirsi di movimenti nazionalisti o apertamente razzisti… Si può fermare questa precipitazione, oppure occorre immaginare uno sbocco quando sarà passata la tempesta?”
FRANCO BERARDI BIFO

RACCONTARE LA SOCIETÀ CHE CAMBIA
“Raccontare la società che cambia” è un seminario di formazione a distanza sulla comunicazione sociale (giornalismo web, comunicati stampa, newsletter, campagne, uso dei social network…), nato da un’idea della redazione di Comune nell’ambito delle iniziative della Scuola del Sociale (Città metropolitana di Roma). La partecipazione al seminario on line è gratuita
R.C.
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POMODORI FUORI MERCATO
Viaggio nelle campagne pugliesi, quelle di Giuseppina, giovane bracciante morta a fine agosto mentre raccoglieva pomodori, quelle di Paola, uccisa dallo sfruttamento nei vigneti di San Giorgio Jonico, o quelle di Abdullah Mohamed, stroncato dal caldo nei campi di Nardò. Ma anche quelle di associazioni come Solidaria e Diritti a Sud, dell’osteria popolare autogestita Bread and Roses e dell’etichetta Sfruttazero, intorno a cui è nata una straordinaria comunità tra agroecologia e distribuzione fuori mercato, in grado di sottrarsi alle multinazionali delle conserve. Storia di salse e migranti, schiumarole e libertà
DOMENICO DALBA

QUELL’ECONOMIA CHE TRASFORMA IL PIANETA
Una grande ricerca a scala mondiale mette in luce la trama sottile quanto preziosa che potenzialmente unisce oltre mille esperienze di economia sociale e solidale. Sono realtà spesso complesse e molto diverse tra loro, esprimono grande ricchezza di pratiche e valori affini e tutte provano a trasformare concretamente non solo le relazioni interne e il proprio agire ma anche i territori e le comunità che li abitano. Dall’agricoltura ai servizi, un’intera galassia di soggetti resiste e si sviluppa anche in ambiti difficili e ostili indicando così notevoli potenzialità di cambiamento reale nella vita quotidiana e nella convivenza sociale. Il concetto ancora “aperto” di economia trasformativa indica dunque una strategia di transizione sistemica promuovendo e met tendo in una relazione da costruire giorno per giorno nuove forme e strutture di sviluppo locale profondamente alternative alla struttura economica dominante
MONICA DI SISTO E RICCARDO TROISI
 

COME CRESCE IL POTERE DELLE MULTINAZIONALI
L’80 per cento del commercio nel mondo è in mano alle multinazionali. Ma il dato più significativo che emerge dal rapporto “Top 200”, curato dal Centro nuovo modello di sviluppo (Cnms) e dedicato alle multinazionali, è probabilmente un altro: i primi duecento gruppi di imprese transnazionali realizzano, da soli, il 14 per cento di tutto il fatturato delle multinazionali. Per arrivare a cifre di quel tipo sono necessarie, tra le altre cose, grandi attività di pressione, più o meno spudorata, sui governi di tutto il mondo. Tuttavia, quello che altri rapporti e iniziative del Cnms hanno mostrato, è che il dominio di quelle imprese dipende in primo luogo dai lavoratori e dai cittadini consumatori…
FRANCESCO GESUALDI

LA FALSA LIBERTÀ CHE CELA L’ONNIPOTENZA
A Ginevra centinaia tra organizzazioni e reti sociali chiedono la fine dell’impunità delle imprese sulle violazioni dei diritti umani e ambientali. L’autoregolamentazione delle imprese non funziona, e non ha mai funzionato. Men che meno quando si tratta di rispetto dei diritti umani. Un trattato vincolante per le imprese non è più rimandabile
NICOLETTA DENTICO

«Non credo che questo straordinario video di Steve Cutts che accompagna il brano di Moby Are you lost in the world like me? abbia bisogno di parole – scrive Mauro Presini, maestro – La potenza delle immagini che scorrono, insieme a quella del messaggio che comunica, hanno l’effetto di trovarsi davanti ad uno specchio che, animandosi, ti restituisce come un pugno l’immagine dell’indifferenza dilagante, intorno a noi e dentro di noi. Buona visione»
R.C.
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CALCIO, RAZZISMO E STORIE DI RIBELLIONI
C’è l’orrendo fotomontaggio di Anna Frank e ci sono stupidi sussidiari che seminano razzismo perfino a scuola. Ma ci sono anche narrazioni differenti con cui ribaltare pregiudizi, antisemitismo e razzismi e ripensare l’idea di Storia. Chi conosce, ad esempio, la storia della squadra multiculturale di calcio del Guber di Srebrenica… o la ribellione del pugile rom Johann Trollmann capace di mettere in ridicolo l’apparato nazista? E ancora, a proposito di storia contemporanea: quanti conoscono l’impegno antirazzista di tifosi e società del Bayern di Monaco?
LUCA BRAVI

LA GUERRA DICHIARATA AI MIGRANTI
C’è una faglia profonda tra Africa ed Europa, un abisso nel quale migliaia donne e uomini migranti stanno scomparendo, vittime dei conflitti nei paesi di origine e dei muri europei. Questa guerra ai migranti è al centro dell’ultimo libro – “L’abisso. Piccolo mosaico del disumano” (con la postfazione di Alessandro Dal Lago) – della giornalista e studiosa francese Flore Murard-Yovanovitch. L’orrore è in corso ed è fatto anche della nostra assenza e anestesia
R.C.

I DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE
1. Il diritto all’ozio…
2. Il diritto a sporcarsi…
3. Il diritto alla strada…
4. Il diritto al silenzio
5. Il diritto alle sfumature (a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle)…
6. […]… Ci sono manifesti, come il decalogo nato più di vent’anni fa dal creativo pensiero di Gianfranco Zavalloni, che andrebbero letti da insegnanti, genitori, educatori, amministratori locali… almeno una volta l’anno: seminano sguardi diversi sulla vita di ogni giorno, passioni, voglia di sporcarsi le mani per creare un mondo nuovo
GIANFRANCO ZAVALLONI
 

QUANDO LE PERSONE COMUNI COMINCIANO A CADERE
C’è un’umanità intera che sta scivolando ma il sistema non è preparato a occuparsi delle persone comuni che iniziano a cadere
MIGUEL MARTINEZ

VOCI DA KASSERINE. SE PARLANO GLI ULTIMI
Dall’antropologia visuale al film come spazio di democrazia. Michel Tabet e Olfa Lamloun raccontano perché e soprattutto come hanno girato un documentario nella cittadina della Tunisia profonda, quella più lontana dallo sviluppo delle regioni costiere, che è stata l’epicentro della rivoluzione del 2011 ed è ancora oggi il simbolo di una resistenza tenace, e a volte disperata, all’oppressione della marginalità sociale. Provare a far sì che un racconto divenga esso stesso parte del resistere non è affatto facile. Servono tempo, capacità di costruire relazioni e l’umiltà per mettersi in ascolto, cose solo apparentemente semplici che rimettono in gioco i concetti di fiducia e di discussione per chi c onduce un’inchiesta come per coloro che ne saranno oggetto e insieme protagonisti
PATRIZIA MANICINI
 

L’EUROPA NON BADA A SPESE PER IL GAS AZERO
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) il 18 ottobre ha approvato un finanziamento di 500 milioni di dollari per il Trans Anatolian Pipeline. La decisione della BERS è stata duramente criticata dalle organizzazioni della società civile internazionale, tra cui l’italiana Re:Common, che da anni si battono contro la realizzazione dell’opera
LUCA MANES

 

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AGENDA

VAL SUSA. SIAMO TUTTI FARFALLE, COME I NO TAV

ROMA. QUESTA CITTÀ DI CHI PENSI CHE SIA?

 

 

 

 

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