Parte il via alla sospensione, nelle varie regioni, degli operatori sanitari che hanno rifiutato il vaccino, ma, paradossalmente, quelli vaccinati, in un numero sempre crescente, non hanno più alcuna protezione.
Secondo il report settimanale pubblicato sabato 19 giugno dal governo, (fonte Il Post) al momento in Italia gli operatori sanitari ancora in attesa della prima dose del vaccino sono 45.753. I dati dicono che la Regione con più medici e infermieri non ancora vaccinati è l’Emilia-Romagna, dove mancano ancora 14.390 operatori sanitari, il 7,8 per cento del totale.
Ma anche nelle altre regioni i sanitari che hanno rifiutato il vaccino rappresentano percentuali significative atte a mettere seriamente in crisi tutto il sistema sanitario, territoriale e ospedaliero.
Solo alcune ASL regionali hanno dato priorità ad una possibile ricollocazione o diverso mansionamento, ma solo per una piccola parte del personale.
Gli altri, come prevede il DL 44, contro cui si sono susseguite mobilitazioni in tutta Italia, censurate dai media, saranno sospesi senza stipendio.
E non basta.
La già monca e bistrattata sanità pubblica dovrà fare i conti con i sanitari vaccinati che sono “in scadenza”.
Infatti il personale sanitario è stato vaccinato per primo, all’inizio della somministrazione.
Vaccinati per primi 6 mesi fa, oggi, dopo un sierologico, in centinaia in tutta Italia si scoprono senza difese.
Informa Panorama che “in queste settimane comincia a serpeggiare un po’ di malumore e preoccupazione a causa monitoraggio degli anticorpi che mostra un calo progressivo e neanche troppo lento delle difese”.
Panorama riporta il “parere dell’esperto”. «Come era lecito attendersi gli anticorpi scendono nel tempo – ci spiega il genetista Marco Gerdol dell’Università di Trieste – ma che allo stesso tempo potrebbero restare a livelli tali per garantire una protezione significativa per lungo tempo. Indubbiamente il titolo degli anticorpi neutralizzanti è un importante correlato di protezione, ma sappiamo ancora molto poco da un lato su quale sia il livello minimo effettivamente in grado di garantire una protezione, e dall’altro sul ruolo giocato dalle componenti cellulari del sistema immunitario nel medio-lungo periodo. Fino a questo momento tutti i dati a disposizione suggeriscono che l’immunità cellulare possa essere non solo più duratura di quella umorale, ma anche che essa sia meno soggetta ai fenomeni di immuno-evasione da parte delle varianti.>>.
Quindi, in termini terra terra ed estrema sintesi, stiamo licenziando personale sano che non accetta l’obbligo del vaccino (evidentemente non spinto dall’ignoranza, ma da dubbi, sufficientemente suffragati dalle continue segnalazioni di effetti collaterali avversi anche gravissimi), ma stiamo mantenendo in servizio medici e infermieri vaccinati ma ormai in molti privi di qualsiasi difesa immunitaria.
AGATA IACONO