Iran, la verità sotto il turbante. Propaganda e realtà nel paese più diffamato
Guerra in vista? E la Stampa, baby
Rombano ininterrottamente, dai tempi del golpe USA contro l’Ucraina indipendente, a centimetri dal confine russo, terrestre, marittimo e aereo, in Lettonia, Lituania, Estonia e Mar Nero. Ininterrotte si succedono le esercitazioni USA e NATO per vedere cosa potrebbe succedere in una bella guerra della ”comunità internazionale” contro la Russia e il suo Zar e a che punto ci si potrebbe togliere lo sfizio dei missili nucleari. Quanto all’Ucraina, supportati da radar, intelligence e contractors NATO, si continua a cercare il genocidio di quei settori russofoni e antinazisti della popolazione che qualcuno vede come avamposti dell’invasione russa.
Ucraina, la gazzella minacciata dall’Orso
Però ciò che scrive, dice, o mostra la Grande Stampa, su input di chi gli sta all’orecchio e ne controlla la cassa, è che sarebbe Putin, ovviamente “dittatore” che provoca, che è a lui che prudono le mani, e, se le sue truppe stanno ad appena 180 (centottanta) km dalla PROPRIA frontiera, è segno che si appresta a sbranare la democratica Ucraina e i suoi democratici battaglioni e partiti nazisti.
Il discorso non cambia per l’imminente Terza Guerra Mondiale causata dalla Cina. Già si scorgono i suoi artigli all’orizzonte del pezzo che Chiang Kai Shek s’era portato via per salvarlo dal comunismo, Formosa, poi Taiwan. Senza neanche parlare della ragnatela nera e sanguinaria in cui questa Vedova Nera sta avviluppando il mondo intero e che finge di essere la Via della Seta.
E dove i nostri media hanno confermato i loro meriti, asciugatisi le lacrime per la legnata subita dagli afghani, come per il perduto traffico d’oppio che colmava i caveau USA e rimbecilliva le inutili giovani generazioni, a dispetto di quanto si erano adoperati per le donne afghane, è sull’Iran. Quel “paese canaglia”, quella testa dell'”Asse del Male”, quella “dittatura teocratica”, pure misogena, omofoba, transfobica, che, un po’ per volta, avrebbe sottratto l’intero Medioriente a Israele (leggi “comunità internazionale”), faro della democrazia, a dispetto delle sue 400 bombe atomiche mirate su Teheran e dei suoi democratici neoalleati tra Golfo e Atlantico.
Lo Shah, Soraya, la Persia dei nostri sogni
Anni su anni, decenni su decenni, da quando lo Shah e le sue mogli, superstar del glamour, avevano cessato di imperversare sui giornali gossip, a occultamento dei propri cittadini spogliati e decimati, hanno i visto i media strapparsi le vesti sulle donne iraniane sminuzzate, frustate, lapidate, avvolte in sudari neri. Per cui Israele aveva tutte le ragioni per farci temere la ferocia di quei preti mentre, intanto, faceva saltare per aria scienziati e civili iraniani, sabotava le centrali del nucleare civile iraniano, andava all’ONU a disegnare sulla lavagna la “bomba degli ayatollah”, portando nello zaino 400 bombe atomiche e una volontà di menar le mani pari a quella di Gengis Khan.
Insomma, un sistema mediatico che, a partire più o meno da quando si è trasformato in oligarchia di muta di cani da guardia dei poteri più malsani (Covid) e delinquenziali mai visti sulla Terra, vede il suo compito principale nel creare le condizioni ambientali ideali perchè il popolo bue si convinca di chi siano i buoni e chi i cattivi e, dunque, che la guerra s’ha da fare per la salvezza dell’umanità
Amanuensi con elmetto (embedded)
E’ in tal modo che svolgono il proprio mandato, da noi, i Molinari, Fontana, Da Milano, Rangeri, Giannini, Gruber, Formigli, Floris, di cui qualcuno ha udito dire che si tratterebbe di giornalisti, con addirittura tanto di iscrizione nell’albo, nientemento, che dei professionisti. Quello nel quale Julian Assange non avrebbe neanche lontanamente il diritto di figurare.
C’è anche il caro Alberto Negri
Ma nel quale risplende il mio stimatissimo collega, Alberto Negri. Uno straordinario ambidestro, ovviamente del “Sole 24 Ore” come del “manifesto”, testè onorato del “Premio Stefano Chiarini”. Premio intitolato al più bravo di tutti i giornalisti italiani che mai abbiano percorso, sminandoli, territori minati dai giornalisti di cui sopra. Mentre la sua conventicola, con l’elmetto sulla scrivania, affronta i grandi temi della psicoguerra a Russia e Cina, spargendo mine, lui, ancora più temerario, s’è scelto un nemico tutto suo: l’Egitto e il suo presidente, Abdelfatah Al Sisi, vero tizzone d’inferno. Se solo lo lasciassero, andrebbe di persona a mettergli le mani al collo. Ieri su La7, recitata la solita novena sul “Pinochet del Mediterraneo”, ha rivolto lo stesso impegno fustigatore contro altri tizzoni satanici, i No Pass e i No Vax. Vedete come, in questo prodigio del dialogo nei tempi della deontologia globale,.tout se tien?
Così, dopo aver omaggiato l’amico Negri, facendo chapeau all’ottimo Al Sisi, me ne sono andato in Iran, a vedere come stanno le cose nel paese al quale Israele promette l’olocausto. Dopo aver visto come stanno messi, rispetto a come ne scrivono i nostri probi informatori, gli altri paesi canaglia, Siria, Iraq, Libia, Libano, Palestina, Sudan, Egitto, Yemen, ero davvero curioso. Guardate.
Fulvio Grimaldi
LUNEDÌ 6 DICEMBRE 2021