Contratto di servizio RAI: pollice verso per la disabilità

È in fase di definizione il Contratto nazionale di servizio RAI per i prossimi anni 2018 – 2022. Si tratta di un atto particolarmente rilevante nell’ambito della regolazione della qualità e la strategia dell’informazione e dell’intrattenimento nel nostro Paese, almeno per la parte gestita dalla radiotelevisione pubblica. Audita in Commissione anche la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.

 

 

COMUNICATO STAMPA

Contratto di servizio RAI: pollice verso per la disabilità

 

È in fase di definizione il Contratto nazionale di servizio RAI per i prossimi anni 2018 – 2022. Si tratta di un atto particolarmente rilevante nell’ambito della regolazione della qualità e la strategia dell’informazione e dell’intrattenimento nel nostro Paese, almeno per la parte gestita dalla radiotelevisione pubblica.

La Commissione di Vigilanza RAI ne sta valutando il testo e sta raccogliendo pareri con specifiche audizioni. Questa mattina è stata audita anche la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, ovviamente interessata a questi temi che condizionano direttamente e indirettamente la qualità della vita delle persone con disabilità.

I nostri rilievi rappresentano una stroncatura ad un testo che riteniamo, almeno per la disabilità, vecchio nel linguaggio e nello spirito, oltre che inadeguato nelle garanzie. – anticipa Vincenzo Falabella, Presidente della FISH – Il testo presentato rappresenta addirittura un arretramento rispetto al passato, in particolare se si considera l’avanzamento tecnologico ormai disponibile e la produzione normativa nazionale, UE e internazionale in materia di diritto di accesso all’informazione.”

Ed in effetti già i principi ispiratori espressi nell’articolo 6 presentano evidenti lacune rispetto al contrasto al pregiudizio, all’odio legato al genere, alla disabilità, alla provenienza, alla discriminazione multipla, agli stereotipi.

La previsione di un monitoraggio relativo al rispetto della “Dignità della persona” (art. 23) prefigura solo l’obiettivo “di verificare la rappresentazione non stereotipata del ruolo della donna e della figura femminile nei diversi ambiti della società”, il che è sicuramente importante ma piuttosto limitato, visti gli stereotipi di cui sono oggetto le persone con disabilità. Per la discriminazione di genere viene previsto un responsabile; per le altre tipologie di discriminazione non vi è analoga figura.

Ma assai deboli sono anche le garanzie di accessibilità delle trasmissioni televisive e radiofoniche, delle piattaforme web, della produzione multimediale. Per quest’ultima si esprime, in questa e in altre parti, il generico intento di renderla “sempre più fruibile”, guardandosi bene dal definire obiettivi minimi di servizio.

Analoga genericità riguardo alle audiodescrizioni per i non vedenti: l’articolo 23 prevede di aumentarne la disponibilità il che è piuttosto semplice visto che attualmente – stando al più recente rapporto di AGCOM – solo il 5% delle ore trasmesse sono audiodescritte, tralasciando commenti su quali trasmissioni sia garantito il servizio.

I servizi del futuro immediato transiteranno sempre più sul web, in streaming, in biblioteche multimediali. – commenta Vincenzo Falabella – Anche in questo caso le garanzie di fruibilità ed accessibilità per persone con disabilità sensoriale o cognitiva sono assai aleatorie rendendo palpabile e prevedibile il rischio di nuove esclusioni.”

 

17 novembre 2017

 

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

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