Per capire cosa sta succedendo in Bielorussia, basta leggere Anders Aslund, uno degli artefici della “terapia d’urto” che ha restaurato il capitalismo in Russia dopo il 1991. Aslund è un criminale della guerra di classe. In un decennio, il PIL russo è diminuito di quasi la metà (data.worldbank.org). L’aspettativa di vita dei russi è scesa a 59,8 anni (UNDP Human Development Report, 2000) e il paese si è trovato sull’orlo del collasso. Ma il saccheggio non ha creato solo miseria e morte: ha creato milionari russi e riempito i conti degli oligarchi demo-occidentali: tra il 1992 e il 1998 la fuga di capitali dalla Russia verso le banche occidentali ha raggiunto i 210 miliardi di dollari (Financial Times, 27.8.99).
Aslund (www.intellinews.com, 15.8.20) ora dice: “Chi visita la Bielorussia è sorpreso: questa è l’ultima economia sovietica, ma in realtà funziona. […] La sua economia altamente industrializzata è dominata da circa 40 aziende statali, in particolare nell’industria pesante. Producono ancora prodotti sovietici […] ma sono i migliori prodotti sovietici che abbiate mai visto. […] I problemi macroeconomici sono irrisori. L’inflazione è sotto controllo, intorno al 5%. Il disavanzo di bilancio ufficiale è minuscolo e il debito pubblico totale è limitato al 35% del PIL. […] In generale, l’amministrazione statale gode di buona salute, probabilmente la migliore dell’ex Unione Sovietica. […] La Bielorussia non ha grandi uomini d’affari o oligarchi privati. Finora la corruzione è stata sorprendentemente limitata ». Mi viene da dire: certo!
Ma Aslund non sta tessendo lodi. Presenta il catalogo di vendita di quella che spera sia la prossima stagione della mega-produzione “saccheggiare l’Est”. Non vede alcuna malattia, ma richiede una cura: “La maggior parte delle grandi aziende dovrà essere privatizzata”. Per essere depredate dal capitale imperialista (riempiendo alcune tasche) e poi chiuse (distruggendo la concorrenza). Nemmeno i cantieri navali di Danzica, il luogo di nascita di Solidarnosc, sono sfuggiti a questo destino. La preoccupazione di Aslund è che “una vendita aperta si tradurrà in proprietari russi di quasi tutto”. Non è stato per questo che egli ha contribuito a creare gli oligarchi, che ora chiama “lupi russi che si gettano sulle loro potenziali vittime”. Per Aslund, solo gli avvoltoi euroamericani hanno il diritto di saccheggiare.
Il presidente Lukashenko non è nel mirino per il male che può aver fatto, ma per il bene che ha fatto nel difendere l’economia bielorussa dai voraci appetiti del grande capitale globalista e anche dagli oligarchi russi, mantenendo “i tre quarti dell’economia nel settore pubblico”. Se scegliesse diversamente, come Guaidó, sarebbe considerato un presidente legittimo con zero voti. Avrebbe il trattamento mediatico dei democratici Emirati Arabi Uniti, apprezzati da Israele, Stati Uniti, e del re emerito di Spagna “legittimamente” eletto, che è fuggito lì per non dover rendere conto alla giustizia.
I discorsi di Macron, Trump o Biden sui manifestanti pro-democrazia servono a ingannare gli incauti. Si chieda ai gilet gialli, contro i quali tutto è lecito, alle vittime della violenza della polizia negli Stati Uniti o alle molte migliaia di newyorkesi che si mettono in fila ogni giorno per ricevere cibo donato (New York Post, 22.8 .20) mentre i multimilionari approfittano della pandemia per riempirsi le tasche.
di Jorge Cadima – “Avante!”, settimanale del Partito Comunista Portoghese
Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it