Vittime dimenticate dell’11 settembre: i 363.000 civili uccisi dagli Usa per la “Guerra al Terrore”

Oggi ricorre il ventesimo anniversario dell’11 Settembre, l’attacco alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono.

Si ricorderanno, anche giustamente, le migliaia di vittime innocenti di quell’attentato attribuito ad al Qaeda, da un commando composto per la maggior parte da cittadini sauditi ma, come ha scritto Josh Marcus per The Independent “ogni anno, l’America e il mondo piangono le persone perse nelle atrocità dell’11 settembre. Eppure, 20 anni dopo, non sappiamo ancora quanti altri dovrebbero essere pianti insieme a loro per le atrocità che ne sono seguite.

Il giornalista del quotidiano inglese rincara la dose: “Più di 363.000 civili sono stati uccisi nella Guerra al Terrore , secondo una stima del Costs of War Project della Brown University . Secondo il monitoraggio del conflitto Airwars, i soli attacchi aerei statunitensi hanno ucciso fino a 48.308 civili. E molte volte più persone sono state uccise dopo che le battaglie sono finite. Cumulativamente, il bilancio complessivo delle vittime civili potrebbe benissimo superare 1 milione di persone, se si tiene conto delle morti indirette dovute alla guerra che provengono da infrastrutture e ospedali distrutte, malattie e sfollamenti, secondo quanto detto a The Independenti Neta C. Crawford, professoressa di scienze politiche dell’Università di Boston che dirige il Costs of War progetto.”

Con la creazione di altri scenari di guerra post 11 Settembre, Afghanistan, Iraq, Siria, Pakistan, Yemen, Libia e altri campi di battaglia successivi all’11 settembre gli Stati Uniti hanno lanciato più di 90.000 attacchi stimati.

“Sarà molto difficile fino a quando questi luoghi non saranno tranquilli per capirlo”, ha lamentato la professoressa Crawford.

Marcus, tra l’altro, ricorda che “l‘ostacolo più grande, tuttavia, è stato lo stesso governo degli Stati Uniti. Dopo anni di mobilitazioni da parte di famiglie, gruppi per i diritti umani e giornalisti, l’esercito americano ha iniziato a rivelare pubblicamente quanti civili uccide ogni anno dal 2018 , ma sottostima regolarmente tale cifra fino a diventare quasi irrilevante. Un’indagine del New York Times , ad esempio, ha scoperto che durante la campagna aerea contro l’Isis in Iraq, sono stati uccisi 31 volte più civili di quanto ufficialmente riconosciuto.”

Spencer Ackerman, Premio Pultzer e autore del libro ‘Reign of Terror’, in merito al fatto che gli Usa non sono un esempio di trasparenza sul numero di vittime civili che provocano con le loro guerre, è stato categorico: “È una manifestazione del progetto di impunità dell’élite e una manifestazione dell’eccezionalismo americano, per cui le persone che l’America uccide non sono in qualche modo esseri umani reali come lo sono gli americani”. Aggiungendo “Gli Stati Uniti hanno fatto annunci dettagliati ogni volta che un membro del servizio è stato ucciso nella Guerra al Terrore. Sanno come contare questo. Scelgono di non farlo”.

Dopo i due mandati del guerrafondaio repubblicano George W Bush, con la Presidenza di Barack Obama, premio Nobel per la Pace nel 2008, le cose sembravano cambiare, ma Marcus ricorda che “ha aperto la strada all’arma più controversa nell’arsenale degli Stati Uniti: droni da combattimento senza pilota, lanciando 10 volte più attacchi rispetto al suo predecessore, rivelando pubblicamente numeri di vittime che sono scesi molto al di sotto delle stime degli estranei o ha fatto affermazioni dubbie sull’uccisione di non un singolo civile.

Tra l’altro, cita un episodio specifico: “un gruppo di cinque droni di attacco statunitensi e un raid delle forze speciali hanno ucciso 34 membri di due famiglie, tra cui nove bambini, il più giovane dei quali un bambino di tre mesi ucciso da un Navy SEAL degli Stati Uniti . Uno di questi attacchi, nel 2013, ha ucciso 12 uomini in un convoglio nuziale, tutti contadini e operai edili, lasciando 73 bambini senza capofamiglia“.

Donald Trump durante la sua presidenza è stato più esplicito. Nella presunta lotta all’ISIS in Siria fantasticò di inseguire i civili nella sua campagna per “bombardare l’Isis” e smettere di combattere una “guerra politicamente corretta.”

Con Joe Biden poco cambierà, le ritorsioni Usa contro l’ISIS-K in seguito agli attentati di Kabul hanno ucciso civili innocenti. L’attuale inquilino della Casa Bianca sembra comunque intenzionato a proseguire la guerra al terrore anche in Afghanistan, nonostante il ritiro.

Marcus, in conclusione, ricorda con amarezza: “Molti si sforzano di ‘non dimenticare mai’ l’11 settembre. Ma per quei civili uccisi dall’America, il governo degli Stati Uniti non ha mai permesso all’opinione pubblica di ricordare.”

Senza dimenticare chi in questi anni come Julian Assange ha rivelato all’opinione pubblica mondiale l’entità dei crimini commessi con il paravento della guerra al terrorismo, langue in una prigione di massima sicurezza e rischia 175 di prigione, con l’accusa di spionaggio.

 

LA REDAZIONE DE L’ANTIDIPLOMATICO

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