Ma davvero il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, pensa di proteggere i cavalli delle carrozzelle vietandone la circolazione con temperature pari o superiori a 35 gradi?
Comunicato stampa
4 agosto 2021
CARROZZELLE A PALERMO FERME DAI 35° IN SU: OIPA: «DAVVERO IL COMUNE CREDE DI PROTEGGERE I CAVALLI CON QUESTA DECISIONE?»
Oipa: «Necessaria una riforma del Codice della strada che abolisca i veicoli a trazione animale. Ma intanto occorre abbassare subito, e di molto, la temperatura limite prevista dalla cosiddetta ordinanza anticaldo se davvero si vogliono tutelare i poveri cavalli di Palermo»
Ma davvero il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, pensa di proteggere i cavalli delle carrozzelle vietandone la circolazione con temperature pari o superiori a 35 gradi? Se lo chiede l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che auspica che sia rivista subito l’ordinanza emanata ieri nel senso di una più stringente disciplina, che preveda inoltre specifiche sanzioni, non citate nel testo, e un periodo maggiore di validità, oltre i 20 giorni.
«Immaginano il sindaco e l’assessore ai Diritti degli animali cosa significa per un cavallo trascinare una carrozza sotto il sole cocente per la città, sull’asfalto bollente?», dichiara Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa. «Palermo, oltre a non avere ancora un Regolamento per la tutela degli animali, sembra essere il fanalino di coda nella classifica delle città che ancora utilizzano questo anacronistico mezzo di trasporto a uso dei turisti. A Roma, per esempio, il Regolamento comunale a tutela degli animali blocca le carrozze dalle 13 alle 17 dal 1° giugno al 15 settembre».
Secondo l’Oipa è tempo di abolire la circolazione delle botticelle su tutto il territorio nazionale con una riforma del Codice della strada che abolisca i veicoli a trazione animale e che risolva i problemi dei cavalli delle carrozze una volta per sempre in tutta Italia.
«Ma intanto occorre abbassare subito, e di molto, la temperatura limite prevista dalla cosiddetta ordinanza anticaldo del sindaco di Palermo, se davvero si vogliono tutelare i poveri cavalli», conclude Comparotto.