[No Green pass Trieste] Comunicato e assemblea pubblica del 14 novembre

Sabato 6 novembre abbiamo assistito ad una nuova grande manifestazione: un riscontro di gente, di colori, di rabbia ha alimentato il primo corteo di protesta su base regionale a Trieste. Non era scontato dato gli strumenti messi in campo per soffocare le proteste: colpevolizzare le persone, ridicolizzarne le istanze, creare divisioni,  mettere in atto una campagna d’odio, minacciare con la repressione e le ordinanze, militarizzare la città fino a farla piombare in uno stato di terrore. La scintilla che qui stiamo coltivando, però, sembra ormai essere più forte. Ripercorrendo gli ultimi mesi, siamo testimoni di fatti inediti e straordinari per la loro forza: il clamoroso successo dei cortei che si sono susseguiti da settembre ad oggi, le partecipatissime giornate di sciopero, tra cui quelle con i portuali, le assemblee tra le diverse categorie lavorative.
Anziché considerare queste istanze, le istituzioni hanno preferito agitare una campagna mediatica contro chi ha deciso di utilizzare l’unico strumento in suo possesso per esprimere il dissenso: l’arma della manifestazione, della mobilitazione, della disobbedienza, della solidarietà.
Ci sembra urgente prendere posizione rispetto ad alcune delle recenti critiche. Per tutti quelli che c’erano, e perché sappiamo di poter essere sempre di più.

Il focolaio

Il 20 ottobre 2021 la provincia di Trieste entrava nelle cronache per un tasso di contagiati 5 volte superiore rispetto alla media nazionale. I dirigenti ASUGI dichiaravano non vi fosse alcuna correlazione con le manifestazioni [1] ma che vi fosse un aumento effettivo di contagiati nelle scuole [2].
La colpevolizzazione dei manifestanti, però, divampa inspiegabilmente, ed il servizio di contact tracing inizia a chiedere in modo selettivo ai contagiati se avessero per caso partecipato anche occasionalmente a qualche evento No Green Pass. Il 28 ottobre si contano 6 portuali positivi (tanti quanti nel focolaio del festino di Dipiazza [3]) e 46 positivi confermano di aver transitato per qualche iniziativa No Green Pass. Questo dato, creato anche da un contact tracing mirato, diviene la sponda “sanitaria” per reprimere il dissenso attraverso una fortissima campagna mediatica, culminata nella conferenza stampa regionale del 1 novembre. A poco servirà il comunicato del coordinamento [4] che riporta le mappe ECDC ed enfatizza il ruolo del confine nella diffusione. La campagna continua e si retroalimenta fino ad oggi.

Proprio perché riteniamo che la salute, la pandemia e la scienza siano qualcosa di serio non tolleriamo manipolazioni e rispediamo al mittente le accuse: sono i tagli alla sanità e alla medicina territoriale (che oggi si manifestano anche in un servizio di contact tracing regionale per l’ennesima volta allo sbando – positività confermata dopo quasi una settimana dalla segnalazione, contatti telefonici irreperibili, servizio prenotazione tamponi di entrate e uscita quarantena al collasso, quarantene per contatti stretti non attivate o attivate in notevole ritardo) e la non risoluzione di problematiche basilari quali il sovraffollamento delle classi e dei trasporti, ad essere, per l’ennesima volta, all’origine della diffusione.  La tecnica è sempre la stessa. Creare un mostro per non mostrare le cause reali. Qui, però, non ci stiamo più: non sono le manifestazioni all’aperto le prime cause dei focolai.

La militarizzazione ed i suoi costi

Dallo sgombero del porto di Trieste abbiamo visto un aumento ingente della presenza di mezzi e forze dell’ordine. Da Piazza Unità ed i varchi del Porto fino alla scenografia di guerra allestita per il recente corteo, con posti di blocco per arrivare in città. A quale scopo? Proteggere Piazza Unità, divenuta simbolo di un sindaco ormai fuori di sé, che  utilizza i soldi pubblici per “tenere pulita” la piazza su cui si affaccia. Ma se i manifestanti ci sono è perché qualcosa hanno da dire. Oggi il sindaco chiede leggi speciali per dare una parvenza democratica ad una suo capriccio dittatoriale. Noi rispondiamo che davanti alle richieste di migliaia di cittadini il minimo, invece, sarebbe l’ascolto.

La rabbia

Quando invece dell’ascolto si ricevono barricate, manganelli, idranti e posti di blocco, ci sembra naturale che si sviluppi nelle persone la rabbia, il sentimento di ingiustizia e la determinazione di esigere rispetto. La volontà di superare una disposizione illegittima che non permetteva di raggiungere la piazza della propria città così come la resistenza sedendosi per terra che si sono sviluppate dopo il corteo, per noi, si chiamano, disobbedienza civile.

La repressione

Le istituzioni locali, che hanno fatto di tutto per provocare (percorso ridotto e su vie strette – alla faccia del distanziamento! -, un’ordinanza secondo la quale un organizzatore deve conoscere in anticipo il numero esatto dei partecipanti alla manifestazione, militarizzazione di Piazza Unità e insulti censurabili), dovranno rendere conto della grave violenza con la quale la polizia ha tentato di reprimere la chiassosa ma pacifica protesta avvenuta in piazza della Borsa nelle ore successive alla conclusione del corteo. Il sindaco dei festini senza mascherina avrà di certo preferito dedicarsi alla scelta degli alberi natalizi nella “sua” piazza, spendendo ulteriori soldi pubblici, piuttosto che approfondire la questione, ma i filmati che girano in rete parlano di generose manganellate ed aggressive intemperanze verso chi si era accalcato ai bordi della piazza.

A chi è stato fermato e denunciato va tutta la nostra solidarietà.

Scienza, cooperazione e responsabilità

Ci teniamo infine a scansare qualche equivoco:
Noi siamo per la scienza, ma quella scienza che coltiva, non evita, il dubbio, quella scienza che raggiunge consensi dopo dibattiti aperti e plurali, quella scienza che non censura, quella scienza che riconosce l’errore e ne fa tesoro, quella scienza che serve ad un progredire dell’uomo nel rispetto degli altri e della natura, quella scienza non asservita al profitto. Siamo per quella scienza che ammette tranquillamente che il Green Pass non è uno strumento “scientifico”.
Non siamo, invece, per quella scienza che è semplice arma ideologica nelle mani delle classi dirigenti, quella scienza intrisa di “scientismo”, quella scienza che scansa il dibattito e che accetta un unico comitato tecnico scientifico. Se è quella la scienza supportata con le firme della petizione dalla classe dirigente della città – Benussi (CRTrieste) e Gialuz (Barcolana) tra i promotori, e a seguire D’Agostino (Autorità Portuale), Di Lenarda (Rettore dell’Università di Trieste), Michelangelo Agrusti (Confindustria Alto Adriatico), Antonio Paoletti (Camera di Commercio), Riccardo Illy, ecc – allora sicuramente non è il modello di scienza che vogliamo alimentare.
Siamo per la responsabilità, per la solidarietà e per la cooperazione. Quella responsabilità che prevede cura del prossimo, a prescindere dall’obbedienza cieca a leggi ritenute insensate (come un green pass incoerente). Quella responsabilità popolare che fa reagire davanti all’introduzione di una nuova discriminazione nelle leggi e di un nuovo ricatto sul lavoro. Quella responsabilità che ci fa dire, “se non noi, chi si opporrà a quest’ingiustizia?”. Quella cooperazione che ci ha portati in tante/i, vaccinate/i e non in piazza negli ultimi mesi.

I contenuti si ampliano

Queste mobilitazioni popolari, nel chiedere la fine di una nuovo strumento discriminatorio in campo, segnalano che alla normalità non possiamo tornare. E se siamo partite/i dal dramma di quante/i, senza lavoro e senza stipendio, continuano a non piegarsi a misure che nulla hanno di sanitario, ora prendiamo sempre più consapevolezza dei piani autoritari e pesantemente antipopolari del governo Draghi.

Coordinamento No Green Pass Trieste ( https://t.me/nogreenpasstrieste )

[1] https://www.raiplay.it/video/2021/10/Trieste-focolaio-No-Vax—Porta-a-porta-20102021-b6ee2caf-0ac9-43e9-95fd-5c27fc94e228.html

[2] https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2021/10/fvg-epidemiologo-fabio-barbone-rischio-varianti-da-manifestanti-no-green-pass-da-fuori-trieste-focolai-scolastici-bambini-infettati-dai-genitori-non-vaccinati-no-vax-036cb614-e929-43bc-98af-22826cee53c4.html

[3] https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2021/11/03/news/il-sindaco-di-trieste-dipiazza-alla-festa-con-sei-positivi-1.40877784

[4] https://nogreenpasstrieste.org/2021/10/31/comunicato-31-ottobre-2021/

 

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