“Cambiare l’ordine delle cose”

Di fronte alle politiche securitarie e alla moltiplicazione dei lager libici non possiamo più restare a guardare. Proteste e manifestazioni non bastano. Si tratta di scegliere e praticare insieme strade diverse, qui e ora. Scrive il regista Andrea Segre, rilanciando l’appuntamento del 3 dicembre promosso da Amnesty, MSF, Banca Etica, Naga, Medu, ZaLab e JoleFilm (e a cui ha aderito Comune)

 

NEWSLETTER DI COMUNE
 

UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI
LA CAMPAGNA 2017 DI COMUNE

UNO SCOMODO GRANELLO [ANDREA SEGRE]
«Mi auguro che Comune possa diventare uno scomodo granello nel comodo meccanismo della produzione di silente e distratto consenso di cui oggi si nutre la democrazia malata che ci governa.»

SABATO 11 NOVEMBRE, PRENOTATE SUBITO
Libri e cena all’ex Lavanderia, a Roma: una serata per sostenere la fragile avventura editoriale di Comune, in uno spazio sociale molto accogliente. Vi aspettiamo

 

 

CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE
Di fronte alle politiche securitarie e alla moltiplicazione dei lager libici non possiamo più restare a guardare. Proteste e manifestazioni non bastano. Si tratta di scegliere e praticare insieme strade diverse, qui e ora. Scrive il regista Andrea Segre, rilanciando l’appuntamento del 3 dicembre promosso da Amnesty, MSF, Banca Etica, Naga, Medu, ZaLab e JoleFilm (e a cui ha aderito Comune): “Se siamo arrivati a questo punto, al punto di accettare violenze e violazioni sempre più esplicite, qualcosa dobbiamo aver sbagliato. C’è un qualcosa di molto pericoloso nell’ordine delle cose che domina le politiche migratorie europee. E c’è qualcosa di troppo debole nel modo con cui associazioni, attivisti, movimenti hanno fin qui provato a reagire. Dobbiamo insieme capire cosa sta e ci sta succedendo, e provare a cambiare…”
ANDREA SEGRE

20 NOVEMBRE, NELLE SCUOLE E NEI TERRITORI
Non era per nulla scontato che una campagna per lo ius soli partisse dal mondo della scuola. Meno ancora era scontato che riuscisse ad aprire qualche spiraglio in parlamento, mentre il clima elettorale infuoca. Ha ragione Franco Lorenzoni, tra i promotori della campagna: per molti in questa vicenda sono in gioco prima di tutto due visioni del mondo, una che esclude e un’altra che non lo fa. Per questo il 20 novembre, quando nelle scuole e nei territori saranno promosse iniziative sui temi della cittadinanza e tanti insegnanti aderiranno con uno sciopero della fame, sarà un giorno davvero importante, impensabile soltanto qualche settimana fa. Qui l’invito a promuovere iniziative lunedì 20 con i link a un video intervento di Lorenzoni e all’appello da firmare “Insegnanti per la cittadinanza”. La redazione di Comune seguirà la giornata passo dopo passo
APPELLO

COSA CELANO LE BANDIERE
La sete di vendetta e l’ossessiva, incendiaria insistenza del potere di Madrid nell’umiliare perfino il fantasma di una democrazia da tempo svuotata di senso non è naturalmente una scelta dettata da un’irresponsabile “follia” del momento. In questi giorni niente è come sembra. La scelta di far imprigionare mezzo governo catalano non è neanche solo il primo atto della campagna elettorale. E’ un atto eversivo calcolato, una scelta “tattica” che mira ad alzare il livello dello scontro e ad azzerare ogni possibilità di dialogo perché quel che si nasconde sotto le bandiere resti invisibile. Anzi, perché venga seppellito dalla tormenta sollevata qui dai nazionalismi nella precipitazione surreale di un conflitto dalle profonde radici storiche cercata con fredda determinazione da Mariano Rajoy e dai suoi alleati, a cominciare dalla Fiscalia General del Estado. Ma cosa si cela, dunque, sotto quelle bandiere? La sola cosa certa è il profondo rigetto di un sistema politico nato alla fine degli anni Settanta con una transizione alla “democrazia” reticente, affetta da patologie severe e via via degenerata fino alla grande crisi dell’economia e ai giorni nostri. Ci sono, però, molte altre cose e tutte piuttosto difficili da semplificare sotto quelle bandiere. Lo spiegano, con l’acuta lungimiranza di sempre, gli interrogativi posti da questo eccellente articolo, scritto nei giorni scorsi in forma di lettera a un amico lontano da Amador Fernández-Saater
AMADOR FERNÁNDEZ-SAVATER

UNA RIBELLIONE CONTRO IL NAZIONALISMO
Sì, la lotta per l’indipendenza ha mobilitato il nazionalismo catalano e, sì, la decisione di passare al referendum è stata raggiunta con il sostegno e la guida delle élite politiche e imprenditoriali in Catalogna. “Ma questa ribellione non è in alcun modo una lotta meschinamente nazionalista o apolitica – scrivono Ignasi Bernat e David Whyte – Anzi, il movimento catalano è sempre più caratterizzato da una mobilitazione popolare contro il nazionalismo…”. Del resto, “i Comitati di Difesa del Referendum che hanno respinto la Polizia Nazionale e la Guardia Civile (polizia paramilitare) spagnole sono stati basati su un modello di democrazia partecipativa che è anteriore al referendum e sop ravvivrà a esso. Il loro potere e la loro portata in tutti i quartieri della Catalogna non dovrebbero essere sottovalutati…”

IGNASI BERNAT E DAVID WHITE

 

BORGATE
Le diverse mostre fotografiche e gli incontri che hanno accompagnato la nascita di “Borgate. Appunti di viaggio”, di Pas Liguori, mostrano che è possibile esplorare e raccontare la periferia in modo diverso. La scelta di mettere al centro di questo reportage con oltre cento fotografie un momento particolare, la mattina della domenica invernale, quando la densità umana è la più elevata possibile con edifici pieni di vite e piazze e strade deserte, offre uno sguardo unico sulla città. Per una volta la frenesia di chi pensa al territorio come una merce viene messa da parte. Per questo il racconto finale che emerge sembra già un tentativo dal basso con cui ripensare la relazione tra comunità e periferie. Per i lettori di Comune c’è anche un altro buon motivo per prenotare una copia di que sto libro…
PAS LIGUORI

ESAGERUMA NEN
In piemontese significa “non facciamola più grande di quello che è…”: è stato il manifesto del disprezzo del presidente della Regione Piemonte in questi giorni in cui gli incendi hanno devastato la Valsusa. Una cosa è certa: dopo mezzo secolo di centrali, autostrade, e speculazione edilizia quella Valle è già un colabrodo. Ci sarà tempo per capire tutto quello che è accaduto in questi drammatici giorni, ora, come suggerisce Claudio Giorno, “ancora un grazie a quei temerari sulle macchine volanti e ancor di più a quegli altri temerari che hanno combattuto le fiamme stando per dieci giorni e dieci notti ininterrottamente in prima linea…”
CLAUDIO GIORNO

ECCO DOVE SI TROVA L’ALTRO MONDO
Venite qui a vedere, se non ci credete. Da Niamey Mauro Armanino denuncia da tempo, in modo rigoroso e incessante, l’operato del carrozzone degli aiuti umanitari parcheggiato in modo “sostenibile” quanto redditizio in Niger e in molte altre zone dell’Africa. Il nostro amico missionario racconta come sia abituale trasformare il dolore in spettacolo retribuito e come le sedi delle ONG si delocalizzino a seconda delle circostanze e poi cambino di sigla, di colore, di area di parcheggio protetto, di progetto a seconda delle necessità e soprattutto dei fondi. Cambiano anche i volontari e si fermano quanto basta per metterci una pezza e poi sperare che accada qualcosa di nuovo. Le alluvioni, le carestie, le migrazioni, le frontiere che si spostano a seconda dei venti, il conso lidamento della pace, la gestione della ‘bomba’ demografia, la violenza contro le donne e i matrimoni precoci. Questo e molto altro rendono il mondo umanitario sostenibile e soprattutto redditizio
MAURO ARMANINO

OPPORSI AL FISCAL COMPACT
Il fiscal compact si può ritenere un documento politico prima ancora che finanziario: è l’atto attraverso il quale gli stati d’Europa hanno confermato totale sottomissione ai mercati e hanno dichiarato di porsi come obiettivo supremo la tutela dei creditori
FRANCESCO GESUALDI

UNA BLOODY MAY PER BRINDARE A BALFOUR
Un fiume di sangue lungo cento anni e una lacerazione profonda, non rimarginabile, che incendia da un tempo infinito il Medioriente sancendo il bisogno di umiliare la dignità di milioni di persone per affermare la supremazia di un popolo su un altro e le ragioni del colonialismo di ieri e di oggi. Theresa May non ha avuto alcuna esitazione nel celebrare il secolo di stragi, miserie e dolore che richiama alla mente l’oscena dichiarazione di Lord Alfred Balfour, il ministro degli esteri antisemita e razzista della corona d’Inghilterra che comprò le conoscenze sulla cordite di un chimico ebreo. Erano necessarie ai mortai inglesi e furono pagate con l’assegnazione ai sionisti di una terra abitata da “centinaia di migliaia di negri (“kushim”) ”. “I britannici ci dissero che per loro (i kushim, ndr) non avevano alcun valore”, ha raccontato poi Chaim Azriel Weizman, il primo presidente di Israele, a chi gli chiedeva come avessero potuto ottenere un documento tanto inverosimile come la Dichiarazione Balfour. Al party offerto dalla imbarazzante premier inglese non poteva certo mancare Benjamin Netanyahu. Il dossier di Patrizia Cecconi racconta lo scenario storico, molti dettagli di straordinario interesse e il ruolo di molti dei protagonisti di un passaggio storico essenziale della tragedia dei palestinesi
PATRIZIA CECCONI

PERSI NEL BOSCO. I RAGAZZI O NOI ADULTI?
La vicenda dei figli da ritirare da scuola ogni giorno mostra una società triste in cui si calpesta l’autonomia dei più giovani, ma mostra anche i ritmi della nostra vita quotidiana che non sono adatti ad avere figli. “Qui i figli se ce li hai devi darli in subappalto agli altri, dai servizi sociali ai nonni, dalle baby sitter alla scuola – scrive Giovanni Fioravanti – Non è che se sei disoccupato hai tempo per tuo figlio, perché se sei disoccupato o precario proprio un figlio non te lo puoi permettere…
GIOVANNI FIORAVANTI

Nei Giorni della Ricerca organizzati dall’Airc, per raccogliere fondi da destinare alla ricerca sul cancro, dovremmo tutti studiare i dati sulla diffusione dei tumori infantili e guardare con attenzione, non solo gli addetti ai lavori, gli studi sulle strategie ambientali per la prevenzione. In Italia la situazione ambientale resta a dir poco drammatica, basti pensare ai livelli di polveri sottili presenti in queste settimane nelle nostre città. “Credo che il mondo medico e accademico nel nostro paese abbiano una responsabilità non indifferente nel non affrontare con la necessaria decisione le questioni ambientali – scrive Patrizia Gentilini, oncoematologa – e che, ancora una volta, il prezzo più alt o di questa voce troppo fievole, per non dire assente, lo paghi l’infanzia. Purtroppo non esistono vaccini contro l’inquinamento, ma vorrei che le voci che con tanta enfasi si sono ovunque levate per promuovere le pratiche vaccinali nei bambini, si levassero anche per difenderli dal cancro e dai rischi ambientali…”
PATRIZIA GENTILINI
 

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AGENDA:

MILANO. FESTA DELLE AUTOPRODUZIONI

ROMA. ERA UN GIORNO QUALSIASI

ROMA. INCONTRO CON DOMENICO STARNONE

NAPOLI. REDDITO DI BASE

 

 

 

 

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