Ieri si è svolto nel tardo pomeriggio il Consiglio dei ministri che ha deliberato due importanti provvedimenti: la concessione di un prestito con garanzia statale di 400 miliardi di euro a piccole, medie e grandi imprese (ciò consentirà ai nostri imprenditori di superare l’attuale blocco di attività e di incrementare, e qui si vedrà la loro capacità, la produzione nazionale di beni); e un decreto legge (immediatamente esecutivo, ma da approvare entro 60 giorni da parte delle Camere) che conferisce al governo il così detto “Golden Power”, cioè i pieni poteri, oltre che nelle materie già previste dalla legge del 2012, anche in materia sanitaria e alimentare che sono asset strategici del made in Italy. È un’ottima soluzione per proteggere l’italianità dei nostri prodotti.
Per quanto riguarda l’Europa
Per quanto riguarda i rapporti con l’Europa, il Consiglio dei ministri ha tenuto ferma la posizione di chiedere soltanto gli Eurobond, cioè dei prestiti garantiti dal bilancio dell’Unione europea, evitando del tutto l’attuazione del Mes (come da noi richiesto con la seguente petizione: http://chng.it/wZvzDtGN).
Se passasse questa linea, e ci sono al riguardo buone probabilità (sono contrari Germania, Olanda,Austria e Finlandia, mentre sono favorevoli oltre a Italia, Francia e Spagna altri 11 paesi dell’Unione), sarebbe una bella vittoria di chi sostiene la solidarietà in Europa su chi la osteggia in nome del del peggior contabilismo del sistema economico predatorio neoliberista.
A tal proposito invitiamo il governo a essere ferreo nei confronti dei paesi dissidenti, poiché qui si tratta dell’esistenza o non della stessa Unione europea.
In conclusione
In conclusione, secondo noi, oltre a esser forti con l’Europa, dobbiamo assolutamente ricostituire il nostro patrimonio pubblico. E a tal fine la giusta attribuzione di pieni poteri al governo dovrebbe comportare anche il ricorso alle nazionalizzazioni delle industri strategiche, dei servizi pubblici essenziali e delle fonti di energia, le quali costituiscono una fonte di ricchezza nazionale di inestimabile valore, che indebitamente è stata ceduta a singoli faccendieri privati e a fameliche multinazionali.
E si ricordi che tali fonti di produzione di ricchezza, ai sensi dell’articolo 43 della Costituzione, devono essere in mano pubblica o di comunità di lavoratori o di utenti.
Sarebbe questa, secondo noi, la via più sicura per assicurare un reale sviluppo economico della nostra Italia.
di Paolo Maddalena (Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”)