Il Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti di Milano ripercorre in un testo diffuso nei giorni scorsi la storia di un 2018 a dir poco intenso, ricordando sempre che «lo sport è sicuramente uno dei migliori modi di vivere la vita alla grande, insieme».
Segnaliamo la pubblicazione in Superando.it dei seguenti articoli
Un anno vissuto insieme, tra gare, corsi ed altri eventi
Showdown, blind tennis, sci, tiro con l’arco, nuoto, atletica leggera, scherma, baseball e altro ancora: il Gruppo Sportivo Dilettantistico Non Vedenti di Milano ripercorre in un testo diffuso nei giorni scorsi la storia di un 2018 a dir poco intenso, ricordando sempre che «lo sport è sicuramente uno dei migliori modi di vivere la vita alla grande, insieme»
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L’arte che risveglia l’anima, attraverso i linguaggi della neurodiversità
«Questa mostra testimonia che l’effetto terapeutico può diventare un tutt’uno con la rappresentazione del bello. L’arte è sempre così!»: Aldo Grassini, presidente del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, sintetizzare mirabilmente il significato della mostra itinerante “L’arte risveglia l’anima”, frutto di un progetto internazionale di inclusione culturale e sociale, in grado di mettere in contatto persone con disturbi dello spettro autistico con il resto della società, facendone emergere le grandi potenzialità creative, e che domani, 26 gennaio, approderà proprio al Museo Omero di Ancona
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Le richieste della FAND: inclusione, lavoro e aumento delle pensioni
«Abbiamo chiesto al Ministero un impegno serio e concreto su tre aspetti fondamentali: attenzione specifica sulle problematiche delle persone con disabilità che porti a politiche realmente inclusive; inclusione lavorativa per tutte le persone con disabilità; aumento delle pensioni di invalidità civile per tutti coloro che ne beneficiano»: lo ha dichiarato Franco Bettoni, presidente della Federazione FAND, dopo l’incontro di qualche giorno fa presso gli uffici del Ministero per la Famiglia e le Disabilità, cui hanno partecipato i rappresentanti della stessa FAND e dell’altra Federazione FISH
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Il lavoro come prospettiva di vita autonoma
«Non può essere una responsabilità delegata esclusivamente all’istituzione famiglia – scrive Moreno Orlandelli – quella di garantire ai giovani un avvenire in termini di sostenibilità e autonomia, in particolare se parliamo di ragazzi con particolari fragilità o disabilità. La nostra Comunità, costituita da dieci Comuni del Viadanese, in Provincia di Mantova, sta tentando un processo di avvicinamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro, con un progetto sperimentale partito nel 2016 e intitolato “Scuola – Territorio: il lavoro come prospettiva di vita autonoma”»
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Il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, ieri e oggi
Merita certamente una segnalazione l’aggiornato focus sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali presente all’interno del portale «Condicio.it», nel quale viene tratteggiata, con ricchezza di dati e osservazioni, la storia di quel Fondo, sin dalla sua istituzione alla fine degli Anni Novanta. Un’ampia e specifica analisi viene poi riservata al più recente Decreto Ministeriale relativo a questo àmbito, che, come avviene annualmente, ha ripartito tra le Regioni le risorse afferenti al Fondo Nazionale
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Paesi in cui la cataratta segna il destino di tanti bambini
«Nei Paesi poveri del mondo – spiegano da CBM Italia, componente nazionale della nota organizzazione umanitaria impegnata nella cura e nella prevenzione della cecità evitabile nei Paesi del Sud del mondo – nascere con la cataratta è invalidante perché significa rischiare la vita ogni giorno, a causa dei pericoli, e avere un futuro compromesso». È rivolta a uno di questi Paesi, l’attuale campagna di CBM Italia, ovvero al Kenya, dove più di 300.000 persone, tra cui tantissimi bambini, sono cieche o gravemente ipovedenti a causa di malattie prevenibili e curabili, com’è appunto la cataratta
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Non moltiplicare le cose, se non ve n’è necessità!
«Mentre è senz’altro urgente il riconoscimento professionale degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, non ritengo – scrive Salvatore Nocera – che se ne debbano moltiplicare i profili professionali. Il problema, invece, sta nel fatto che i corsi di specializzazione e formazione loro dedicati sono insufficienti, sia per le ore di insegnamento che per i contenuti». E conclude così: «Giustamente i giuristi romani dicevano: “Entia non sunt moltiplicandi sine necessitate”, ovvero “Non si devono moltiplicare le cose, se non ve n’è la necessità”»
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Quegli “sguardi inclusivi” che conquistano le scuole di Sassari
Domani, 29 gennaio, al Cityplex Moderno di Sassari, vi sarà il quarto appuntamento della rassegna “Sguardi inclusivi. Progetto Scuola, cinema e autismo”, ciclo di proiezioni con adattamento ambientale (il sistema “Friendly Autism Screening”), che consente a tutti i giovanissimi spettatori con disturbo autistico di condividere l’esperienza cinematografica con i compagni di scuola. Insieme all’Associazione ANGSA di Sassari, a collaborare all’iniziativa – che si appresta a superare la soglia dei cinquecento studenti partecipanti – vi è “Cinemanchìo”, noto progetto di inclusione culturale
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La disabilità intellettiva e il lavoro, ieri e oggi
«Per superare le preclusioni soggettive e oggettive frapposte fra le persone con disabilità intellettiva e il lavoro – scrive Marino Bottà, a conclusione di questo suo approfondimento dedicato al lavoro delle persone con disabilità intellettiva, che spazia tra passato e futuro -, si deve attivare un cambiamento culturale, cercare nuove strategie, promuovere prassi operative efficaci e servizi in grado di usare un linguaggio comprensibile alle aziende. Le famiglie, infatti, non possono più essere lasciate sole a gestire un problema per loro insormontabile»
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La RAI deve mettere al centro la promozione della solidarietà
Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore e Stefano Tabò, presidente di CSVnet, chiedono alla RAI, in una nota congiunta, «di mettere al centro la promozione della solidarietà, in applicazione del Contratto di Servizio 2018-2022». Auspicano inoltre la costituzione del Comitato, previsto dal Contratto di Servizio stesso, «quale sede permanente di confronto fra il Ministero e la RAI che, con carattere consultivo, esprime pareri e avanza proposte in ordine alla programmazione sociale e alle iniziative assunte nei confronti delle persone con disabilità»
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Bella quella mostra, ma non del tutto accessibile
Non tutto è filato liscio, rispetto all’accessibilità nei confronti delle persone con disabilità motoria, per la bella mostra ospitata da Palazzo degli Esami a Roma, intitolata “Impressionisti francesi. Da Monet a Cézanne”. Ce lo segnala il nostro Lettore Claudio Conforti, chiedendo che i suoi rilievi «vengano presi in considerazione, data l’importanza dell’edificio che ospita la mostra, per le manifestazioni culturali romane»
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Stiamo imparando a lavorare
«Anche perché ho capito quanto è importante per me lavorare, essere adulto e responsabile», come ha dichiarato uno dei giovani con sindrome di Down coinvolti nel progetto dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) denominato “Chi trova un lavoro trova un tesoro”, che proprio in questi giorni sta vivendo la partenza dei suoi primi tirocini, tra i 68 previsti, in Italia – tra gli altri quello al Servizio Cucina e Tavola del Quirinale – e anche all’estero
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Quell’Olocausto “rimosso” delle persone con disabilità
«In concomitanza con il Giorno della Memoria – scrive Gianluca Rapisarda – ritengo più che mai fondamentale ricordare l’Olocausto “rimosso” delle persone con disabilità, perché, nonostante gli avanzati strumenti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, e gli impegni politici previsti nei diciassette “Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile” dell’Agenda ONU 203, la storia contemporanea riporta quotidianamente, ancora e troppo spesso, episodi di esclusione sociale e di discriminazione di cittadini con disabilità»
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Una banca di difficile accesso
«Perché una banca tanto importante – scrive Alberto Coppini – trascura grossolanamente delle normative esistenti da decenni? Ma soprattutto, perché una persona “normodotata” può accedervi percorrendo tre metri, mentre chi ha problemi motori ne deve fare cento e superare una ripida salita?»: domande per le quali attendiamo risposte assieme al nostro Lettore, il quale sottolinea anche come «chi cammina a stento non si avventurerà mai su quella rampa non a norma, per percorrere poi con bastone o stampella un lungo tratto e arrivare al portone d’ingresso dell’istituto o al Bancomat a lato»
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