È ormai unanimemente riconosciuto che tutto il mondo è destinato a subire crescenti pressioni inflazionistiche nel futuro prossimo che non hanno nulla a che vedere con le politiche fiscali e monetarie perseguite dagli Stati negli ultimi due anni – come paventato dai soliti disavanzofobici – e men che meno con pressioni sul lato della domanda (ovviamente, visto che la maggior parte di noi si è impoverita durante la pandemia), ma sono quasi esclusivamente la conseguenza di due fenomeni esogeni:
aumento del prezzo dell’energia e – soprattutto – collasso delle catene di approvvigionamento globali (esemplificato dalla crisi dei semiconduttori), che stanno provocando strozzature pesanti sul lato dell’offerta.
In un contesto di questo tipo – cioè di inflazione determinata soprattutto da una contrazione dell’offerta -, per alleviare le pressioni inflazionistiche tutti gli sforzi dovrebbero essere rivolti ad aumentare per quanto possibile l’offerta e la produzione.
E invece cosa fanno i nostri lungimiranti governanti? Introducono una legge che rischia di lasciare a casa centinaia di migliaia di lavoratori – in tutto sono circa tre milioni i lavoratori italiani senza green pass, circa il 13 per cento circa degli occupati presenti nel nostro paese -, provocando ulteriori strozzature in tutta una serie di comparti produttivi. Un’ulteriore dimostrazione della follia – anche economica – del lasciapassare.
Thomas Fazi
21 Ottobre 2021