Martedì 20 luglio al mattino tre razzi hanno colpito i pressi del palazzo presidenziale di Kabul durante la cerimonia di preghiera per la festa musulmana dell’Eid a cui stavano partecipando il presidente Ashraf Ghani e altri importanti politici.
Secondo fonti locali, i razzi sarebbero partiti dal Nord della città, dall’area di Parwan-e-Se e hanno colpite le aree di Bagh-e-Ali Mardan e Chaman-e-Hozori nel distretto uno e di Manabe Bashari del distretto due.
La situazione in Afghanistan continua a peggiorare
Dal primo maggio la situazione è in netto deterioramento, i combattimenti si sono intensificati in quasi tutte le province dell’Afghanistan e stiamo ricevendo molti più pazienti rispetto al normale.
Proprio la scorsa settimana, combattenti talebani hanno circondato, ad esempio, la citta di Ghazni, sulla strada principale fra le province di Kabul e Kandahar. Secondo il centro di ricerca Afghanistan Analysts network, le forze insorgenti hanno conquistato circa 200 distretti negli ultimi tre mesi, molti dei quali a partire da metà giugno e questo significherebbe che oggi controllano più di metà del Paese. I talebani hanno comunque negato ogni coinvolgimento nell’attacco di questa mattina al palazzo presidenziale.
La recrudescenza dei combattimenti è testimoniata anche dall’aumento del numero di ammissioni al Centro chirurgico per vittime di guerra di Kabul: se a gennaio i pazienti con ferite provocate da schegge provenienti da ordigni esplosivi erano stati 51, a giugno sono saliti a 107, mentre i pazienti con ferite da proiettile sono passati da 113 a 138.
Purtroppo, le prospettive di un cessate il fuoco sono al momento scarse.
“Dal nostro Centro chirurgico per vittime di guerra abbiamo sentito bene l’impatto dei razzi, dato che ci troviamo a poche centinaia di metri, dopo pochi minuti abbiamo ricevuto i primi sei feriti, i più gravi dei quali sono già in sala operatoria.”
Marco Puntin, Country director di EMERGENCY in Afghanistan
“L’ultimo incontro fra le delegazioni dei talebani e del governo a Doha non ha discusso di una immediata tregua e i nostri tre ospedali stanno ormai lavorando giorno e notte in quanto il numero di pazienti è in aumento in tutto il Paese, soprattutto nella zona di Lashkar-gah, dove la situazione sta deteriorando notevolmente. Dopo quasi 30 anni di guerra ininterrotta, l’unico desiderio del popolo afgano è di avere finalmente un po’ di pace ed è terrorizzata dalla prospettiva di ricadere in una nuova guerra civile. Speriamo dunque che i negoziati siano in grado di produrre qualcosa di significativo nelle prossime settimane.”
Marco Puntin, Country director di EMERGENCY in Afghanistan
20 Luglio 2021