Adesso i migranti non sono più per la Ue “poveri disgraziati, che rischiano la vita per attraversare il mare sui gommoni”: sulla frontiera bielorusso-polacca ci sono solo “pericolosi migranti che il dittatore Lukhascenko e l’autocrate Putin usano come arma per condurre la loro guerra ibrida contro la Ue allo scopo di destabilizzarla”. Un’accozzaglia di parole insensate che compongono gli allucinanti titoli delle maggiori testate occidentali, compreso quelle italiane, atroci menzogne con cui proprio Stati Uniti e Unione Europea conducono questa infinita guerra per far cadere la Bielorussia e la Russia nelle loro grinfie.
La situazione non è come la descrivono i giornali. Bisogna andare a monte del problema. Il fatto è che il 23 maggio scorso dopo la notizia (partita dalla Grecia) di una bomba a bordo è stato costretto ad atterrare a Minsk l’aereo della Ryanair che compiva il volo Atene-Vilnius (Lituania) senza scali. Grazie a ciò si scoprì che fra i passeggeri c’era il cittadino ricercato Protasevich, le autorità bielorusse lo hanno arrestato assieme alla sua compagna Sapega, entrambi oppositori che vivevano fra Polonia e Lituania, pagati dall’Occidente per fare attività sovversiva contro la Bielorussia. Dietro la falsa accusa che Lukascenko “aveva costretto l’aereo ad atterrare a Minsk” l’Unione Europea immediatamente, come se non aspettasse altro, il giorno dopo 24 maggio, ha concordato delle sanzioni pesantissime contro la Bielorussia: dal 5 giugno è partito il divieto a “Belavia” e ad altre compagnie aeree statali bielorusse di volare e atterrare in tutti i 27 paesi dell’Unione Europea e alle compagnie europee è stato vietato di volare in Bielorussia.
A fine maggio Lukashenko dichiarò che finora la Bielorussia aveva fatto da barriera contro il trasporto dei migranti non regolari verso la Lituania e Polonia e sostenuto grandi costi per contenere il flusso migratorio illegale, ma vista l’inaudita pressione sanzionatoria la Bielorussia non continuerà più a farlo per aiutare la Ue … “la UE se li andasse a pescare da sola adesso i migranti illegali, non vediamo perché dobbiamo continuare a spendere soldi per proteggere chi ci vuole soffocare” aveva anche detto il presidente bielorusso. Dal canto loro, le compagnie aeree bielorusse dopo le disumane sanzioni europee hanno cercato altre rotte per cercare di sopravvivere alla morte a cui la UE le aveva condannate. E’ più che comprensibile quindi che abbiano cominciato a volare in altri Stati da dove i migranti sono arrivati a Minsk, solo per transito, hanno documenti regolari e intendono raggiungere l’Europa. Non vogliono stabilirsi in Bielorussia, né in Polonia o paesi Baltici, ma vogliono vivere in Germania, Gran Bretagna, Finlandia. Sono regolari, hanno visto turistico e non sono perciò illegali.
Ma il giornale tedesco BILD am Sonntag da mesi sta montando la bufala contro Lukhascenko. Aveva scritto che le autorità tedesche stanno indagano sul “coinvolgimento di Lukhascenko nell’invio dei migranti illegali nell’Unione Europea”. Secondo il giornale il presidente bielorusso “ha organizzato a livello statale il flusso dei migranti verso l’Europa per ricattarla e costringerla a togliere le sanzioni alla Bielorussia”.
Secondo le valutazioni della polizia federale tedesca, dall’inizio di agosto 2021 attraverso la Polonia sono giunti dalla Bielorussia in Germania quasi 4000 migranti illegali, di cui 1183 solo nella prima settimana di ottobre e si tratta prima di tutto di siriani, iracheni, migranti che giungono in Bielorussia dagli aeroporti di Baghdad e Arbil (Iraq), Dubai (Emirati Arabi), Beirut (Libano), Amman (Giordania), Istanbul (Turchia) e anche da Damasco (Siria), Afganistan. Il giornale tedesco è arrivato persino scrivere che questi migranti vengono poi portati alla frontiera polacca per attraversare illegalmente le frontiere europee e che la parte bielorussa riceve da loro 4000 euro”.
Lukhascenko, quindi secondo l’Occidente ha “provocato la crisi per guadagnare sui migranti”, mentre invece tace sulle organizzazioni criminali transnazionali che sono la vera mafia che guadagna sui migranti controllando il loro traffico.
Adesso sulla frontiera bielorusso-polacca in circa 4 giorni si sono ammassati oramai quasi 3000 persone, curdi, iracheni, siriani e libici che rischiano di morire di freddo, fame e sete se non per le manganellate della polizia polacca e lituana che non li fa passare. Sono costretti a vivere all’aperto, fra loro ci sono circa 500 bambini, il più piccolo ha 2 mesi, c’è anche un bambino di 8 anni con le gambe amputate, molte donne incinte all’8 e 9 mese, come hanno riferito i giornalisti corrispondenti dal posto che lavorano fra grandi difficoltà e impedimenti da parte delle autorità polacche che non vogliono che si faccia sapere la verità e trasmettere immagini terrificanti. La polizia polacca usa il gas al peperoncino per ricacciare indietro i migranti, non risparmiando nemmeno i bambini, l’hanno spruzzato in faccia a un bambino di 4 anni – ha riferito inorridita la giornalista Anastasja Sakhovskaja.
I migranti sono raggruppati in vari campi attorno ai fuochi che devono tenere sempre accesi poiché è l’unico modo per riscaldarsi, di notte fa già 5 gradi sotto zero. Lo Stato bielorusso e la Croce Rossa bielorussa distribuiscono aiuti umanitari, beni di prima necessità, cibo, acqua e latte, i medici bielorussi curano i bisognosi. Ma la notte scorsa i medici non sono riusciti a salvare il bambino di una donna incinta irachena. Non hanno fatto in tempo. Le loro condizioni in cui resistono i migranti all’aperto sono terribili, ma non intendono abbandonare la frontiera in attesa che la Polonia apra le frontiere e li faccia passare. Sono lì a soli 2 metri ma con i fucili puntati alla tempia. Contro di loro 15.000 poliziotti in fila, armati fino ai denti, addirittura hanno portato i carri armati. Ma i politici dell’Ue tacciono.
Le guardie di frontiera bielorusse hanno informato della violenza inaudita esercitata dalla polizia polacca sui migranti, a prova di questo hanno pubblicato un video, dove si vedono almeno 4 migranti selvaggiamente picchiati e grondanti di sangue. Due giorni fa due gruppi di migranti di circa 20 persone hanno tentato di divellere il filo spinato ma la polizia li ha picchiati e rispediti indietro.
Il ministro degli esteri bielorusso, Vladimir Makej il 9 novembre aveva dichiarato: “La situazione sulla frontiera bielorusso-polacca è molto tesa, ci sono oltre 2000 persone, fra loro molte donne e bambini, tutti provenienti da quei paesi martoriati e distrutti dai paesi dell’Occidente. Non vogliono affatto stabilirsi a vivere sul territorio della Bielorussia, bensì nell’Unione Europea, alla quale chiedono di essere protetti. E invece vengono avvelenati con il gas, percossi, la polizia polacca spara sopra le loro teste, un cordone di 15.000 poliziotti è stato dispiegato sulla frontiera con la Bielorussia, sono equipaggiati con armamenti da guerra di grosso calibro e tutto questo avviene davanti agli occhi dell’Unione Europea, la quale, più di chiunque altro sbandiera sonoramente i diritti dell’uomo e vuole insegnare a tutti gli altri come si rispettano i diritti umani”.
Anche la Lituania sta dispiegando le forze di polizia sulla frontiera con la Bielorussia.
La Polonia intanto fa il proprio affare con la Ue per ottenere vantaggi e mimetizzare gli scheletri nell’armadio. La Ue la sostiene, compreso la sua politica di disinformazione e notizie false contro la Bielorussia e la Russia.
Andrebbe sempre ricordato bene che alla causa del problema non c’è Putin, ma i paesi dell’Occidente che insieme agli Stati Uniti hanno distrutto quelle nazioni da dove fuggono oggi i migranti. A loro era stato promesso il paradiso – l’Europa – e loro adesso reclamano questo diritto.
L’altro ieri è stato pubblicato un video di un rappresentante dei curdi fra i migranti che implorava il governo polacco di lasciarli transitare verso la Germania, ma è rimasto senza risposta. La Ue non solo non intende risolvere questa ennesima catastrofe umanitaria, ma non solleva alcuna obiezione al fatto che la Polonia col suo comportamento verso i migranti che si trovano legalmente in Bielorussia, infrange clamorosamente il diritto internazionale. Dov’è la voce del Papa? Lukhascenko ha cercato svariate volte il dialogo con i dirigenti dell’Ue, ma ha ricevuto solo netti rifiuti.
Oggi il Ministero degli Esteri bielorusso ha dichiarato all’ONU e alla Ue la propria disponibilità a dialogare, proponendo di discutere l’evacuazione dei bambini e il rimpatrio dei migranti, per ora appello senza risposta. La Germania è disposta ad aiutare la Polonia a risolvere la crisi solo a parole, ieri il presidente della Germania, Frank Steinmeier la situazione sulla frontiera bielorusso-polacca l’ha discussa con Svetlana Tikhanovskaja che è stata accolta con grande ovazione dal Bundestag, proprio la persona adatta, il “presidente” ideale con cui risolvere il problema. L’involucro delle parole è bello ma dentro solo falsità, gas sparato in faccia e repressione a colpi di fucile. Ma noi ricordiamo bene la politica migratoria della Ue e in particolare della Germania, che nel 2015 e 2016 aveva ripetutamente invitato i migranti a braccia aperte, ricordiamo le foto di Angela Merkel abbracciata a loro, i sorrisi e le parole sdolcinate sulla tolleranza e accoglienza, sue e altri politici europei, che promettevano protezione e difesa. Questa era la loro propaganda: le porte aperte dell’Europa a tutti i migranti. Ricordiamo bene anche la trattativa Ue-Turchia e tutti miliardi pagati dalla Ue a Erdogan per risolvere la crisi migratoria. Ma con Lukhascenko l’approccio è ben diverso. Perché Bielorussia, Russia sono “altra cosa”, la politica europea qui raggiunge vette vergognose di ipocrisia, ponendosi al di sopra di ogni velleità democratica e azione umanitaria così tanto millantate.
Ora la Merkel per risolvere la crisi migratoria telefona a Putin che con il flusso dei migranti non c’entra nulla. Ma si sa, c’è sempre Putin “dietro” ogni problema!
Le autorità polacche non hanno intenzione di risolvere il problema, coadiuvate dagli Stati Uniti, lavorano alacremente per ottenere la “vittima sacrale” – ha dichiarato il Prof. Nikolaj Shekin, analista e direttore dell’Istituto di Sociologia di Minsk, – questa crisi migratoria è l’ennesima provocazione, un attacco verso l’Unione fra Bielorussia e Russia per destabilizzare la situazione interna della Bielorussia allo scopo di cambiare il potere e rovesciare Lukhascenko. L’impiego del gas e delle armi da fuoco contro i migranti mettendo a rischio la loro vita, sono crimini contro l’umanità, atti di terrore per i quali la Polonia dovrà prima o poi rispondere”.
Come riferisce il giornale britannico The Guardian, il consigliere per le questioni umanitarie dell’Organizzazione “Medici Senza Frontiere”, Kyle McNally ha raccontato di aver visto personalmente le atrocità compiute sui migranti dalle guardie di frontiera della Polonia e della Lituania: “ho visto i traumi causati ai migranti perché sono stati picchiati con il calcio della pistola, presi a calci nelle costole e alle gambe, colpiti perfino con la pistola stordente Taser con cui hanno sparato loro scariche elettriche al collo e come se non bastasse, i poliziotti europei hanno portato via o distrutto tutte le loro cose personali”. Tutto questo è inaccettabile e deve finire immediatamente, la situazione è drammatica e peggiorerà!”
Noto tristemente il silenzio su questa importante testimonianza da parte della stampa italiana. Ma i polacchi non intendono retrocedere dalla linea dura e ieri hanno impedito a un rappresentante dell’UE di arrivare sulla frontiera per valutare l’entità del problema dei migranti bloccati. Non solo, la Polonia ha minacciato anche di chiudere completamente le frontiere con la Bielorussia. Cosa a cui Lukascenko non poteva non reagire: “noi mandiamo regolarmente il gas attraverso il gasdotto Yamal-Europe, noi scaldiamo l’Europa e loro ci minacciano di chiudere le frontiere, ma se noi chiudessimo il rubinetti del gas??” Questa frase detta dal presidente bielorusso è stata completamente stravolta e ribaltata dalla stampa italiana. Sottacendo le minacce reali della Polonia di chiudere le frontiere con la Bielorussia, La Repubblica presenta la frase di Lukascenko esattamente al contrario, cioè è il presidente bielorusso che minaccia l’Ue! “Via le sanzioni o stop all’esportazione del gas”. Frase falsa che Lukhascenko non ha assolutamente detto.
Ma dove sono finiti l’umanità, i valori, i principi dell’Europa? Sulle frontiere dell’Italia valgono, ma su quelle della Bielorussia no? In Italia i migranti li accolgono, dalla Bielorussia no? Sono migranti diversi? No, sono gli stessi e la Polonia fa parte della UE. L’Occidente affoga nel cinismo con la sua politica dei doppi standard.
E mentre si sta sviluppando una reale catastrofe umanitaria, i burocrati dell’Unione Europea pensano a continuare ottusamente la loro politica repressiva, la Commissione Europea sta esaminando la questione di nuove sanzioni contro le autorità bielorusse, la compagnia aerea Belavia e udite udite, addirittura contro l’Aeroflot!
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Marinella Mondaini
13 Novembre 2021