Presentazione del rapporto “Partenariato o condizionalità dell’aiuto?”, un documento di monitoraggio sul Fondo Fiduciario dell’Unione Europea di Emergenza per l’Africa (EUTF). L’evento anticipa il quinto vertice Europa – Unione Africana, che si terrà ad Abdijan il 29 e 30 novembre. Roma, Giovedì 23 novembre, dalle 9.30 alle 13.00.
Che fine fanno i finanziamenti europei ed italiani per fermare le migrazioni?
Giovedì 23 novembre, dalle 9.30 alle 13.00, presso l’Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio, 125 a Roma, si terrà la presentazione del rapporto “Partenariato o condizionalità dell’aiuto?”, un documento di monitoraggio sul Fondo Fiduciario dell’Unione Europea di Emergenza per l’Africa (EUTF).
L’evento è promosso da CONCORD Italia e CINI, in collaborazione con AMREF e FOCSIV, alla vigilia del quinto vertice Europa – Unione Africana, che si terrà ad Abdijan il 29 e 30 novembre, e a seguito delle tragedie che si susseguono in mare e nei centri di concentramento in Libia.
Interverranno, gli Onorevoli Lia Quartapelle e Erasmo Palazzotto, il Viceministro degli Affari esteri e cooperazione internazionale Mario Giro, Patrick Doelle per la Commissione europea ed esperti di cooperazione e migrazioni, in una discussione moderata dalla giornalista Carmen Lasorella.
Lanciato nel novembre 2015 al vertice de La Valletta, l’EUTF è il principale strumento finanziario di 3,2 miliardi di euro utilizzato per il coinvolgimento politico dei partner africani nella gestione delle migrazioni. L’Italia è il principale contributore. È finanziato al 90% attraverso i fondi dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) provenienti dal Fondo Europeo allo Sviluppo (FES), uno strumento creato per affrontare le sfide strutturali di sviluppo in Africa: la sua implementazione dovrebbe pertanto essere guidata da obiettivi di contrasto alla povertà e da principi di efficacia per lo sviluppo.
La ricerca evidenzia invece una tendenza all’utilizzo dei fondi EUTF a fini di contenimento delle migrazioni irregolari nei paesi chiave come la Libia e il Niger: come “incentivo” finanziario ai paesi africani di transito a collaborare nel controllo delle migrazioni e sui rientri dei migranti irregolari verso i paesi di origine o di transito; oltre che – in alcuni casi – sostenendo direttamente interventi di gestione e controllo delle frontiere in questi Paesi. Con una serie di conseguenze negative per i migranti, per la stabilità dell’area, e quindi anche per l’Italia.
Durante la conferenza, gli autori del rapporto illustreranno i dati raccolti, i risultati dell’analisi e le raccomandazioni alla Commissione Europea e al Governo italiano che mirano a rivedere l‘impostazione dell’EUTF e in generale le politiche migratorie dell’Unione.
Per partecipare registrarsi qui
L’evento è promosso da CONCORD Italia e CINI, in collaborazione con AMREF e FOCSIV, alla vigilia del quinto vertice Europa – Unione Africana, che si terrà ad Abdijan il 29 e 30 novembre, e a seguito delle tragedie che si susseguono in mare e nei centri di concentramento in Libia.
Interverranno, gli Onorevoli Lia Quartapelle e Erasmo Palazzotto, il Viceministro degli Affari esteri e cooperazione internazionale Mario Giro, Patrick Doelle per la Commissione europea ed esperti di cooperazione e migrazioni, in una discussione moderata dalla giornalista Carmen Lasorella.
Lanciato nel novembre 2015 al vertice de La Valletta, l’EUTF è il principale strumento finanziario di 3,2 miliardi di euro utilizzato per il coinvolgimento politico dei partner africani nella gestione delle migrazioni. L’Italia è il principale contributore. È finanziato al 90% attraverso i fondi dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) provenienti dal Fondo Europeo allo Sviluppo (FES), uno strumento creato per affrontare le sfide strutturali di sviluppo in Africa: la sua implementazione dovrebbe pertanto essere guidata da obiettivi di contrasto alla povertà e da principi di efficacia per lo sviluppo.
La ricerca evidenzia invece una tendenza all’utilizzo dei fondi EUTF a fini di contenimento delle migrazioni irregolari nei paesi chiave come la Libia e il Niger: come “incentivo” finanziario ai paesi africani di transito a collaborare nel controllo delle migrazioni e sui rientri dei migranti irregolari verso i paesi di origine o di transito; oltre che – in alcuni casi – sostenendo direttamente interventi di gestione e controllo delle frontiere in questi Paesi. Con una serie di conseguenze negative per i migranti, per la stabilità dell’area, e quindi anche per l’Italia.
Durante la conferenza, gli autori del rapporto illustreranno i dati raccolti, i risultati dell’analisi e le raccomandazioni alla Commissione Europea e al Governo italiano che mirano a rivedere l‘impostazione dell’EUTF e in generale le politiche migratorie dell’Unione.
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