Abbiamo bisogno di una conversione profonda della sensibilità, anche questa è una forma di lotta. Il problema risiede nella postura nei confronti del mondo e dell’altro.
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Abbiamo bisogno di una conversione profonda della sensibilità, anche questa è una forma di lotta. Il problema risiede nella postura nei confronti del mondo e dell’altro. Si tratta di mettere in discussione l’idea che possiamo disporre liberamente di ogni cosa in modo illimitato. È lo sguardo del dominio e dello sfruttamento. Uno sguardo, ricorda Paolo Mottana, insediato nelle relazioni affettive, nell’educazione di bambini, nella costruzione delle nostre case e città, prima ancora che nell’economia. Abbiamo bisogno di imparare ad accogliere le zone d’ombra di ogni singolarità, di utilizzare linguaggi poetici, di coltivare in modo diverso tenerezza, dono ed empatia |
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L’idea di razza non è uscita dalla storia e oggi non richiede più la legittimazione della scienza. Resta qualcosa che rassicura, semplifica la realtà, costringe l’altro al destino imposto dalla natura. La razza non è la madre del razzismo ma una conseguenza. Per questo abbiamo bisogno di combattere questa idea in profondità |
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La nuova testata interna a Comune è dedicata al migrare e all’affermazione della libertà di movimento. Perché i movimenti, i desideri, le affermazioni delle dignità e le ribellioni non hanno passaporti né frontiere. Benvenuti ovunque |
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La scuola conquista le prime pagine dei giornali per l’imprudenza di qualcuno che ha scritto ciò che si fa ma non si deve dire. Nell’autopresentazione dell’Istituto comprensivo “Via Trionfale” a Roma nord il dirigente scolastico ha avuto l’ingenuità di lasciar scrivere nel sito ciò che in moltissime scuole si fa, ma è bene non dire. In realtà il problema esiste da tempo: “responsabili di questa palese ingiustizia sono i dirigenti scolastici delle scuole coinvolte – scrive Franco Lorenzoni, maestro -, ma sappiamo bene che tale pratica profondamente immorale è attuata per la pressione di alcuni genitori e con la complicità degli insegnanti interessati a lavorare con ragazzi scelti…”. C’è da rinnovare ovunque un impegno contro le scuole ghetto e le classi ghetto |
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“La bellezza del mondo appartiene ai bambini e alle bambine. Basterebbe fermarsi. E guardarli. Mentre stanno costruendo qualcosa… Mentre pedalano… Quando tornano dopo una corsa a perdifiato… Quando si incantano davanti alle prime volte. La prima volta della neve. Del mare. Di un cielo stellato. E si stupiscono delle ingiustizie. Sentono il male e lo dicono… Quando incontrano un amico ed è la gioia più grande. E basta il nome per riconoscersi, non serve altro… Non dimenticano la meraviglia, i bambini. Neanche quando ci mettiamo d’impegno e rendiamo le loro vite difficili…” |
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Il nuovo film di Ken Loach è tanto doloroso quanto imprescindibile: “Sorry we missed you”, il titolo, è la frase che si trova nelle notifiche di mancata consegna dei corrieri che lavorano in modo “autonomo”. Il colloquio di “assunzione” del corriere Ricky, scritto e recitato in modo impeccabile, dovrebbe essere preso e proposto in qualsiasi corso di formazione sindacale e nelle scuole superiori |
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Ci sono storie che vanno raccontate ovunque, in tante lingue e in molti modi. Ci sono storie che prendono forma in una piazzetta, giocando con il teatro. Ci sono storie di donne e di uomini che hanno cominciato a cambiare il mondo e non hanno più smesso |
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I governi e le multinazionali non si impegnano sul riscaldamento globale |
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Una mozione contro i finanziamenti della Barclays sulle energie fossili |
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Le testimonianze di alcuni ciclisti, le loro motivazioni ed esperienze, la loro visione della città, ma anche un’intervista, tra gli altri, a Marc Augé: questo il contenuto del bel documentario Biciclette di città |
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