Il lavoro si ottiene con le proprie capacità, con i propri meriti. Con lo studio, con i sacrifici. Estremi sacrifici come quello fatto dalla Professoressa Concetta Santoro che, nonostante le tinte glamour con la quale certi media hanno sottolineato la sua vicenda, ha dovuto quasi abbandonare l’altare per firmare il contratto di un anno presso l’ITIS Ettore Majorana di Brindisi. Lo ripetiamo: un anno, non a tempo indeterminato.
Però, non bastando lo schifo della favola su quanto sia bello il precariato, è piombato il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, siccome fa parte del governo “dei migliori” ha sparato una delle migliori corbellerie del suo arsenale durante la trasmissione ‘In Onda’, su La7, commentando la vicenda in questo modo: “È stato il nostro regalo di matrimonio perché lei si aspettava di essere chiamata tra ottobre e novembre e invece siamo riusciti a chiamarla a settembre”.
Se non lo avete già sentito, avete letto bene, per Bianchi il lavoro precario “è un regalo di nozze”. Adesso vogliamo sperare che la Professoressa Santoro non dovrà lasciare la sala parto per firmare il prossimo contratto.
In conclusione, ricordiamo al Ministro Bianchi una cosa semplice: il lavoro è, soprattutto, un diritto.