Davvero disgustoso l’articolo de Il Corriere della Sera “Covid nei bambini, i sintomi: «Tosse e rinite, come l’influenza». Aumentano del 4% i ricoveri dei bimbi da zero a un anno” per spingere innumerevoli genitori a sottoporre i loro bambini, pur affetti da banali sintomi, ai tamponi; tamponi che, in molti casi “scoveranno” un virus ormai endemico nella popolazione ma che comporteranno il ricovero. È solo un assaggio di quello che si prospetta nelle prossime settimane per convincere a vaccinare tutti i bambini contro il Covid.
Una campagna già inaugurata dal presidente del Comitato tecnico scientifico che sbandiera la “morte per Covid di 28 pazienti di età pediatrica” guardandosi bene dal dirci di quali gravi patologie fossero già affetti questi “morti per Covid”.
Ma quale rischio corrono bambini ed adolescenti infettati dal virus Sars-Cov-2 (già asintomatico negli adulti nel 90% dei casi)? Autorevoli studi, riportati in questo appello, dimostrano come questo rischio sia irrilevante; stessa conclusione quella dell’Istituto Gaslini di Genova persino in bambini resi immunodepressi a seguito di trapianto risultati positivi al tampone. Di riflesso, quali rischi corrono bambini ed adolescenti vaccinati di sviluppare gravi effetti avversi?
Quelli a breve termine sono parzialmente esclusi solo da uno studio condotto su appena 2.200 soggetti; di quelli a media e lunga scadenza, ovviamente, non si sa nulla. Anche per questo il 19 luglio, il governativo “Comitato congiunto per le vaccinazioni e le immunizzazioni (JCVI)” della Gran Bretagna, allineandosi ad analoghe decisioni di Germania, Olanda, Belgio e Irlanda sconsiglia le vaccinazioni agli under 18.
Ma allora perché in Italia si pretende di vaccinare tutti, anche i bambini, contro il Covid? Ufficialmente, come dichiara il ministro Speranza “per raggiungere l’immunità di gregge”. Che poi questa immunità di gregge sia impossibile ad ottenersi con questi vaccini e questo virus, si direbbe dai media non interessi nessuno.
Francesco Santoianni
27 Settembre 2021