Lettera aperta per invitare l’OMS ad una maggiore tutela verso i whistleblower

A seguito del caso Zambon sulla gestione delle segnalazioni nell’OMS, le organizzazioni della società civile rivolgono la loro preoccupazione all’Assemblea Mondiale della Sanità per garantire che coloro che segnalano nell’interesse pubblico siano protetti e incoraggiati
Oggi Transparency International Italia, insieme all’intero movimento di Transparency International e a 40 organizzazioni della società civile tra cui quelle con maggiore esperienza nella tutela dei whistleblower, come Whistleblowing International Network e Government Accountability Project, inviano una lettera aperta all’Assemblea Mondiale della Sanità per condividere le proprie preoccupazioni sul caso del whistleblower dell’OMS, Francesco Zambon e chiedere maggiore accountability, trasparenza ed efficacia delle procedure di whistleblowing.

La 74° Assemblea Mondiale della Sanità, il principale organo di governo dell’OMS composto da 194 Stati membri, si riunisce questa settimana per affrontare la gestione finale della pandemia e definire strategie per prevenirne ulteriori in futuro, attraverso anche la costruzione di un mondo più sano, più sicuro e più giusto. La tutela e il supporto ai whistleblower sono fondamentali per raggiungere questi obiettivi e garantire responsabilità, buon governo e sicurezza pubblica.

Le preoccupazioni delle organizzazioni firmatarie della lettera aperta nascono dalla denuncia di ritorsioni da parte di Francesco Zambon a partire da maggio 2020 quando l’allora ricercatore dell’OMS si oppose alla richiesta di modificare alcune informazioni contenute nel report “Una sfida senza precedenti, la prima risposta dell’Italia al COVID-19”, report che è stato successivamente ritirato dal sito web dell’OMS, il 14 maggio dello scorso anno.

Zambon ha dapprima avviato una segnalazione internamente ma, ignorato per diversi mesi, racconta di aver ricevuto riscontri insoddisfacenti e di esser stato poi isolato e costretto infine alle dimissioni da condizioni lavorative intollerabili. Zambon non è quindi mai stato tutelato in quanto whistleblower.

Le organizzazioni firmatarie sono preoccupate di quella che sembra essere la soppressione deliberata di un rapporto scientifico di grande interesse pubblico. Inoltre, la presunta ritorsione contro Zambon per aver segnalato le pressioni ricevute sembra evidenziare gravi lacune nelle pratiche di whistleblowing dell’OMS.

“Abbiamo trascorso un anno di emergenza e in questo contesto di crisi sanitaria, economica e sociale globale, garantire la libertà di espressione e il diritto dei cittadini ad essere informati passa anche dalla tutela dei whistleblower” dichiara Iole Anna Savini, Presidente di Transparency International Italia.

La mancanza di un’efficace protezione per chi si espone contro le irregolarità rischia inoltre di disincentivare altri dipendenti dell’OMS dal segnalare. Il caso, così come sembra stato gestito finora, rischia anche di alimentare una grave sfiducia nei sistemi dell’OMS e delle Nazioni Unite.

Transparency International Italia, insieme a Transparency International, Whistleblowing International Network e Government Accountability Project continueranno a monitorare per garantire che il processo di revisione del caso Zambon – attualmente in corso all’interno dell’OMS – avvenga in maniera indipendente. Inoltre, monitoreranno per migliorare i meccanismi interni di segnalazione delle irregolarità e l’indipendenza dei sistemi giudiziari per i futuri whistleblower dell’organizzazione.

26 maggio 2021

Leggi la lettera aperta qui

 

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