Il professore Alessandro Barbero, torna al centro di attacchi mediatici pretestuosi, Repubblica in primis, in merito al green pass.
A margine di un convegno organizzato dal candidato Sindaco di Torino, il prof. Angelo D’Orsi, lo storico ha ribadito e precisato alcuni concetti sull’uso del lasciapassare per recarsi al lavoro, in particolare nell settore privato.
“Il Green Pass? La mia posizione è sofferta, piena di dubbi. Non è quello che mi sarei aspettato, cioè imporre un obbligo a tutti i cittadini, da sinistra l’idea di affidare alle aziende un modo di controllo sui loro lavoratori è una cosa rischiosa, contro tutta la tradizione di sinistra”.
Inoltre, ha ritenuto che “si stanno facendo cose per cui è legittimo che la sinistra si preoccupi e chieda chiarimenti. In passato sempre i Governi sono stati autoritari e hanno preteso certificati di obbedienza dai loro cittadini, non serve fare paragoni con situazioni terribili.”
Ecco, a parte il Green pass, Barbero ha toccato un tasto dolente: La sinistra che non c’è, lontana dai lavoratori, e che quando se ne ricorda li penalizza, è in prima linea nel privarli di diritti conquistati con lotte, sacrifici e morti.
Sono interrogativi legittimi, definibili anche ovvi, che il docente pone a quella che dovrebbe essere una vera Sinistra.
Purtroppo, il Professor Barbero paga la sua sincerità, la sua libertà di pensiero e, in particolare, il suo spirito di ricerca storica utili per capire il presente. Infatti, alcune settimane fa, Barbero ha incontrato i lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio in lotta contro la chiusura del loro stabilimento dall’oggi al domani per essere delocalizzato nonostante gli utili prodotti, una cosa ordinaria in questa era di liberismo selvaggio.
Da quanti anni non si vedeva un intellettuale, anche uno storico non solo portare la solidarietà di rito agli operai di una fabbrica in chiusura, ma che andasse per parlare con gli operai, studiare, capire quello che stava succedendo?
La Redazione de l’AntiDiplomatico
17 Settembre 2021