Il porto di Genova, insieme a quello di Trieste, è in queste ore al centro del dibattito per la straordinaria mobilitazione dei lavoratori che sta facendo scricchiolare tutta la malefica impalcatura del governo Draghi intorno al Green Pass. Dopo aver intervistato Stefano Puzzer del coordinamento autonomo del Porto di Trieste, l’AntiDiplomatico oggi intervista Romeo Pellicciari (del coordinamento autonomo del Porto di Genova)
Dinanzi la pessima figura del Viminale che con una circolare “raccomandava” tamponi gratuiti ma solo per i lavoratori portuali, Puzzer aveva detto parole chiare di come a Trieste la lotta proseguirà fino all’eliminazione completa “del criminale Green Pass”.
Anche a Genova i lavoratori hanno le idee chiare, a dimostrazione di come la lotta di classe non passa più dalle forme tradizionali della politica e del conflitto – passati nella quasi totalità dalla parte del capitale transnazionale – ma da queste parole.
“Noi stiamo chiedendo che venga dato l’accesso gratuito al tampone a tutti i lavoratori indistintamente. Altrimenti sarebbe una inaccettabile selezione di classe non tollerabile.”, precisa subito Pellicciari.
“Di preciso non so le azioni che verranno fatte, ma di sicuro sta bollendo tanto in pentola se quest’obbligo di Green Pass non verrà tolto. Viviamo il Green Pass come un’ulteriore categoria di vessazione per chi va a lavorare e parlando delle nostre categorie – non solo quelle portuali – che durante la pandemia hanno lavorato H24 senza mai fermarsi”, prosegue.
I lavoratori portuali di Genova si sono sempre contraddistinti per azioni di una grande coscienza di classe e solidarietà internazionalista. “Noi per assurdo siamo quelli che portiamo alto la coscienza. Abbiamo dato manforte a tutti i movimenti pacifisti, antimilitaristi. Siamo quelli che hanno lottato contro i movimenti fascisti, abbiamo fatto rovesciare un governo nei famosi patti del 30 giugno. Abbiamo una grossa coscienza e non vogliamo essere le mani di ulteriore sangue nel mondo”.
Abbiamo chiesto come a Puzzer anche a Pellicciari se crede che da queste lotte possa emergere una nuova solidarietà tra lavoratori in grado di creare una nuova forma di organizzazione in grado di ribaltare i fallimenti recenti di chi è passato armi e bagagli dalla parte del nemico della lotta di classe. E anche qui parole molte chiare: “Noi come collettivo del Porto di Genova stiamo costruendo una rete tra tutti i lavoratori del porto. Abbiamo lasciato la Cgil per aderire all’Usb e così abbiamo contatti con realtà come la GKN con cui condividiamo le lotte e creando una rete fondamentale per gestire la rinascita della classe operaia. Finalmente!”
Qui l’intera intervista:
La Redazione de l’AntiDiplomatico
13 Ottobre 2021