La notizia che abbiamo appreso nel primo pomeriggio ci ha lasciato talmente stupefatti che non abbiamo inizialmente voluto credere al primo giornale turco che la riportava, al primo giornale statunitense e nemmeno alla prima agenzia italiana. E non solo perché lo descrivevano come un “giornalista americano” – immaginando la sua reazione – ma semplicemente non potevamo accettarlo. Avevamo troppe cose da fare insieme, troppi lavori da portare a termine, troppe e-mail lasciate a metà.
E invece Andrè Vltchek è morto oggi in Turchia, ad Istanbul in circostanze ancora da chiarire.
Per noi de l’AntiDiplomatico, Andrè è stato molto più di un amico. Molto più di un maestro, un modello, un esempio. Molto di più di un compagno di battaglie. Non è descrivibile a parole il senso di gratitudine che abbiamo nei confronti di uno dei più grandi e coraggiosi combattenti per la verità e la giustizia dei nostri tempi. Sicuramente il più instacabile e indomito.
Al momento il dolore ci impone di trattenere il ricordo e la giusta commemorazione che quest’incredibile uomo merita. Lo faremo e a lungo nei giorni, settimane e mesi prossimi.
Manterremo per sempre il ricordo di Andrè vivo. E’ una promessa e un impegno che l’AntiDiplomatico si prende con tutti voi.
Per ora permetteteci di onorarlo, pubblicando la traduzione di uno dei suoi ultimissimi scritti, che ci ha girato come sempre e con la solita passione e il solito ottimismo una settimana fa. Avremmo dovuto tradurlo prima, ma questo scritto è incredibilmente il manifesto e testamento vivo di tutto quello che Andrè è stato e sarà per sempre.
E’ giusto quindi che venga pubblicato oggi.
Ovunque tu sia ora, caro Andrè, veglia su di noi. Le tue battaglia di verità e giustizia non moriranno, si moltiplicheranno. Le tue battaglie per gli Altri, per gli ultimi della Terra che stanno rialzando la testa contro le barbarie neo-colonialiste non moriranno oggi, si moltiplicheranno e vivranno nei tantissimi che non ti dimenticheranno mai.
Riposa in pace Andre’. Che la Terra ti sia lieve.
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