Per la sinistra inerte, come possiamo constatare, l’attuale feroce scontro politico che vede Conte al centro dell’attacco appare un fatto senza significato ed è meglio dunque starsene alla finestra. Ma, come abbiamo più volte sottolineato, bisogna spiegarsi come mai il 95% della stampa e dei media, a trazione liberista e fascio leghista, si è assunto il compito preminente di incitare al rovesciamento di questo governo: su qualsiasi argomento e con ogni pretesto, ‘a prescindere’. Ha una spiegazione questo fatto? E’ solo una questione di schieramento politico tra partiti istituzionali che si contendono i voti, o è qualcosa di diverso?
Se lo schieramento dei mass media impegnati a denigrare il governo Conte perchè alla fine si dimetta arriva al 95%, ci troviamo di fronte, a nostro parere, a qualcosa che va ben aldilà di una contesa sul terreno elettorale e conferma invece quello che abbiamo sempre detto sulla ‘novità’ politica rappresentata da Conte e sostenuta dai 5 Stelle. Il vero obiettivo dell’attacco è un modo di governare e uno schema di azione che fuoriesce dai binari a cui le lobby di potere sono abituate. Uscito di scena Conte si potrà ricominciare a tessere la trama a destra coi fascio-leghisti e a ‘sinistra’ nell’area liberista e istituzionale che sogna un PD recuperato organicamente a un’ipotesi centrista.
Ma allora chi è questo Conte e che ruolo sta giocando nel contesto italiano ed europeo? Quello che la sinistra inerte non ha capito, perchè prigioniera dei suoi schemini radical-identitari, è che l’entrata in campo di Conte ha introdotto nel modo di operare del governo un modello di programma e di azione che, partendo dai dati oggettivi, cerca di dare risposte concrete, anche se, per mantenere un equilibrio tra le minacce di Bonomi e le richieste dei ceti colpiti dalla crisi sanitaria ed economica, queste vanno in direzioni diverse. E’ riuscito Conte in questo intento? Noi pensiamo di sì e proprio per mettere in crisi questo equilibrio è ripartita la provocazione renziana. Questa provocazione sembra avere la strada spianata, dati i numeri in Senato, ma non è detto che vada a buon fine, come finora non è riuscita a rovesciare il governo l’opposizione fascio-leghista sostenuta dall’area liberista. Per questo vogliamo essere ancora ottimisti.
Partendo da questa valutazione, la sinistra popolare dovrebbe definire la sua collocazione e il suo ruolo. In primo luogo evitando di presentarsi, come dice Travaglio, come ‘sinistra per Salvini’ e capendo che in Italia esiste una forte destra che condiziona il quadro dell’evoluzione dei rapporti di forza. Non siamo nel 1922, ma tenere conto che la destra fascio-leghista può diventare maggioranza elettorale ed evitare quindi un giudizio qualunquista per cui tutto deve essere messo sullo stesso piano, diventa un punto di analisi imprescindibile.
Ma allora dobbiamo morire ‘contiani’? Al contrario, noi riteniamo che una forza popolare e antifascista debba svolgere un suo ruolo preciso. Sia sulle questioni politiche generali che su quelle programmatiche. Sulle scelte di politica estera, sui programmi sociali del governo, sulle questioni di riorganizzazione delle strutture statali, dalla sanità alla scuola, sulla lotta al regionalismo mafioso dei “governatori” la sinistra popolare deve riorganizzare le forze e dare battaglia. Tutto ciò però non ha nulla a che fare con la ‘sinistra per Salvini’ e con il radicalismo trotsko-movimentista che anima certe minuscole minoranze che si fanno chiamare alternative. Alternative a che?
Aginform
8 gennaio 2021