Il ritorno in Bielorussia “è una possibilità per destabilizzare il regime attraverso azioni non standard”, hanno affermato Anton Rodnenkov e Ivan Kravtsov in un’intervista al media ucraino Strana. “La nostra efficacia qui – in Ucraina – diminuirà, poiché è importante essere sulla scena. È difficile prendere parte a una rivoluzione da remoto”.
Gli esponenti dell’opposizione bielorussa non si nascondono e dichiarano apertamente che l’obiettivo è destabilizzare il governo guidato da Alexander Lukashenko, fresco vincitore delle elezioni presidenziali in Bielorussia con un ampio margine di vantaggio.
Poi arriva un’altra conferma riguardo ai paesi stranieri coinvolti nel tentativo di destabilizzazione della Bielorussia: Rodnenkov afferma che prima di tornare in Bielorussia, hanno in programma di recarsi in Lituania e Polonia per lavorare anche da questi paesi. Le figure dell’opposizione hanno affermato di essersi rese conto che potevano essere arrestate al ritorno, quindi volevano rendere drammatico il ritorno. “Vogliamo rendere il nostro ritorno in Bielorussia più impressionante e questo richiede preparativi”, ha detto Rodnenkov. “Finora non abbiamo un piano preciso. Ma vogliamo che questo sia pubblico e manifesto”, ha aggiunto.
Altra mossa che ricorda da vicino le azioni del golpista venezuelano Guaidò: il burattino di Washington infatti lasciò il paese in maniera illegale per un tour internazionale, e poi al ritorno in patria si fece ‘scortare’ dagli ambasciatori in Venezuela di vari paesi occidentali. Una farsa organizzata ad uso e consumo dei media mainstream.
I due hanno precisato ancora una volta che non avevano intenzione di chiedere asilo politico in Ucraina, dal momento che si trovavano in Ucraina “nell’ambito di una campagna politica”.
In occasione di una conferenza stampa hanno affermato di aver attraversato il confine tra Bielorussia e Ucraina legalmente e di loro spontanea volontà. Hanno detto che in precedenza erano stati detenuti da persone non identificate. Inoltre, hanno aggiunto che un membro del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, Maria Kolesnikova, anch’essa portata al confine con l’Ucraina con la forza, non voleva lasciare la Bielorussia ed è per questo che ha strappato il suo passaporto.
Martedì, il canale televisivo di stato Belarus-1 invece ha riferito tramite il suo canale Telegram che Kolesnikova era stata arrestata mentre cercava di attraversare illegalmente il confine con l’Ucraina.
Secondo il Comitato per il confine di Stato bielorusso, stava attraversando il controllo delle frontiere insieme al portavoce del Consiglio Anton Rodnenkov e al segretario esecutivo Ivan Kravtsov. I due uomini passarono il controllo e in seguito si diressero verso Kiev.
Con le nuove dichiarazioni degli esponenti dell’opposizione bielorussa forse apparo più chiaro tutto.
Fonte: TASS