Naufraghi lasciati morire nel Mediterraneo, crollo della capacità riproduttiva, virus e fobia dell’altro. Un intervento per non dimenticare il buio nel quale cercare ciò che buio non è.
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Per calcolare il minimo comune multiplo di due numeri, in matematica si cerca il più piccolo numero naturale multiplo di entrambi. Una comunanza. È quello che, un po’ per gioco e un po’ per le necessità inedite che impone un tempo come quello in cui viviamo, hanno fatto Comune-info e ReOrient. Hanno pensato insieme: visto che per cambiare il mondo in profondità bisogna cominciare a cambiare anche il modo di raccontarlo, sarà opportuno farlo cominciando dalle pratiche. Nasce così il progetto di un nuovo spazio interno a Comune dedicato in modo particolare a chi pensa che il mondo che desideriamo non vada cercato in un orizzonte di lungo o medio periodo ma costruito ogni giorno. Qui e adesso, a maggior ragione per quel che riguarda una cosa tanto difficile e rara come un’economia non asservita all’accumulazione. A chi legge chiediamo perciò di annotare bene il nostro numeretto comune: 96275500583 e di segnarlo dove si indica a quale organizzazione non profit indirizzare il proprio 5xmille. In mesi tanto segnati dalla paura e dalle minacce come questi – e in mondi così complessi come quello dell’informazione – è sempre un bell’esercizio di libertà poter donare qualcosa a quel che non si può vendere né comprare, no? |
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Naufraghi lasciati morire nel Mediterraneo, crollo della capacità riproduttiva, virus e fobia dell’altro. Un intervento per non dimenticare il buio nel quale cercare ciò che buio non è |
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Conversione ecologica, tra arte e autoformazione diffusa. Un appello per Roma |
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“…. Sono venuto qui nell’altomaree
Andare è duro
E duro più è restare
Quando non resta altro che il futuro
Da affidare sull’onda
E viene la tempesta e il mare affonda….”.
Per i 130 migranti morti sotto gli occhi distratti dell’Europa e dell’Italia |
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Bambini e ragazzi mai come ora hanno bisogno di una socialità creativa, di esperienze inclusive ed emozionanti che lascino il segno, di vivere l’aperto come spazio educativo. Per farlo dobbiamo imparare a sfruttare con intelligenza tutte le risorse culturali, sociali, ambientali di un territorio, coinvolgendo da subito anche bambini, ragazzi e genitori. Può essere questo il tempo per sperimentare pratiche educative differenti per recuperare le relazioni che il Covid ha ferito e per ripensare il rapporto tra scuola e territorio? |
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Una ricerca nei doposcuola popolari nati negli ultimi anni in alcuni spazi sociali romani, lo studio delle scuole di borgata degli anni ’60, l’approfondimento del pensiero di Mario Lodi, Alberto Manzi, Bruno Ciari, Nora Giacobini, Albino Bernardini. E ancora: un’immersione nella storia della Scuola 725 di don Roberto Sardelli. Che si trovino male è uno spettacolo teatrale che parla di scuola e di educazione e che ha alla spalle due anni di indagine sul campo nel tentativo di raccogliere storie e memorie di maestre e maestri coraggiosi che hanno sperimentato modi diversi di fare scuola |
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L’eliminazione sistematica è una strategia consolidata della necropolitica |
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La più grande tragedia nel settore dell’abbigliamento non deve ripetersi |
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Il governo Draghi deve definire una “exit strategy” dalle energie fossili |
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Un’opportunità di collaborazione con EASO, l’Agenzia europea per l’asilo |
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