Comunali Roma, il “popolo del Lago Bullicante” si rivolge ai candidati

Gentili conditat* sindac*,

siamo il popolo del lago Bullicante, la foresta che cammina,

Siamo quella componente antropica dell’ecosistema Lago consapevole dei danni che l’umanità sta perpetrando al mondo naturale e dei rischi enormi per la nostra stessa sopravvivenza che tutto ciò comporta.

Siamo stati trascinati come tantissime altre forme di vita dal lago Bullicante in un vortice creativo che da quando il lago è insorto nel 1992 ha iniziato a dar forma a un mondo nuovo,  un ecosistema urbano emergente che, con infinità creatività, genera forme e relazioni sempre più complesse tra esseri viventi, tra Città e Natura, proprio mentre questo rapporto sembra ovunque spezzarsi spingendoci sull’orlo dell’abisso.

Con amore, libertà e intelligenza sovrumane il lago è riuscito, in neanche 30 anni, a trasformare una ex fabbrica inquinante in una arca di Noè dove spontaneamente si sono raccolte sempre più specie vegetali ed animali prendendosi cura di riparare i danni generati dall’uomo.

Non sappiamo più per certo cosa gli antichi intendessero per genius loci, ma siamo certi che il dispiegarsi creativo della natura nell’ex fabbrica ne sia un’espressione, una teofania, avrebbero detto.

L’emergere creativo, spontaneo ed imprevisto del Lago Bullicante, ci ha insegnato che l’Antropocene, ovvero l’era geologica che viviamo così definita dalla permanenza e diffusione delle tracce dell’azione umana sull’ambiente naturale, non segna solo l’epoca geologica dell’inquinamento umano, della metabolizzazione naturale dei rifiuti, dell’effetto serra e quindi l’era del dominio violento e idiota dell’umano sul pianeta, ma anche l’era in cui una rinnovata imprevedibilità creatrice della natura, intenta a generare un mondo che sopravviva alla devastazione umana e di cui l’uomo non ha più il controllo e il dominio, ci spinge a reinventarci, a co-evolvere con il Pianeta, a riprendere posizione all’interno del divenire naturale.

Da catalizzatore di comunità animali e vegetali, e quindi di biodiversità, il lago è diventato un attrattore di sociodiversità, convocando attorno a sé una comunità umana  che con una lunga lotta per il riconoscimento e la tutela del lago e del suo divenire ecosistemico ha portato all’esproprio e alla pubblicizzazione di una consistente parte dell’area e da ultimo al riconoscimento di Monumento Naturale di parte del sito. Pubblicizzazione e tutele, lente e parziali, che purtroppo non essendo ancora state estese a tutta l’area della fabbrica hanno permesso la reazione veloce e violenta del proprietario degli ultimi 7 ettari ancora privati della ex fabbrica, che temendo l’inedificabilità e l’esproprio la scorsa primavera ha sistematicamente cancellato con le ruspe migliaia di alberi e arbusti insorti nell’area, distruggendo un importantissimo sito di nidificazione e una fondamentale “buffer zone” ecologica verso le aree più inquinate e abitate della via Prenestina, una garanzia per la sopravvivenza del nuovo ecosistema urbano.

Alla devastazione ambientale si oppone ancora una volta la popolazione cercando di fermarla, centinaia di cittadini entrano nell’area privata per bloccare le ruspe trovando l’opposizione delle forze dell’ordine dovuta all’impotenza delle istituzioni che non vogliono/possono bloccare lo scempio. Le conseguenze di un mese di devastazioni hanno generato un gigantesco danno ambientale, oggetto di indagine da parte della magistratura,

Il dramma è accompagnato dal tardivo e parziale riconoscimento istituzionale, espresso dalle dichiarazioni del Presidente della Regione (si all’allargamento del monumento naturale all’area privata) e della Sindaca (stiamo lavorando all’esproprio dell’area), dichiarazioni che tutt’oggi non hanno portato risultati concreti stante anche la conflittualità politica tra i due enti.

L’ente regionale di gestione del Monumento Naturale, Roma Natura, ha infatti proposto – dopo che la Regione l’aveva rifiutato al Forum e allo stesso Comune che ne avevano fatto istanza in sede di costituzione dello stesso monumento naturale – l’allargamento dell’area protetta a tutto il perimetro della fabbrica, nonostante l’impegno del presidente della Regione il provvedimento non viene preso, restando lettera morta.

Al Comune l’Assessorato all’Urbanistica riesce a portare a compimento una variante di piano che riconosce l’importanza ambientale dell’area e la sua riforestazione, il ruolo sociale nella sua difesa e la necessità della sua integrale pubblicizzazione attraverso l’esproprio della parte ancora privata. L’approvazione in Giunta poco prima dello scioglimento del consiglio ne impedisce il voto trasformando anche questo atto in lettera morta.

L’esperienza del processo ecologico e sociale istruita dall’emergere del lago Bullicante, un ecosistema fondamentale per l’intera collettività, costituisce un processo unico di trasformazione del rapporto tra città e natura da cui apprendere e su cui fondare una profonda trasformazione dell’urbanistica e della giurisprudenza ambientale, delle istituzioni come dei comportamenti sociali in genere.

Al lago Bullicante si stanno esplorando le strade per generare quei cambiamenti fondamentali per non soccombere ai cambiamenti climatici in atto.

A questo punto il processo/progetto indeterminato e aperto attivato dal Lago Bullicante deve essere garantito, sostenuto e tutelato con decisioni chiare e impegni certi, attraverso la collaborazione tra istituzioni e corpo sociale a prescindere da qualsiasi preconcetta appartenenza politica: noi apparteniamo piuttosto al lago e al suo destino.

La strada è segnata e nessuno può tirarsi indietro senza assumersene tutta la responsabilità:

  • va completata la demanializzazione delle acque del lago
  • va esteso il perimetro del Monumento Naturale all’intero perimetro della fabbrica
  • va votata, appena ricostituito il consiglio comunale, la variante urbanistica approvata e finanziato d’urgenza l’esproprio dell’area devastata così da attivare al più presto il restauro ambientale.

Tutto ciò per dar vita ad un monumento naturale e ad un parco di archeologia industriale unico al mondo, dove storia e natura si compongono in un disegno inedito, dove arte e scienza sono gli strumenti di ricerca e formazione per comprenderne gli sviluppi e socializzarne la conoscenza e l’uso.

Care e cari candidat* sindac*, a queste poche chiare domande chiediamo, prima delle elezioni una risposta chiara, senza dubbi e tentennamenti, consigli, “idee” e suggerimenti compiacenti:

se diventerete sindac* vi impegnate a fare tutto ciò? Si o No?
Il silenzio verrà interpretato come una forma di dissenso, la divagazione come una presa in giro.

i più cordiali saluti
in fede

la foresta che cammina

Via Di Porotnaccio, 230
forumenergie@inventati.org

 

Sharing - Condividi