Mobilitare e organizzare i lavoratori avanzati! Combattere le Larghe Intese! Avanzare verso la costituzione del governo d’emergenza delle masse popolari organizzate: il Governo di Blocco Popolare!
Comunicato CC 26/2020 – 23 settembre 2020
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Il referendum e le elezioni del 20-21 settembre confermano la crisi irreversibile della Repubblica Pontificia
Mobilitare e organizzare i lavoratori avanzati! Combattere le Larghe Intese! Avanzare verso la costituzione del governo d’emergenza delle masse popolari organizzate: il Governo di Blocco Popolare!
La vittoria del SÌ nel referendum che ridurrà il numero di parlamentari lautamente pagati per avallare e registrare le decisioni del governo, allarga la breccia che le elezioni del 4 marzo 2018 hanno aperto nel sistema politico delle Larghe Intese (tra il polo PD e il polo Berlusconi): il sistema asservito alla NATO, ai gruppi imperialisti europei (UE e BCE), alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e ai gruppi finanziari italiani ed esteri profittatori del Debito Pubblico e distruttori dell’apparato produttivo italiano.
L’esito delle elezioni nelle 7 regioni chiamate alle urne segna la sconfitta del tentativo di Lega e di Fratelli d’Italia di approfittare della loro opposizione al governo centrale M5S-PD (il Conte II) e assumere per intero al posto del M5S il ruolo di portavoce nella Repubblica Pontificia del malcontento, dell’insofferenza e dell’indignazione delle masse popolari per il corso delle cose che i capitalisti impongono anche nel nostro paese.
Le elezioni del 20-21 settembre hanno dato un’ulteriore conferma della rottura tra le masse popolari e la Repubblica Pontificia. Il numero degli astenuti è cresciuto (24.6 milioni di voti validi contro 26.6 milioni nelle elezioni europee 2019 e 32.8 milioni nelle elezioni politiche 2018) nonostante la campagna retorica della sinistra borghese a favore della Costituzione del 1948 che in realtà la Repubblica Pontificia fin dal suo inizio ha sistematicamente violato e stravolto e nonostante la campagna contro la Resistenza e il movimento comunista ostentatamente e provocatoriamente condotta dai fascioleghisti di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini in combutta con gli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso e con il concorso di tutte le autorità della Repubblica Pontificia (il figlio di mafia Sergio Mattarella in testa).
Intanto la pandemia da coronavirus è ancora in piena diffusione e miete vittime. Invece di provvedere con adeguati mezzi e misure di cura e di prevenzione, le autorità della Repubblica Pontificia nascondono la propagazione del virus, si profondono in pie esortazioni e ne approfittano per ostacolare la mobilitazione delle masse popolari e in particolare dei lavoratori e per reprimerli, in particolare con pene pecuniarie che non toccano i ricchi. Rimandano la “ripresa” (che da devoti sudditi USA chiamano “recovery”) ai soldi che le autorità dell’Unione Europea promettono in cambio della maggiore sottomissione politica e della partecipazione alle campagne militari e alle sanzioni contro i paesi oppressi ma ribelli dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina.
Innumerevoli sono oggi le interpretazioni del mondo e le cure proposte dagli esponenti della sinistra borghese, ma la realtà è che ogni capitalista deve valorizzare il suo capitale e che la borghesia imperialista deve prolungare la propria esistenza nonostante la crisi generale (economica, ambientale, culturale e sociale) derivante dalla sovrapproduzione assoluta di capitale, crisi che si aggrava da tempo e che la pandemia del Covid-19 ha fatto deflagrare. Nel secolo scorso la borghesia imperialista ha fatto fronte alla sua crisi generale con due guerre mondiali e inventando nuove forme antitetiche dell’unità sociale sotto la minaccia incombente della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976). Oggi senza questa minaccia la borghesia imperialista non è in grado di superare i contrasti tra i gruppi e gli individui che la compongono e creare nuove forme antitetiche dell’unità sociale.
Solo instaurando il socialismo (1. potere politico nelle mani delle masse popolari organizzate con alla testa gli operai e il Partito comunista, 2. gestione pubblica e pianificata delle attività economiche per soddisfare i bisogni della popolazione e delle relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con gli altri paesi, 3. accesso crescente della masse popolari alle attività specificamente umane) è possibile porre fine all’aggravarsi della barbarie succeduta più di quarant’anni fa all’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria, esaurimento dovuto ai limiti del movimento comunista cosciente e organizzato nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe. La costituzione del Governo di Blocco Popolare è un passaggio indispensabile sulla via dell’instaurazione del socialismo, visto che la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato è ancora nella fase iniziale.
La vittoria del SÌ nel referendum e l’esito delle elezioni regionali e comunali (ma su queste dobbiamo fare analisi di dettaglio per favorire la costituzione di amministrazioni locali d’emergenza) aggravano la crisi del sistema politico della borghesia imperialista, cioè la crisi del sistema delle Larghe Intese e creano condizioni ancora più favorevoli al successo della nostra lotta per la rinascita del movimento comunista, per la costituzione di organismi operai e popolari e per il loro rafforzamento come centri locali del nuovo potere: in definitiva della nostra lotta per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.
La vittoria del SÌ mostra agli attivisti ed esponenti dell’ala sinistra del M5S che quando si oppongono alle Larghe Intese hanno successo e risalgono la china in cui il M5S è scivolato da quando, dopo il successo elettorale del 4 marzo 2018, si è piegato ai vertici della Repubblica Pontificia e ha accettato di costituire il governo con esponenti delle Larghe Intese: prima con esponenti dell’ala destra delle Larghe Intese (la Lega di Matteo Salvini) e poi, quando Salvini si è reso conto che restando al governo perdeva seguito e se ne è sganciato, con l’ala sinistra (il PD di Nicola Zingaretti). La vittoria del SÌ nel referendum crea un’occasione ai militanti ed esponenti del M5S che si mobilitano per contrastare il declino del seguito popolare e risalire la china. Ma risalire la china implica per il M5S contribuire alla mobilitazione e all’organizzazione delle masse popolari a costituire organismi territoriali e tematici e in particolare alla mobilitazione 1. degli operai delle aziende capitaliste condannate alla chiusura, all’esternalizzazione di reparti o di lavorazioni e alla delocalizzazione, 2. dei lavoratori delle aziende pubbliche condannate dalla privatizzazione (aperta o mascherata con la quotazione in Borsa) del settore pubblico della produzione di merci e 3. dei lavoratori delle istituzioni pubbliche condannati dalla liquidazione dei servizi pubblici o dalla loro aziendalizzazione. Gli organismi operai e popolari hanno bisogno di rafforzarsi, coordinarsi e assumere il ruolo di nuove autorità pubbliche: risalire la china per il M5S implica quindi contribuire all’allargamento e al rafforzamento della rete del nuovo potere, il potere delle masse popolari organizzate.
La vittoria del SÌ nel referendum isola nei gruppi e organismi della sinistra borghese di vecchio tipo la destra: 1. quelli che con la campagna per il NO, per convinzione o perché accecati dall’influenza borghese, hanno velato la divisione della società in classi, l’oppressione e lo sfruttamento delle masse popolari in nome della difesa della democrazia borghese, la democrazia della Repubblica Pontificia, la democrazia della NATO, la democrazia dell’UE, la democrazia delle stragi di Stato, la democrazia contro cui crescono il malcontento, l’insofferenza e l’indignazione delle masse popolari); 2. quelli che hanno fatto campagna per il NO perché sperano di prendere il posto del M5S in Parlamento.
Noi dobbiamo sostenere le numerose iniziative tese a rafforzare la resistenza delle masse popolari agli effetti (economici, ambientali, culturali e sociali) della crisi generale del capitalismo, alle misure antipopolari delle autorità della Repubblica Pontificia, alla repressione, alla discriminazione contro le donne e alla persecuzione degli immigrati: Nonostante le divergenze di orientamento oggi esistenti tra i rispettivi promotori, esse concorrono a creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Questo sarà composto dalle persone che godono della fiducia delle masse popolari perché già oggi sono promotrici della resistenza delle masse popolari. La varietà del loro orientamento ideologico è un aspetto secondario, è il punto di partenza: la lotta per far fronte all’aggressione che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti scatenerà contro il Governo di Blocco Popolare selezionerà e formerà i fautori del Governo di Blocco Popolare.
Che le forze politiche d’opposizione alle Larghe Intese e al loro interno gli elementi più avanzati, determinati e sinceramente protesi al progresso del paese, alla sua difesa contro la devastazione prodotta dalla crisi generale del capitalismo si facciano interpreti degli interessi e delle aspirazioni delle masse popolari: i contrasti interni alle masse popolari si superano superando il capitalismo!
Il futuro è di chi lotta contro la Repubblica Pontificia, contro la NATO, contro l’Unione Europea, contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti, contro il sistema del Debito Pubblico, per l’allargamento e il rafforzamento della rete dei centri locali del potere delle masse popolari organizzate che da subito fanno applicare e applicano direttamente ovunque ne hanno già la forza le misure favorevoli alle masse popolari, per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.
La riscossa delle masse popolari è possibile e necessaria! Ciascuno può e deve dare il suo contributo!
Avanti, verso un governo d’emergenza che dia forza di legge alle azioni di resistenza e di organizzazione della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari: il Governo di Blocco Popolare!
Avanti con la rivoluzione che instaurerà il socialismo!
Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 65: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!