Qualsiasi discussione sull’educazione ha bisogno di partire dalla domanda: chi sono oggi i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze. Ma abbiamo anche bisogno di riscoprire come nessuno impara qualcosa di cui non fa esperienza, a cui non partecipa con il corpo, la mente, le emozioni, l’immaginazione. Scrive Paolo Mottana: “Credo sia venuto il momento che la società riaccolga nel suo tessuto vivente bambini e ragazzi, perché, ciascuno secondo le sue capacità, all’interno di quel tessuto vivente impari, ovvero quello della realtà, quello dei quartieri, del territorio… Pensiamo anche a quanto perdiamo in termini di bellezza, di spontaneità, di calore, di sguardo attento e ancora non preso dall’ansia del produrre che solo bambini e ragazzi possono avere e possono aiutarci a ritrovare, se solo li riammettessimo all’interno delle nostre comunità” |
|