Ancora un omicidio a causa di un’arma legalmente detenuta. Una tragedia che è finita in primo piano sui giornali e nei servizi televisivi: Giuseppe Balboni, 16 anni, è stato ucciso da un suo coetaneo che gli ha sparato con la pistola del padre.
L’omicidio Balboni per colpa di un’arma legalmente detenuta: un coetaneo ha sparato al 16enne con la pistola del padre
Ancora un omicidio a causa di un’arma legalmente detenuta. Una tragedia che è finita in primo piano sui giornali e nei servizi televisivi: Giuseppe Balboni, 16 anni, è stato ucciso da un suo coetaneo che gli ha sparato con la pistola del padre. Il giovane omicida ha sottratto l’arma al genitore e ha commesso il delitto. La storia, iniziata nei giorni scorsi, ha avuto il peggior epilogo. Balboni, residente a Rocca (Modena), era scomparso da lunedì scorso: immediate sono scattate le ricerche, fino alla scoperta di oggi. Anche la trasmissione Chi l’ha visto? si era occupata della vicenda.
E per l’ennesima volta una famiglia è devastata per colpa di una pistola, un’arma presente in casa nel pieno rispetto della legge. Una vita di 16 anni infranta nella maniera più inconcepibile.
Racconta la Gazzetta di Modena:
È stato ritrovato morto a Castello di Serravalle, nel Bolognese, in località Tiola, il sedicenne Giuseppe Balboni, residente a Zocca, e scomparso da lunedì. Ad assassinarlo, con la pistola del padre, un suo amico e coetaneo. […] I Durante la giornata il sospettato interrogato a lungo e gli accertamenti hanno chiarito che a sparare a Giuseppe era stata l’arma del padre del ragazzo, regolarmente detenuta, e che evidentemente gli era stata sottratta.
Una tragedia, forse una delle peggiori del 2018 per l’età della vittima, che suona come un monito preoccupante sulle armi che circolano in Italia: nelle case di molti italiani potrebbero anche raddoppiare in virtù delle nuove leggi, entrate in vigore nei giorni scorsi. E fatti del genere dovrebbero far riflettere soprattutto in vista delle mani libere per le pistole con la riforma della legittima difesa.
25 settembre 2018
Stefano Iannaccone