“I documenti rilasciati da Snowden dimostrano come i sauditi armassero i terroristi in Siria dal marzo del 2013″. Le rivelazioni recenti di Edward Snowden sul ruolo saudita nella guerra della Siria hanno smascherato i media mainstream. E’ quello che scrive il giurista australiano esperto di diritto internazionale James O’Neil su NeoJournal.
Nuove sconvolgenti rivelazioni sulla guerra in Siria
L’esperto australiano James O’Neil: “I documenti rilasciati da Snowden dimostrano come i sauditi armassero i terroristi in Siria dal marzo del 2013″
Le rivelazioni recenti di Edward Snowden sul ruolo saudita nella guerra della Siria hanno smascherato i media mainstream. E’ quello che scrive il giurista australiano esperto di diritto internazionale James O’Neil su NeoJournal.
“I documenti rilasciati da Snowden dimostrano come i sauditi armassero i terroristi in Siria dal marzo del 2013 e dimostrano come la NSA fosse pienamente consapevole. Lavoravano entrambi i paesi alla destituzione del presidente Assad”, scrive l’esperto.
O’Neil cita anche una serie di report investigativi della Bulgarian Investigating Reporting Network (BIRN) che ha scoperto un traffico illecito di armi dagli Stati Uniti e dei suoi alleati in Siria. E, prosegue l’esperto commentando il report Birn, continuano anche adesso che Trump ha ordinato la cessazione dell’invio di armi dal 2017. Per esempio l’isola croata di Krk è stata utilizzata nel 2017 dagli Stati Uniti per rifornire di armi il Medio Oriente.
L’invio di armi da nuove rotte, in particolare Croazia e Azerbaijan, deriva dalle preoccupazione tedesche che gli Usa abbiano utilizzato le basi militari tedesche per rifornire di armi i terroristi.
Le preoccupazioni tedesche sono fondate, secondo O’Neil, su due basi. La prima è che la Germania è legata dal 2008 alla posizione Comune europea sull’esportazione delle armi: i paesi membri non possono inviare armi a paesi che violano apertamente diritti umani e minacciano la pace regionale, la sicurezza e la stabilità. L’invio di armi a gruppi terroristi chiaramente viola tutti i requisiti. L’ipocrisia dell’affermazione dell’Unione Europea è palese nel fatto che l’embargo di armi contro la Siria è stato tolto nel 2013, su pressione di Francia e Regno Unito propense ad armare i gruppi dell’opposizione siriana.
Il secondo fattore riguarda il Trattato delle Nazioni Unite sul commercio delle armi del 24 dicembre 2014. L’articolo proibisce, prosegue O’Neil, apertamente la vendita qualora sia palese che le armi verranno utilizzate contro i civili o per commettere crimini di guerra.
Tra i paesi che hanno ratificato l’accordo ci sono Australia, Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Francia, Regno Unito. Tutti paesi che hanno rifornito di armi Arabia Saudita e Israele. Gli Usa non sono neanche parte dell’accordo.
E così, prosegue l’esperto, il gruppo terrorista siriano, Jaysh Al-Islam, ha sterminato civili, utilizzato armi chimiche per attacchi contro civili. Questo però non ha impedito Usa e Arabia Saudita di armare gruppi come questi.
Nonostante l’ordine di Trump del luglio del 2017, l’invio di armi continua. I principali promotori sono la CIA e lo Special Operations Command. Prima delle ultime rivelazioni del BIRN c’erano stati altri rapporti che indicavano come venisse utilizzata la Silk Airways, compagnia con sede in Azerbaijan, per distribuire le armi ai terroristi.
Le rivelazioni dei documenti fatti trapelare da Snowden e i rapporti che dimostrano l’invio di armi occidentali ai terroristi siriani non produce molto scalpore nei media mainstream.
Perché? La spiegazione, conclude l’esperto, più probabile è che dire la verità sulle forniture di armi ai terroristi e sull’intervento illegale degli Stati Uniti e dei suoi alleati della coalizione in Siria, farebbe crollare d’un colpo tutta la narrazione preferita di questi media: demonizzare la Siria, la Russia e l’Iran a prescindere dalle prove reali.
Notizia del: 03/11/2017