Newsletter n. 9/2021 – È uscito Resistenza n. 7-8(21)

Italia 2021: sembra il ritorno dello squadrismo padronale, ma è la necessità della rivoluzione socialista

 

Newsletter n. 9/2021 – È uscito Resistenza n. 7-8(21)

 

Tribuna politica

Un bilancio sull’operato del M5S

Per valorizzare il ruolo positivo svolto dal M5S bisogna prima di tutto prendere atto che dalla sua disgregazione sono nate varie componenti che si pongono l’obiettivo di raccoglierne il testimone. Per dare seguito a questa volontà è necessario concentrarsi con serietà sul bilancio dell’esperienza: rendere pubbliche le riflessioni che si fanno e gli insegnamenti che si ricavano, scoprire tutti “gli altarini” e coinvolgere le masse popolari nel dibattito, tirare conclusioni che siano collettive.

Abbiamo scritto una Lettera aperta agli eletti nelle file del M5S ovunque collocati oggi in cui sintetizziamo gli elementi principali dell’analisi che proponiamo e sottoponiamo alla discussione. La lettera sta circolando e stiamo accompagnando la sua diffusione con una serie di interviste a portavoce nazionali e regionali che sono stati espulsi o che sono usciti dal M5S, attivisti storici, elettori delusi, ma anche a quanti sono rimasti e vogliono assumere un ruolo positivo nella situazione politica attuale.

Uno spazio del sito è dedicato a raccogliere riflessioni e contributi e rimarrà aperto a ogni intervento costruttivo, utile a favorire il ragionamento collettivo. [Leggi la lettera]

Contributi alla discussione

▪  Lettera aperta del Segretario Generale del (n)PCI a Elisabetta Trenta e ad altri ex ministri e autorevoli esponenti del M5S

▪  Intervista a Jessica Costanzo – l’Alternativa c’è

E’ uscito Resistenza n. 7-8(21)

 

Italia 2021: sembra il ritorno dello squadrismo padronale, ma è la necessità della rivoluzione socialista

La guerra della borghesia imperialista contro le masse popolari è già in corso. Le masse popolari hanno di fronte soltanto due possibilità: subirla o combatterla.
Per subirla non intendiamo solo mantenere un atteggiamento di passività. Anche chi si pone come organizzatore e promotore della resistenza delle masse popolari può oggettivamente indurle a subirla. Lo fa ogni volta che si limita a promuovere la linea di difendersi colpo su colpo dagli attacchi dei padroni (ma in questo modo le masse popolari non prendono mai l’iniziativa in mano); quando alimenta divisioni e contrapposizioni in seno alle masse popolari (in questo modo ostacola l’unità d’azione contro il nemico comune); lo fa, infine, quando indica il rispetto delle regole e della legalità borghese come strada per far valere la forza delle masse popolari (“per cambiare le cose partecipate alle elezioni”, “abbiate fiducia nella legge e nella giustizia”).

Per combattere la guerra che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari, bisogna che le masse popolari combattano la loro guerra. Una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata.
La rivoluzione socialista non si realizza di punto in bianco con un colpo di mano. È una guerra che la classe operaia e le masse popolari combattono contro i capitalisti, sotto la direzione del partito comunista. Una guerra che ha le sue leggi, che i comunisti preparano per tempo e a cui preparano le masse popolari.

(…) la mobilitazione rivoluzionaria ad opera del movimento comunista e quella della mobilitazione reazionaria ad opera della borghesia imperialista si contendono la direzione della classe operaia e delle masse popolari. Ma la borghesia imperialista non ha nulla di positivo da offrire alle masse popolari.

Più che all’inizio dello squadrismo fascista, siamo nella situazione in cui per non morire sotto il tallone del capitalismo e dei padroni, la classe operaia e le masse popolari devono instaurare il socialismo. (Leggi tutto l’articolo)

 

Licenziare Draghi, sfrattare padroni e palazzinari

(…) Oggi siamo in un situazione in cui non è più possibile pensare di risolvere un problema disinteressandosi degli altri.

Non è possibile salvare i 400 posti di lavoro alla Whirlpool di Napoli senza ragionare sull’insieme degli stabilimenti Whirlpool e su tutto il settore degli elettrodomestici.

Non è possibile affrontare la questione dell’ex-ILVA di Taranto senza ragionare sull’insieme degli stabilimenti ArcelorMittal e su tutta la filiera della siderurgia italiana.

Non è possibile pensare al TAV – impedirne la realizzazione – senza affrontare la questione della miriade di piccole opere necessarie che servono al paese.

Non si possono difendere i posti di lavoro esistenti, né si può crearne di nuovi, senza tenere in considerazione la necessità – l’imperativo – di salvaguardare l’ambiente, senza mandare all’aria il sistema del Debito pubblico, senza affrontare la questione delle nazionalizzazioni necessarie, la ri-fondazione del sistema sanitario nazionale, ecc.

Ecco perché la sponda politica nelle istituzioni serve a poco o niente: ci vogliono istituzioni di tipo nuovo che prendono il posto delle autorità e delle istituzioni borghesi!

Ci vogliono autorità e istituzioni operaie e popolari.

Ci vogliono i consigli, le assemblee dei consigli, ci vuole che la classe operaia e le masse popolari organizzate diventino la forza che decide la direzione che deve prendere il paese: dalle cose più piccole fino alle cose più grandi.

Lotte, rivendicazioni, riappropriazioni di beni, servizi, spazi e strumenti per la propria politica: queste sono le forme elementari (basilari) che la lotta di classe esprime oggi. Lottare per imporre al governo e alle sue istituzioni misure, anche parziali e temporanee (riconversione delle aziende, reddito di emergenza, ecc.) è importante, ma dobbiamo condurre queste lotte con l’obiettivo di andare oltre, di rafforzare l’organizzazione, la mobilitazione e il coordinamento delle organizzazioni operaie e popolari.

Dobbiamo costruire la rete del potere delle masse popolari organizzate. Questa non è solo una possibilità, ma è soprattutto una necessità.

I lavoratori di tutti i settori, le masse popolari tutte, sono in agitazione. Le prossime settimane e i prossimi mesi saranno caratterizzati da una miriade di iniziative piccole e medie, disseminate su tutto il territorio, capillari e diffuse. È già così e questa tendenza aumenterà, anche se oggi non c’è ancora un centro abbastanza autorevole da promuovere una grande e dispiegata mobilitazione unitaria e generale.

Quel centro – e la sua autorevolezza – va costruito. Da subito, senza aspettare, senza rimandare.

Gli organismi politici, sindacali e associativi che vogliono affermare gli interessi dei lavoratori e delle masse popolari devono ABOLIRE ogni logica di concorrenza e lavorare:

  1. alla costruzione di un fronte (a livello locale e nazionale) contro Draghi e le Larghe Intese, un fronte ampio con due sole discriminanti, chiare e non negoziabili: l’antirazzismo e l’antifascismo;
  2. alla promozione di campagne comuni che ogni organizzazione e organismo sviluppa in modo conforme alle proprie caratteristiche così da sostenere e potenziare quanto fanno le altre organizzazioni aderenti e valorizzare le esperienze di lotta di tutti gli organismi e movimenti, mettendoli in connessione, rafforzando in ognuno la coscienza della propria importanza, delle proprie possibilità e della propria forza, dando modo a ogni organizzazione di imparare e insegnare alle altre, di sostenersi a vicenda, di mettere in comune conoscenze, esperienze e strumenti di lotta;
  3. alla nascita di nuovi organismi di lavoratori nelle aziende e di organismi tematici nei territori, alla promozione del loro coordinamento: quanto più i lavoratori e le masse popolari sono organizzati, tanto più possono far valere la forza del loro numero e le loro capacità.

(Continua a leggere)

 

Giù le mani da Cuba!

“La nostra solidarietà consiste in un fermo impegno. Noi continueremo fino alla vittoria la rivoluzione socialista in Italia, instaureremo il socialismo in un paese imperialista e con questo contribuiremo ad aprire la strada del socialismo anche per le masse popolari degli altri paesi imperialisti e alla lotta di liberazione di tutti i popoli del mondo.

La più alta forma di solidarietà con le masse popolari degli altri paesi è far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese! Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e avrà il loro aiuto (internazionalismo proletario). L’Italia può essere questo paese: dipende da noi comunisti che lo sia!” (Leggi tutto)

 

Dal 5 all’8 agosto Festa Nazionale della Riscossa Popolare

 

 

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Sottoscrizione nazionale a premi

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  • Primo premio: soggiorno di tre notti per due persone in località a scelta in Italia;
  • Secondo premio: soggiorno di 2 notti per due persone in località a scelta in Italia;
  • Terzo premio: buono di 50 euro per acquisto di testi delle Edizioni Rapporti Sociali.

Estrazione il 7 novembre. I numeri estratti verranno pubblicati sul sito www.carc.it

 

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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it

 

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