Dopo la sua designazione come candidato del M5S Di Maio è andato in Vaticano, che è il governo occulto e di ultima istanza che dirige il governo ufficiale della Repubblica: sceglie o comunque approva i capi del governo, ha voce in capitolo nella carriera e nella designazione degli alti esponenti di ogni settore della burocrazia statale, decide degli indirizzi generali dell’attività di governo.
A VOI STA BENE UN M5S CHE PUNTA A GOVERNARE SU MANDATO DEI POTERI FORTI ITALIANI E INTERNAZIONALI?
Lettera aperta agli operai, ai dipendenti pubblici, ai lavoratori autonomi, ai pensionati e agli studenti del M5S [leggi sul sito]
Dopo la sua designazione come candidato del M5S Di Maio è andato in Vaticano, che è il governo occulto e di ultima istanza che dirige il governo ufficiale della Repubblica: sceglie o comunque approva i capi del governo, ha voce in capitolo nella carriera e nella designazione degli alti esponenti di ogni settore della burocrazia statale, decide degli indirizzi generali dell’attività di governo.
Ora è volato negli USA… come ha fatto prima di lui una lunga lista di personaggi non proprio raccomandabili: da Renzi a Berlusconi, da Napolitano a Cossiga, da Andreotti a De Gasperi.
Mancano solo i sionisti di Israele e le Organizzazioni criminali e poi ha fatto il giro di tutti i poteri forti che dal secondo dopoguerra decidono del governo del nostro paese e lo hanno portato allo sfacelo attuale!
“La particolarità dello Stato ricostituito in Italia a partire dall’otto settembre ‘43 sta nel fatto che esso ha tratto la sua autorità da tre poteri presenti nel paese, che la caduta del vecchio Stato non aveva indebolito ma rafforzato. Tre poteri in larga misura indipendenti l’uno dall’altro seppur legati da collaborazione: il Vaticano, gli USA e la Mafia siciliana. Il nuovo Stato italiano ha continuato negli anni ad essere una sorta di condominio di queste tre potenze a cui se ne sono aggiunte, strada facendo, altre minori.
In ogni paese borghese lo Stato è l’associazione più generale dei capitalisti operanti nel paese. Per loro natura, essi sono divisi da mille contrasti di interessi, ma (a parte i periodi di crisi di regime) arrivano a esprimere un indirizzo politico comune che viene attuato dal loro gruppo dirigente (la classe politica del paese) e dalla Pubblica Amministrazione civile e militare da esso diretta, che costituiscono lo Stato con le sue varie istituzioni. L’esercizio della violenza non appartiene al singolo membro della classe dominante (al singolo capitalista), ma all’associazione dei suoi membri, cioè allo Stato. Ogni capitalista trae vantaggio personale dal monopolio della violenza detenuto dalla sua classe solo nella misura in cui riesce a influenzarne il comune indirizzo politico.
La particolarità della situazione italiana consiste nel fatto che il Vaticano, gli USA e la Mafia costituendo negli anni ‘40 il nuovo Stato italiano non potevano, per ragioni diverse, assumere ognuno di essi il ruolo ufficiale di semplice “azionista” del nuovo Stato assieme agli altri gruppi imperialisti, liquidando i rispettivi apparati di potere e fondendoli nel nuovo Stato. Ognuno di essi ha mantenuto in vita il suo particolare apparato che ha usato quando l’apparato ufficiale dello Stato per un motivo o per l’altro risultava incapace o inadatto a soddisfare gli interessi del rispettivo titolare. D’altra parte ogni padrino ha cercato di diventare il destinatario di ultima istanza della lealtà di determinati settori e funzionari dello Stato. Questa ultima cosa era tanto più necessaria perché la reale spartizione del potere e la reale diversità di peso dei vari detentori del potere non potevano essere ufficialmente riconosciuti e sanzionati dalle istituzioni dello Stato. Ufficialmente le tre potenze non si riconoscevano l’un l’altra né il loro ruolo politico era riconosciuto dagli altri gruppi imperialisti ed anzi ufficialmente era negato.
In un paese in cui la classe dominante non ha unità politica, quindi l’esercizio della violenza non è monopolizzato per conto di tutti i suoi membri da un unico centro, ma è ripartito tra vari centri autonomi ognuno con il suo sistema di potere che si serve del potere ufficialmente unico e comune e in parte lo costituisce o sostituisce, non poteva non succedere che vari altri gruppi, che in altre condizioni avrebbero cercato un ruolo fondendosi col complesso della classe dominante, cercassero di costituirsi anch’essi come poteri autonomi, ognuno con il suo seguito particolare di fedeli nello Stato ufficiale e, a parte e di riserva, il suo esercito particolare, di volta in volta in alleanza e in contrasto con i tre maggiori patroni: alcune logge massoniche come la P2, alcuni ordini come i Cavalieri di Malta, la Camorra, ecc.
Questa sostanziale limitazione della sovranità dello Stato italiano sul suo territorio ufficiale ha poi fatto sì che anche altri Stati e organizzazioni che ne avevano per qualche motivo bisogno hanno potuto formarsi le loro clientele nell’apparato statale italiano e creare propri apparati sul territorio italiano. Il caso più noto è quello del Mossad israeliano che in territorio italiano si è permesso licenze che non si è permesso neanche nel suo paese” – da La Voce del (nuovo)PCI n. 3.
Ai militanti del M5S chiediamo: ammesso e non concesso che Di Maio ottenga l’investitura dal Vaticano, dagli imperialisti USA e compagnia, che cosa potrebbe fare un M5S investito a governare dai poteri forti se non quello che hanno fatto e fanno i partiti delle Larghe Intese? Che cosa farebbe se non sprofondare ancora di più il nostro paese nel disastro della crisi economica, della disgregazione sociale, della devastazione ambientale e delle missioni di guerra in giro per il mondo?
Per di più è un tentativo velleitario. È evidente che di un M5S prostituito ai poteri forti le masse popolari non se ne farebbero niente. Ma non servirebbe neanche ai poteri forti: hanno già uomini e partiti di loro fiducia, che per loro sono ben più affidabili di Di Maio e del M5S!
Le trattative in corso tra Di Maio e quella parte della direzione del M5S che punta sull’investitura dei poteri forti confermano che la linea di denunciare e smascherare le manovre dei poteri forti in Parlamento, della “buona amministrazione” a livello locale, del “rispetto della legalità” (di regole e leggi che, per di più, in gran parte violano lo spirito e spesso anche la lettera della Costituzione del 1948) porta un passo dopo l’altro il M5S a mettersi al servizio proprio di quei poteri forti che diceva di voler scalzare e a omologarsi nel “sistema” come forze ausiliaria o a scomparire (come l’Italia dei Valori di Di Pietro).
Il seguito che il M5S ha raccolto e le speranze che ha suscitato dando voce all’opposizione, all’indignazione, alla protesta popolare contro i partiti delle Larghe Intese e contro la crisi del capitalismo, opposizione, indignazione e protesta talmente diffuse e ampie da portare il M5S in Parlamento, alla direzione dell’amministrazione di Roma, Torino, Livorno, Carrara e numerose altre città e, a inizio novembre, a diventare il primo partito per numero di voti alle elezioni regionali in Sicilia, confermano la strada che il M5S può (ancora) e deve imboccare se vuole fare gli interessi della massa della popolazione: agire da Comitato di Salvezza Nazionale. Chiamare cioè a formare nelle aziende capitaliste, nelle aziende pubbliche e nelle zone di abitazione organizzazioni operaie e popolari che, ognuna con i mezzi di cui dispone e nelle forme che al momento sa praticare, facciano fronte subito almeno agli effetti più gravi della crisi del capitalismo (riduzione o chiusura di aziende, eliminazione di servizi pubblici, sfratti, degrado delle strutture materiali e sociali del paese), assumano di fatto il ruolo di autorità locali, si coordinino tra loro fino a costituire un proprio governo d’emergenza. Così anche le denunce, l’ostruzionismo parlamentare, le manifestazioni di piazza acquistano senso, perché concorrono a rafforzare un movimento popolare che attua dal basso la Costituzione del 1948, da sempre violata nelle sue parti progressiste.
Di fronte alla crisi del capitalismo sono due le vie opposte:
– quella della borghesia imperialista, del clero e dei loro seguaci e agenti che ricorrono e ricorreranno sempre più a manovre d’ogni genere per fornire più soldi e potere alle banche, alle istituzioni finanziarie e ai grandi capitalisti a discapito degli interessi delle masse popolari alimentando la guerra tra poveri e la guerra tra Stati;
– quella delle organizzazioni operaie e popolari che costituiscono un loro governo d’emergenza che realizzi un programma sintetizzato in sei misure generali:
- assegnare a ogni azienda compiti produttivi secondo un piano nazionale: nessuna azienda deve essere chiusa!
- eliminare tutti quelle attività e produzioni inutili e dannosi per l’uomo e per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti: basta con gli avvelenatori, gli speculatori e gli squali!
- assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli in cambio le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società: nessun lavoratore deve essere licenziato o emarginato!
- distribuire i prodotti alle aziende, alle famiglie, agli individui e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, conosciuti e democraticamente decisi: a ogni adulto un lavoro utile, a ogni individuo una vita dignitosa, a ogni azienda quanto serve per funzionare!
- stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi,
- iniziare a riorganizzare le altre relazioni e attività sociali in conformità alla nuova base produttiva.
Dall’Ilva e l’Alitalia alla distruzione dell’apparato produttivo, dalla nuova tratta degli schiavi al pestaggio fascista di Ostia, all’inquinamento atmosferico al moltiplicarsi delle violazioni della Costituzione del 1948, dalla scuola alla sanità: non c’è aspetto della vita sociale attuale che non mostri la necessità e l’urgenza di costituire un Comitato di Salvezza Nazionale che incanali le mille lotte e proteste nel fiume che farà ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia la costituzione del Governo di Blocco Popolare! Questa è la via per ogni lista elettorale che vuole effettivamente contribuire a cambiare il corso disastroso delle cose.
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it
Direzione Nazionale