Arrivati a questo punto della crisi di governo una domanda aleggia e apre scenari di fantapolitica: Ma se cade la testa di Conte che succede?
Quali scenari possibili si aprono davvero?
Stiamo assistendo a maratone infinite, da Mentana a Giorgino, che, pur di “stare sul pezzo”, intrattengono i telespettatori (in qualche modo “distratti” dall’infodemia dei bollettini covid e dagli annunci di fallimento della campagna vaccinale), prospettando ipotesi sempre meno credibili.
L’assemblea dei parlamentari del movimento 5 stelle ieri sera ha fatto emergere due fronti: c’è chi vuole aprire a Renzi e chi, come Barbara Lezzi, (visto che ricordo solo lei e nessun altro forse mi è sfuggito qualcosa), ha fatto un post sulla posizione coerente di chiudere a Renzi in ogni caso. Sotto, nei commenti, Di Battista ha scritto “chapeau”.
Arrivati a questo punto della storia, la quasi totalità dei parlamentari 5 stelle, così come quelli PD, saranno disponibili ad accettare qualsiasi soluzione, pur di rappresentarla come onorevole.
Al momento, tuttavia, entrambi insistono sul compattamento intorno a Conte.
E non potrebbe essere altrimenti, di facciata, ma è noto ormai a tutti come sottobanco siano in corso trattative che valutano apertamente la possibilità di non vedere Conte riconfermato.
Si susseguono nomi, anche nei sondaggi, che vanno da Gentiloni a Di Maio.
Eppure, Mattarella avrebbe la soluzione a portata di mano, se Conte dovesse uscire perdente dalle consultazioni.
Nel campo delle ipotesi non leggo la possibilità di dare l’incarico al presidente della Camera Roberto Fico.
Eppure sarebbe una soluzione percorribile, una carica istituzionale ben vista dalla “sinistra parlamentare”, mai contestato nel corso del suo ruolo istituzionale.
Un 5 stelle, espressione della maggioranza relativa.
E così si libererebbe la presidenza della Camera per il PD, che all’inizio dei giochi era all’opposizione.
E, al tempo stesso, il ruolo di rango istituzionale di Fico non viene vissuto, ormai neppure dai 5 stelle, in chiave politica.
Certo, qualche cambiamento di gattopardiana memoria bisognerà farlo: il PD con la terza carica dello Stato potrebbe liberare un ministero, qualche altro ministero potrebbe essere ulteriormente sdoppiato per ringraziare il nuovo gruppo di europeisti.
Un rimpastino dovrà anche tenere conto che Italia Viva non si accontenterà più dell’agricoltura, vorrà altro.
Difficilmente scuola economia e sanità saranno oggetto di scambio, non subito.
Potrebbe essere sacrificata la ministra Lamorgese, piuttosto, quale tecnico senza santi nell’emiciclo.
E potrebbe dover pagare pegno la De Micheli, con la sua gestione disastrosa dei trasporti.
Ma non è detto che i capri espiatori da sacrificare possano essere offerti subito sull’altare del Mes. Perché, alla fine dei giochi e oltre il fantasioso totonomi, è il MES la vera posta sul tavolo.
Un ultimo tassello mancherebbe irrisolto in questo puzzle infinito: che futuro politico avrà Conte?
Agata Iacono