Noi siamo per rovesciare l’esistente. La società che stiamo costruendo esiste già sotto la cappa di oppressione del capitalismo.
Vogliamo costruire, stiamo costruendo, consigli di fabbrica, di azienda, di scuola e di quartiere che individuano i principali problemi che affliggono le masse popolari e che si organizzano e si mobilitano per affrontarli e risolverli nell’interesse delle masse popolari tutte. Chiamiamo tali Consigli “il coordinamento delle organizzazioni operaie e popolari”, ma il contenuto e la funzione sono gli stessi di quei Consigli che in Russia furono chiamati Soviet e su cui si basava la società socialista. Operiamo affinché tutto il potere sia preso nelle mani dei Consigli: chiamiamo questo sistema di potere che vogliamo costruire e che stiamo costruendo “nuovo potere”.
Tutto il potere alle organizzazioni operaie e popolari! Tutto deve essere meglio di prima
Il 31 gennaio 2020 il governo ha segretamente dichiarato lo stato di emergenza sanitaria nazionale a causa della pandemia da Coronavirus, ma non ha adottato alcuna misura concreta fino al 9 marzo – quando ha imposto il lockdown su tutto il territorio nazionale – benché i focolai fossero ancora fino a quel momento circoscritti. Anzi, pur alimentando una martellante propaganda terroristica, nei fatti ha assecondato chi negava il problema, a partire da Confindustria che anche dopo il 9 marzo ha fatto carte false per continuare la produzione industriale di merci e la loro circolazione.
Ha lasciato mano libera alla cricca di speculatori a capo delle Regioni (il caso emblematico è la Regione Lombardia con Fontana e Gallera) che sono diretti responsabili di una strage senza precedenti in “tempo di pace”.
Le settimane di lockdown sono state caratterizzate dalla persecuzione della popolazione e dalla repressione (multe, caccia all’untore, ecc.) contro chi per vari motivi non poteva o non voleva sottostare a un regime sanitario-poliziesco, mentre la maggioranza delle grandi aziende del paese erano aperte: come se il contagio fosse scontato in ogni posto, tranne che nei reparti delle aziende.
A maggio i contagi sono diminuiti, gli ospedali si sono svuotati, le misure di distanziamento fisico e sociale sono state allentate e, nonostante “il conto” delle vittime fosse tremendo (i dati ufficiali sono ancora fumosi e al ribasso), che fosse del tutto evidente che la sanità è un colabrodo e l’emergenza fosse tutt’altro che passata, anziché dare seguito alle mille promesse di “aver imparato la lezione”, autorità e istituzioni sono diventate strumento per le varie fazioni della classe dominante nella lotta per la gestione delle decine di miliardi stanziate dal governo e per la spartizione dei 230 miliardi che, nel frattempo, la UE ha promesso come sovvenzioni e prestiti all’Italia. Arriviamo a oggi, con la ripresa su ampia scala della propaganda terroristica sui contagi dopo la “parentesi estiva”, alla vigilia di mesi in cui gli effetti della pandemia in campo sanitario, economico, sociale e politico si mostreranno in tutta la loro gravità.
A 8 mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria nazionale, il governo non ha preso nessuna misura efficace… (continua a leggere)
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Perché votare SI al referendum costituzionale
Il 20 e 21 settembre si svolge il referendum confermativo sul taglio del numero dei parlamentari.Il contenuto della campagna referendaria porta fuori strada chi vuole ragionare sul futuro del paese in termini di interessi di classe.
I sostenitori del Sì (cioè i favorevoli al taglio del numero dei parlamentari) ricamano fantasiose tesi sul risparmio per le casse dello Stato e sulla “maggiore efficienza della istituzioni” in caso di vittoria.
I sostenitori del NO affermano che il taglio del numero dei parlamentari è un attentato alla Costituzione e alla democrazia, poiché consentirebbe un maggiore accentramento di potere nelle mani di “pochi eletti”.
Andando oltre la superficie delle cose, anche il referendum del 20 e 21 settembre può essere uno strumento attraverso cui i comunisti intervengono sugli organismi operai e popolari per rafforzare la loro concezione e il loro ruolo.
Un ruolo che acquisiscono man mano che fanno leva sulla loro forza e si liberano dalla sottomissione alla borghesia e al suo teatrino della politica e dai suoi politicanti (finire di fare le masse di manovra e prendere in mano la direzione della società)… (leggi tutto)
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La battaglia dei mesi che abbiamo di fronte
Editoriale
Quando da metà anni ‘80 la Carovana del (nuovo)PCI, con la rivista Rapporti Sociali, analizzava la seconda crisi generale del capitalismo che era iniziata dieci anni prima e studiava i suoi effetti sulla società (una crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale che dall’economia si espandeva al campo politico e culturale e generava una crisi ambientale senza precedenti), il mondo e il nostro paese apparivano prevalentemente per come la classe dominante li dipingeva: vitali, protesi verso un futuro di pace (la dissoluzione dei primi paesi socialisti portava i capitalisti a proclamare “il trionfo del capitalismo e la fine della storia”) e di prosperità (la costituzione della UE cementava questa illusione). Perciò, noi della Carovana del (nuovo)PCI eravamo ignorati o additati come dei nostalgici fuori di testa e invasati filo-terroristi perché sostenevamo che era crollato il potere dei revisionisti moderni (altro che crollo del socialismo!) e già indicavamo che la soluzione a quella crisi era l’instaurazione del socialismo… (leggi tutto)
Dalla nostra Agenzia Stampa
• [Italia] Dal (nuovo) PCI sul referendum: combattere le Larghe Intese
• [Toscana] L’antifascismo non si processa: lettere aperte ai sostenitori del SI e del No al referendum
• [Lombardia] Fontana assassino: sul voto di sfiducia e le verdi scimmie urlatrici
• [Colle Val d’Elsa] Giovani In Solidarietà: i candidati al Consiglio Regionale facciano ora invece di promettere!
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IL TUO 5X1000 PER LA RESISTENZA ANTIFASCISTA
Perché sostenere l’Associazione Resistenza? Poche righe per spiegare molte ragioni
L’emergenza sanitaria, che ha aggravato la crisi economica e sociale già esistente, dimostra su larga scala che non si può più vivere sperando di “tornare alla normalità”, quella stessa normalità fatta di disgregazione sociale, disoccupazione, immiserimento progressivo delle condizioni di vita e di lavoro. Bisogna fin da ora, da subito, attivarsi e mobilitarsi per far fronte agli effetti più gravi della crisi.
L’Associazione Resistenza è una associazione di promozione sociale e si assume questo impegno con le iniziative che promuove. Da una parte all’altra d’Italia diamo il nostro contributo (con iniziative culturali e sociali) alla difesa e alla promozione di valori di democrazia popolare e partecipata che riteniamo importanti e che nascono dalla Resistenza antifascista su cui si fonda il nostro paese, mettendo al centro la solidarietà tra gli individui. Valori che sono attuali, che vanno difesi ed estesi. Questi valori oggi sono incarnati da tutti quei lavoratori, cittadini, giovani e anziani che si attivano e mobilitano per un lavoro utile e dignitoso per tutti, per un ambiente salubre, per la garanzia di libertà e diritti per tutti, per una cultura sana e popolare, per difendere la sanità pubblica dalla privatizzazione selvaggia che ha dimostrato, con l’emergenza Covid-19, il suo carattere predatorio e speculativo. Sostenere l’Associazione Resistenza vuol dire sostenere, con un piccolo contributo come può essere il 5×1000, la fiamma della solidarietà, della speranza e della lotta per un mondo senza sfruttati né sfruttatori. Quella che sarà la società del futuro!
Abbiamo la responsabilità, l’onore e l’onere di consegnare alle generazioni future, costruendola già oggi, una società che metta la centro gli interessi collettivi e non il profitto di pochi.
Le nostre attività servono a costruire solidarietà e organizzazione, a fare rete.
L’Associazione Resistenza
- promuove la conoscenza della storia del nostro paese a partire dalla Resistenza antifascista;
- promuove il protagonismo e l’autorganizzazione popolare attraverso la costruzione di campagne sociali, di spazi, reti e strutture di coordinamento e di solidarietà tra le persone;
- promuove aggregazione di lavoratori, giovani, donne e anziani e la valorizzazione del rapporto tra le diverse generazioni;
- promuove la finanza etica, l’educazione al consumo critico, il rapporto diretto tra produttore e consumatore (costruire e fare rete);
- promuove la cultura popolare, la conoscenza e l’interazione tra diverse culture attraverso creazione di spazi e reti di attività culturali e artistiche.
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Per sostenere queste iniziative il 5×1000 è un modo non oneroso ma molto importante per dare continuità alla nostra attività.
Difendi e fai vivere i valori e gli ideali della Resistenza!
Riprendiamo il cammino iniziato dai partigiani che liberarono il paese dai nazifascisti!
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>> Se non devi presentare la dichiarazione dei redditi puoi devolvere il 5×1000 <<
Anche senza fare la dichiarazione dei redditi puoi donare il tuo 5×1000 perché i contribuenti che non devono presentare la dichiarazione possono scegliere di destinare il cinque per mille dell’IRPEF utilizzando l’apposita scheda allegata allo schema di Certificazione Unica 2020 (CU) o al Modello REDDITI Persone Fisiche 2020. Vedi tempi e procedura, scarica e compila i moduli >>> vai a questa pagina
Per devolvere in via telematica devi farlo entro il 30 novembre.
>> Se presenti il Modello 730 o Modello Unico Persone Fisiche <<
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Per devolvere in via telematica devi farlo entro il 30 settembre tramite il Modello 730 o il 30 novembre tramite il Modello Redditi Persone Fisiche.
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