Da Guaidó alla Tikhanovskaya. Il PD si conferma il peggior partito italiano

Da Guaidó alla Tikhanovskaya. Il PD si conferma il peggior partito italiano

Da Guaidó alla Tikhanovskaya. Il PD si conferma il peggior partito italiano
di Fabrizio Verde
«Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai», cantava Francesco De Gregori. Proprio i versi della sua canzone sono quelli che ci sono balzati alla mente alla lettura del tweet dove Laura Boldrini annunciava di essere in partenza verso la capitale della Lituania per incontrare la Guaidò della Bielorussia Svetlana Tikhanovskaya. 

«In partenza per Vilnius con Lia Quartapelle per incontrare Svetlana Tikhanovskaya, sfidante di Lukashenko alle elezioni bielorusse. Per darle sostegno e solidarietà come parlamentari e come donne. Chi rischia la vita per la libertà non va lasciato solo», ha twittato l’esponente del PD.

 

Ancora una volta l’accoppiata Boldrini-Quartapelle, come tutto il PD d’altronde, si schiera dalla stessa parte, ossia, quella sbagliata della storia.

I piddini li abbiamo visti affannarsi per sostenere il golpe neonazista di Maidan in Ucraina, con tanto di comizio di Pittella intento ad arringare la folla con vessilli neonazisti; così come erano e sono in prima fila nel sostenere i fascisti venezuelani e il fantoccio golpista Guaidò contro il legittimo governo bolivariano guidato da Nicolas Maduro; appoggiano i peggiori tagliagole in Siria pur di vedere il presidente Assad rovesciato; fanno sfoggio della peggiore russofobia e sinofobia.

Da presidente della Camera Laura Boldrini ha ricevuto a Roma l’allora presidente della Rada ucraina Andriy Paruby, un neonazista leader del partito di estrema destra Svoboda e già fondatore del Partito Nazional Sociale Ucraino. Non proprio un modello di democrazia e non-violenza.

Insomma, non ci sorprende affatto che adesso Quartapelle e Boldrini volino a Vilnius per incontrare Svetlana Tikhanovskaya, l’ennesimo cavallo di Troia dell’imperialismo. La Bielorussia di Lukashenko è infatti il tassello che manca per creare una sorta di cordone sanitario sul fronte occidentale contro la Russia.

Per ironia della sorte, le due parlamentari italiane molto attente alle questioni afferenti l’antifascismo (quello solo di facciata), volano proprio a Vilnius. La capitale di quella Lituania dove si perseguitano e si incarcerano (con detenuti ancora in attesa di processo) i comunisti, i pacifisti e gli antimperialisti. Dove si riabilitano le SS locali, responsabili di massacri di partigiani e civili e di pogrom di ebrei. Nel silenzio complice dell’Unione Europea.

Ma i nostri eroi liberali fingono di non vedere. Chiudono un occhio, anzi entrambi quando si tratta di portare avanti il sacro verbo europeista-imperialista.

Per questo, parafrasando De Gregori, sempre e per sempre dalla stessa parte li troverai: quella sbagliata della storia. Dalla parte dell’imperialismo, del capitale, del fascismo e del golpismo anti-socialista e anti-popolare.

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