Roma ottobre 2017 – Medu diffonde Il nuovo rapporto sulle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori stagionali n Basilicata e Puglia. Per il quarto anno consecutivo il team del progetto Terragiusta di Medici per i Diritti Umani (Medu) è tornato ad operare in Basilicata e Puglia portando assistenza sanitaria e orientamento socio-legale ai lavoratori agricoli stagionali.
Il “laboratorio Basilicata” si conferma un’esperienza positiva negli intenti, ma con risultati ancora troppo limitati nella promozione della legalità e la tutela dei diritti dei lavoratori stagionali impiegati in agricoltura. Ad un anno dall’approvazione della legge contro il caporalato, questa pratica continua ad essere un fenomeno pervasivo: quasi tutti i lavoratori incontrati da Medu ricorrono ancora al caporale per trovare lavoro, per l’organizzazione della giornata lavorativa e per il trasporto sui luoghi di lavoro. Nonostante l’istituzione nel 2014 delle liste di prenotazione dei lavoratori presso i centri per l’impiego, nessuno dei pazienti di Medu è stato assunto attraverso tali liste. Il pagamento a cassone e il lavoro grigio restano le modalità di impiego più diffuse. Le condizioni alloggiative permangono assai critiche: l’unico centro di accoglienza aperto a Palazzo San Gervasio ha una capienza di 250 posti a fronte di circa 700 persone presenti presso gli insediamenti precari in disastrose condizioni igienico-sanitarie. L’iscrizione al servizio sanitario, così come il rinnovo dei documenti di soggiorno, è ostacolata dal mancato riconoscimento del diritto all’iscrizione anagrafica, in assenza di una dimora effettiva. Nella vicina zona della Capitanata, in Puglia, la situazione appare ancor più grave: dopo lo sgombero del “Gran Ghetto” di Rignano Garganico, almeno 1500 migranti si son riversati presso la pista in disuso dell’ex aeroporto militare di Borgo Mezzanone, dando origine ad un nuovo ghetto, che per molti costituisce l’unica sistemazione alloggiativa possibile. Baracche costruite con materiali di risulta, rischi per la salute e per la sicurezza, lontananza dai centri abitati e dai servizi, assenza di prospettive di inclusione sociale, rappresentano le principali criticità riscontrate, esasperate dalla lontananza della politica e delle istituzioni locali e nazionali.
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