“La nazionalizzazione delle risorse è la ragione di questo conflitto. Non accettano che degli indios possano governare”
Il presidente deposto dopo il colpo di stato in Bolivia, Evo Morales, ha riunito una conferenza stampa dal Messico cui è costretto a sfuggire dopo che il golpe ha posto a rischio la sua stessa vita. Morales davanti ai giornalisti ha dichiarato che “la nazionalizzazione delle risorse è la ragione di questo conflitto”, che ha provocato una dittatura militare di destra che attualmente ha sulla coscienza almeno 30 morti.
“Alcuni non accettano che gli indios possano governare”, ha aggiunto Morales. L’ex presidente ha spiegato i progressi della sua amministrazione nella produzione di litio e delle riserve di gas della nazione andina. e ha sottolineato che il governo de facto nel suo paese ha dato un mandato in bianco a polizia e esercito per massacrare la gente. “Hanno emesso un decreto come se avessero avuto una carta bianca per uccidere i boliviani. Ciò è stato fatto solo nella dittatura militare”, ha proseguito.
Morales ha affermato che la repressione del regime del colpo di stato ha causato almeno 30 morti e dozzine di feriti per mano delle forze armate. “Abbiamo circa 30 morti in una settimana. Questo massacro fa parte di un genocidio che si verifica nella nostra amata Bolivia”, ha dichiarato.
Morales ha anche invitato l’Organizzazione delle Nazioni Unite a denunciare e frenare “questo massacro di fratelli indigeni che chiedono pace, democrazia e rispetto per la vita nelle strade”.
Il leader in esilio ha anche invitato le organizzazioni internazionali e Papa Francesco a costituire una Commissione per la verità per chiarire cosa sia successo alle elezioni presidenziali del 20 ottobre.
Morales ha anche denunciato “che alcune organizzazioni si uniscano per dimostrare come l’OSA (Organizzazione degli Stati americani) si siano uniti a questo colpo di stato”. Secondo il presidente deposto dal golpe “dobbiamo smetterla anche di chiamare Organizzazione degli Stati Americani e chiamarla con il suo vero nome: Organizzazione del Nord”.
“Abbiamo vinto al primo turno. Ci sono rapporti internazionali che lo dimostrano”, ha proseguito Morales citando i rapporti del Cepr e del Celag che confermavano la regolarità delle elezioni nelle quali Morales ha preso 10 punti percentuali in più del secondo.
A questo proposito, Morales ha affermato di sperare che “la comunità internazionale possa contribuire e non essere come l’OAS, responsabile del colpo di stato”.
Morales ha riferito che gli Stati Uniti stiano operando politicamente per impedirgli di tornare in Bolivia. “Dal nord ci informano che gli Stati Uniti non vogliono che torni in Bolivia”, ha sottolineato.
L’ex presidente ha poi criticato il silenzio dei media mainstream sia in Bolivia che a livello internazionale, che hanno messo a tacere il massacro del popolo boliviano. “Molti media sono come anestetizzati, non informano”, ha detto.