Enel aumenta i suoi investimenti in Cile. Poche ore fa la società ha un annunciato1 un aumento della propria partecipazione nella controllata Enel Chile, per un massimo del 3% del capitale, sull’attuale 69%. Un’operazione, specifica l’azienda in un comunicato, perfettamente “in linea” con il Piano Strategico per il biennio 2020-20222, presentato il 26 novembre.
Un piano da 2,5 mld di dollari per la decarbonizzazione del Paese e la digitalizzazione delle reti, l’11,5% in più rispetto al biennio 2019-20213.
Nonostante il crollo del pesos cileno ai minimi storici su dollaro e euro e nonostante la fuga dei capitali, l’ad di Enel, Francesco Starace non teme la congiuntura economica e la crisi politica del Paese. Piuttosto minimizza: “è un anno di cambiamenti costituzionali che sono sempre un momento in cui le società si uniscono per concordare un terreno comune. Era ora”.
“Il Cile non ha debito – prosegue – Hanno mezzi per affrontare le preoccupazioni della popolazione. I fondamentali ci sono, è strano pensare che un paese con queste capacità non possa risolvere” Insomma, Enel non vede alcuna ragione che impedisca l’aumento di investimenti in Cile. Nè la crisi politica ed economica la preoccupa né le violenze e gli abusi delle forze armate, costate un’accusa costituzionale per violazione dei diritti umani all’ex ministro degli Interni Andres Chadwick Piñera, fratello di Herman, attuale presidente di Enel Chile e cugino del Presidente della Repubblica Sebastian Piñera.
La presentazione del piano di investimenti di Enel in Cile è stata preceduta da un viaggio tenuto in sordina del viceministro degli Esteri, Marina Sereni (PD). La visita a Santiago, avvenuta dal 5 al 7 novembre, all’indomani della rimozione dello stato di emergenza e del coprifuoco, è stata commentata dalla Sereni con una lettera4 al Mercurio, il principale quotidiano cileno. Nella lettera non si legge nessuna condanna al governo cileno, al contrario si danno garanzie sul fatto che “L’Italia starà – come lo è sempre stata – al fianco del Cile”.
La viceministro non ha ravvisato alcun problema con le violazioni dei diritti umani, certificate dai rapporti INDH, Amnesty International e Human Rights Watch.
Ha piuttosto trovato “terreno fertile”:
- sia per una “conversazione” tra Italia e Cile sul “modello di economia sociale di mercato, con esperienze significative nel campo delle pensioni, educazione pubblica e salute”ovvero proprio quel modello contro cui il popolo cileno si è sollevato, e che invece la Sereni considera un “punto di riferimento importante”;
- sia per “portare avanti sfide comuni” come quella per lo sviluppo sostenibile e green.
Semaforo verde, quindi per gli investimenti di riconversione ecologica di Enel. Le relazioni fra Italia e Cile, un Paese che tortura il suo popolo, sono e saranno distese. Dove ci sono investimenti italiani e occidentali da tutelare, non ci sono violazioni dei diritti umani sanzionabili.
Enel Chile, la società presieduta dal fratello del ministro indagato per violazioni dei diritti umani e cugino di Piñera, detiene la maggior parte delle concessioni di energia elettrica in Cile e dallo scorso luglio fornisce AngloAmerican5, multinazionale mineraria che sfrutta il sottosuolo cileno. Il rogo dell’edificio Enel sull’Alameda di Santiago ha dato il via alle rivolte, il 18 ottobre 2019.
di Clara Statello
1) https://www.ilsole24ore.com/art/enel-aumentera-3percento-partecipazione-enel-chile-AC5dIU3
2) https://quifinanza.it/finanza/enel-nel-piano-investimenti-per-287-miliardi-la-meta-e-green/330272/
3) http://www.nuevamineria.com/revista/enel-chile-eleva-su-millonario-plan-de-inversiones-para-chile-pese-a-situacion-de-inestabilidad/?fbclid=IwAR1QvOn5XhpxOjwEyJAL9CTrsPSYugjk4pmoLWUVXi2g13m01P8FtyoU-tk#.Xd1CrADy72k.twitter
4) https://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/interviste/sereni-vicinanza-el-mercurio.html?fbclid=IwAR2i_sfAggwFjN3204YTsHipdAfW8kwUQBFSTSjb-rlsIMS2LsYH7ugJ-fg