Rula Jebreal, ex moglie di Arthur Altschul Jr., figlio di un partner di Goldman Sachs, è una delle “esperte” di Medio Oriente preferite dalla Tv italiana. Dagli Stati Uniti dove vive e lavora viene spesso chiamata nelle trasmissioni cosiddette di “approfondimento” per spiegare all’opinione pubblica italiana quello che accade in quelle aree del mondo.
“E’ uzbeko, quindi è colpa di Putin”. Il complottismo di Rula Jebreal sugli attentati di New York
Rula Jebreal, ex moglie di Arthur Altschul Jr., figlio di un partner di Goldman Sachs, è una delle “esperte” di Medio Oriente preferite dalla Tv italiana. Dagli Stati Uniti dove vive e lavora viene spesso chiamata nelle trasmissioni cosiddette di “approfondimento” per spiegare all’opinione pubblica italiana quello che accade in quelle aree del mondo.
Nel giorno dell’attenatato a New York, con un messaggio twitter che ha del surreale, Jebreal ha accusato Putin di una non chiara responsabilità morale.
Il motivo? La nazionalità uzbeka del terrorista.
Sembra incredibile ma questo è il tweet:
Rula Jebreal ha ritwittato Donald J. Trump
The terrorist is from Uzbekistan, part of Putin’s police states: More evidence that tyrants fuel terror, and produce massive radicalization.
“Un’altra prova che i tiranni incrementano il terrore e producono radicalizzazione di massa”. Putin dall’Uzbekistan, secondo la signora Jebreal, fomenta quella radicalizzazione che ha portato all’attentato di New York.
Oggi l’Uzbekistan, parte dell’Unione Sovietica fino al 1991, non confina neanche più con la Russia. Il terrorismo jihadista sunnita che nasce e si fomenta nell’Asia centrale è oggi uno dei principali problemi di sicurezza interna per Mosca. Impegnata da mesi, quest’ultima, a supportare l’esercito siriano nella liberazione dal jihadismo, fomentato e supportato dall’Occidente e i suoi alleati.
Non a caso Rula Jebral pochi giorni prima della liberazione di Aleppo da parte dell’esercito siriano interveniva in una trasmissione La 7 condotta da Corrado Formigli in cui lanciava quest’appello, “Perché dobbiamo fermare il genocidio di Aleppo” in cui affermava nell’ordine:
«Assad lo squartatore punta adesso allo sterminio totale di Aleppo»
«dobbiamo fermare l’olocausto» e «il genocidio», «come il Ruanda»
«il regime ha massacrato gli oppositori rivoluzionari pacifici e aperto le carceri liberando jihadisti e terroristi».
Oggi Aleppo è stata liberata dai terroristi che Jebral chiamava “oppositori rivoluzionari pacifici”. La città ha festeggiato chiaramente nel non vivere più sotto l’autorità dei tagliagola e quella che era la città più florida del Medio Oriente cerca lentamente di tornare alla normalità. Da allora, dalla liberazione, non a caso, la signora Jebreal non ha più affrontato l’argomento Aleppo.
Oggi Jebreal accusa Putin degli attentati contro New York. E domani, statene certi, tornerà dagli Stati Uniti per partecipare a qualche trasmissione “di approfondimento” nelle povere Tv italiane. Ma la domanda ora è: voi le crederete ancora?
La Redazione